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 Oggetto del messaggio: Re: Cannone ferroviario "Leopold" "Anzio Annie" in azione
MessaggioInviato: giovedì 15 aprile 2010, 12:35 
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Massimo di Vico ha scritto:
Lumosc92, per favore NON URLARE ed usa il minuscolo :wink: Grazie.
Entrando in argomento sui cannoni ferroviari tedeschi, ho una foto di un cannone ferroviario (sembra un K5) in stazione a Pontedera (PI).
Ho raccolto anche una testimonianza orale sul fatto che un cannone di questo tipo era "parcheggiato" nella galleria della Visona sulla Lucca - Pontedera, da dove sparava su Livorno, per mezzo di un binario provvisorio, semicircolare, realizzato nella zona di Tanali.
Che ne dite?
Sono a vostra disposizione, per quel poco che so.
Saluti storici.
Massimo

Per me sarebbe utile sapere le date della foto e del periodo relativo alla testimonianza di cui parli. Se il cannone della foto che tu hai è un K5 deve avere riportato sui fianchi il nome (quelli che circolavano in Italia erano il Leopold e il Robert).

Saluti
Roberto


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 Oggetto del messaggio: Re: Cannone ferroviario "Leopold" "Anzio Annie" in azione
MessaggioInviato: venerdì 16 aprile 2010, 16:10 
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Scusate ma io so che sia l' "ANZIO ENNIE" che l' "ANZIO EXPRESS" sono stati prima abbandonati dai tedeschi durante la ritirata, poi catturati dagli amreicani tutto questo fuori dalla città di civitavecchia, inoltre quando abitavo a Ladispoli il mio professore che era di Civitavecchia affermava che i due cannoni certe volte sparavano qualche salva anche dalla stazione di quest' ultima, e poi sosteneva che i due cannoni furono catturati dall' esercito statunitense.


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 Oggetto del messaggio: Re: Cannone ferroviario "Leopold" "Anzio Annie" in azione
MessaggioInviato: venerdì 16 aprile 2010, 17:53 
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Dalla wiki


Due esemplari gemelli di questo cannone ferroviario, chiamati dai tedeschi "Leopold" e "Robert", al momento dello sbarco di Anzio si trovavano già in Italia in quanto vi erano stati inviati precedentemente per essere spediti in Tunisia, ma la Campagna del Nord Africa finì prima che questi potessero raggiungere la zona di operazione e quindi vennero lasciati nei pressi di Milano. L'apertura del nuovo fronte di Anzio trovò i tedeschi impreparati in quella zona pertanto il Generalfeldmarschal Albert Kesselring pensò di utilizzare questi due pezzi d'artiglieria per contrastare l'avanzata anglo-americana nella costa laziale.

I due giganteschi cannoni, arrivati da Milano via Roma, vennero attestati nei pressi di Ciampino, in territorio di Marino, intorno al 5 febbraio 1944. La zona di fuoco fu individuata nella stazione di Ciampino stessa ove era disponibile lo spazio sufficiente per allestire la piattaforma girevole sulla quale il pezzo d'artiglieria poteva ruotare per il necessario puntamento, mentre per il ricovero venne scelta la galleria di Colle Oliva, sulla linea Ciampino - Frascati, in prossimità di Villa Senni nel territorio di Grottaferrata.[1] Il convoglio militare poteva trovare sicuro riparo dalle ricognizioni e dalle incursioni aeree anglo-americane in tale galleria, poco distante da Ciampino, dalla quale usciva per prendere la propria posizione di fuoco e lanciare sulle truppe alleate in tutta l'area del fronte, a circa 40 km di distanza, i propri micidiali proiettili.[2] Il fuoco di artiglieria era molto temuto; si pensi che nel mese di maggio 1944 l'83% dei casi di offesa ai soldati della 3ª Divisione statunitense era dovuto a schegge di proiettili d'artiglieria. Le truppe alleate, sebbene terrorizzate dal sinistro sibilo dei proiettili, indicarono con "Anzio Annie" e con "Anzio Express" quei due cannoni che i tedeschi rispettivamente chiamavano "Leopold" e "Robert", ma presso alcuni reparti statunitensi impiegati nella battaglia queste artiglierie venivano soprannominate anche "Whistling Willie".[3]

I due cannoni svolsero il compito loro assegnato senza eccessivi disturbi, si ritiene che abbiano sparato un totale di 5.523 colpi contro depositi di munizioni e di carburante sulle navi e sulle truppe anglo-americane fino a quando, verso la fine del maggio 1944, mutata la situazione del fronte, vennero fatti ripiegare verso Nord. La via del ritorno fu assai complicata, la rete ferroviaria era notevolmente danneggiata dai bombardamenti aerei e i cieli ostili per la presenza dell'aviazione alleata. Il "Robert", "Anzio Express", subì un mitragliamento aereo in aperta campagna nei pressi di Civitavecchia e dopo essere stato reso inefficiente con l'esplosivo venne abbandonato dai militari tedeschi alle truppe anglo-americane. Il "Leopold", "Anzio Annie", immobilizzato nella stazione ferroviaria di Civitavecchia ma non eccessivamente danneggiato, venne catturato il 7 giugno 1944 dagli americani del 168º Reggimento Fanteria della 34ª Divisione.[4] I due cannoni vennero smontati e trasportati a Napoli per essere spediti negli Stati Uniti. Qui vennero studiati e, utilizzando pezzi provenienti dall'altro cannone, fu rimesso in efficienza il Leopold "Anzio Annie" che sparò alcuni colpi di prova nei primi anni ‘50.



* il Robert è sito nel Nord-Passo di Calais, nei pressi di Calais, al Museo del Vallo Atlantico: "Musée du mur de l'Atlantique", Audinghen, Cap Griz Nez, France.
* il Leopold (famoso per Anzio), è sito ad Aberdeen (Maryland), in un centro di addestramento dell'esercito americano.







Questi due cannoni per tutto il tempo delle operazioni belliche che interessarono la zona di Anzio e quella dei Castelli Romani furono avvolti in alone di mistero e godettero della più assoluta invulnerabilità dato che la ricognizione aerea alleata non riuscì mai ad individuarli né rimasero mai colpiti durante i numerosi bombardamenti che devastarono la zona.



Testimonianze su "Anzio Annie"

"Tra il febbraio e il giugno 1944, mi trovavo con la mia famiglia, per sfuggire ai bombardamenti aerei, nella vigna in località Campo Vecchio a Marino da dove si aveva una buona vista su Ciampino e su Roma. Da quel luogo, di notte, vedevo chiaramente la scia di fuoco del proiettile del grande cannone tedesco sparato dalla zona di Ciampino verso Anzio, poi i bengala illuminavano la zona. Lo spettacolo era veramente impressionante." (Testimonianza del Sig. Luigi Frezza, classe 1926, raccolta dal figlio Carlo, gennaio 2008).

Alfonso Felici, classe 1923, italiano arruolato nell'Office of Strategic Services (OSS) dell'esercito statunitense e impegnato sul fronte di Anzio, ricorda nel suo memoriale che i soldati alleati erano assai nervosi a causa di quel cannone di grosso calibro montato su un treno che chiamavano "Anzio Annie" e che sparava dai Castelli Romani. Ogni giorno, con la gran paura di essere colpiti, aspettavano il sibilo del proiettile che scoppiando con un fragoroso boato lasciava sul terreno un enorme cratere.

Rick Stokes ha raccolto le memorie di guerra del padre Bernie L. Stokes, classe 1914, artigliere del 45th Infantery "Tunderbirds, operante sul fronte di Anzio. Il Sig. Bernie L. Stokes racconta, a proposito del cannone "Anzio Annie", che se si sentiva il sibilo si era salvi perché il colpo era già passato oltre.

"... accanto a quella torre (nei pressi di Ciampino n.d.r.) - dopo lo sbarco di Anzio - del gennaio 1944 - veniva il famoso "cannonissimo" a lanciare i terribili colpi, che facevano tremare le case di Marino come se sparassero a due passi dal paese! Era montato su un treno e si rintanava sotto la galleria di Villa Senni. Sicché la zona della torre divenne pericolosissima, per la violenta azione di controbatteria degli aerei alleati..."


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 Oggetto del messaggio: Re: Cannone ferroviario "Leopold" "Anzio Annie" in azione
MessaggioInviato: venerdì 16 aprile 2010, 17:55 
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Lumosc92 (grazie :wink: ), non so cosa dirti.
Di sicuro su un libro edito dal Comune di Pontedera che raccoglie scatti di "gabinetti fotografici" e fotografi che hanno operato a Pontedera dal 1900 al 1970 è stata pubblicata questa foto, la didascalia precisa che è la foto è di mm 89*127 con diverse lacune (alla prima occasione la scansiono e la metto sul forum :wink: ).
La didascalia mi dice anche che questa foto appartiene all'archivio dell'autore del libro e che, purtroppo, l'alluvione del 1966 ha distrutto l'archivio del fotografo.
Roberto735, ho esaminato la foto con una buona lente di ingrandimento e non vedo molto. Si vede l'affusto montato su telai sospesi (scusa il confronto :D ) come il famoso cannone realizzato dalla LIMA a suo tempo ed una centinatura per la mimetizzazione.
Il carro appoggio in primo piano ha l'aria un po' "leggerina", forse non è un K5 anche se dal confronto con dei militari in piedi sulla canna sembra veramente imponente.
Alla prossima.
Massimo


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 Oggetto del messaggio: Re: Cannone ferroviario "Leopold" "Anzio Annie" in azione
MessaggioInviato: venerdì 16 aprile 2010, 18:50 
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Una cosa comunque è certa, l'osservatorio per il puntamento era situato sul monte Cavo.


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 Oggetto del messaggio: Re: Cannone ferroviario "Leopold" "Anzio Annie" in azione
MessaggioInviato: domenica 18 aprile 2010, 11:30 
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Per Massimo: questa è una foto del Leopold scattata nella stazione di Civitavecchia il giorno in cui gli alleati hanno liberato la città (7/6/1944).

Per lumosc92: nel caso che il professore di Civitavecchia possa essere ancora in vita (ovviamente non so in quale anno andavi a scuola a Ladispoli) potresti dirmi nome e cognome?

Per chiunque possa saperlo: quando sono arrivati,i cannoni, nei dintorni di Civitavecchia?

Ringrazio tutti per le notizie riportate
Roberto


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 Oggetto del messaggio: Re: Cannone ferroviario "Leopold" "Anzio Annie" in azione
MessaggioInviato: domenica 18 aprile 2010, 11:48 
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Qui si vede bene il nome


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 Oggetto del messaggio: Re: Cannone ferroviario "Leopold" "Anzio Annie" in azione
MessaggioInviato: lunedì 19 aprile 2010, 14:21 
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Iscritto il: giovedì 29 ottobre 2009, 20:32
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Ho visto n nuovo video su youtube dedicato solo l' ANZIO EXPRESS. Digitate su youtube Krupp K5 Railway Gun "Dora" è un video solo e soltanto dedicato all' ANZIO EXPRESS. Non vi dico niente se no vi rovino lo spettacolo...
Poi ditemi cosa vi pare??


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 Oggetto del messaggio: Re: Cannone ferroviario "Leopold" "Anzio Annie" in azione
MessaggioInviato: sabato 24 aprile 2010, 12:28 
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Iscritto il: lunedì 30 gennaio 2006, 0:00
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Ogni promessa ..... ecco la scansione della foto di Pontedera.

http://img704.imageshack.us/img704/5439/cannone.jpg

Per completezza la foto è scattata a Pontedera (credo di identificare dei palazzi sullo sfondo, o meglio, le ombre dei palazzi sullo sfondo).
Tra Pontedera ed il bosco di Tanali sulla Lucca - Pontedera c'è il ponte sull'Arno di Calcinaia, distrutto nell'estate del 1944.
Via, direi che è un buon input per la ricerca storica sulla Seconda Guerra Mondiale.
Saluti.
Massimo


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 Oggetto del messaggio: Re: Cannone ferroviario "Leopold" "Anzio Annie" in azione
MessaggioInviato: venerdì 6 agosto 2010, 21:40 
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Oggi ore 23, rai tre trasmissione "Gli archivi della storia": filmati e intreviste ai testimoni oculari.


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 Oggetto del messaggio: Re: Cannone ferroviario "Leopold" "Anzio Annie" in azione
MessaggioInviato: venerdì 6 agosto 2010, 23:00 
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Iscritto il: lunedì 16 gennaio 2006, 10:02
Messaggi: 834
Ehm, era alle ore 21...

Visto, molto interessante come sempre.

:idea:


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 Oggetto del messaggio: Re: Cannone ferroviario "Leopold" "Anzio Annie" in azione
MessaggioInviato: sabato 7 agosto 2010, 0:07 
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Si,la trasmissione è iniziata alle 21, ma di "Anzio Annie" se n'è parlato alle 23.
Questo per coloro che volessero rivedere in azione detto cannone su Rai Replay.

http://www.rai.it/


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 Oggetto del messaggio: Re: Cannone ferroviario "Leopold" "Anzio Annie" in azione
MessaggioInviato: sabato 7 agosto 2010, 0:35 
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Con la solita retorica di Rai tre hanno mostrato tutti i cimiteri dei militari caduti in battaglia tranne quello dei germanici,per opportuna completezza dell'informazione.




Il Sacrario militare Germanico di Caira
In località Collemarino a Cassino
di
Sergio Saragosa

Sul piccolo rilievo a forma di pagnotta di pane situato a Nord-Est a valle di Caira e che noi oggi chiamiamo Collemarino, nell’anno 1959 iniziarono i lavori per la costruzione del cimitero militare germanico e man mano che essi procedevano, si iniziava già a trasferirvi i resti dei tedeschi caduti nell’Italia meridionale, esclusa la Sicilia, per la maggior parte morti sotto i bombardamenti nella zona di Cassino.
Subito dopo il passaggio del fronte, oltre la Linea Gustav, dopo il mese di maggio del 1944, si provvide a raccogliere in cimiteri di fortuna i numerosi caduti di ogni esercito, in attesa della sistemazione definitiva in quelli di guerra che oggi esistono nella nostra zona (inglese, polacco, francese, italiano e tedesco). I caduti germanici furono gli ultimi ad essere raccolti ed alcune decine di essi furono rinvenuti proprio al momento dell’inizio della costruzione del cimitero. Ancora oggi si effettuano ritrovamenti lungo la lunga Linea Gustav e i resti vengono portati nel cimitero del Collemarino. Anche in questi ultimi mesi sono stati ritrovati resti di soldati e ufficiali germanici a Vallerotonda, a Valvori, a Civitella Casanova di Pescara ed alcuni riposano già nel cimitero di Caira. Dagli iniziali 20.035, si è arrivati oggi a circa 20.080 caduti, ma molti sono ancora i dispersi. Negli anni precedenti, ogni qualvolta veniva individuato lo scheletro di un soldato tedesco, si avvisavano le autorità comunali o le locali stazioni dei Carabinieri che provvedevano a contattare i rappresentati dell’ambasciata o del consolato che si occupavano del recupero dei resti e della sistemazione presso centri di raccolta. L’Amministrazione comunale di Cassino aveva dato l’incarico di provvedere al recupero delle salme dei soldati di ogni nazione che aveva combattuto nella zona alla ditta Coppola e il grosso del lavoro fu portato a termine nei primi anni cinquanta proprio con la raccolta dei caduti germanici.
I primi a trovare riposo nel cimitero di guerra di Caira furono i soldati tedeschi sepolti nei vari cimiteri civili della zona compresi i circa duemila provvisoriamente tumulati anche in quello di Caira, dove erano stati sepolti quando si era combattuto a Napoli e a Montelungo.
Quella della raccolta dei militari caduti nelle quattro battaglie di Cassino fu un’impresa veramente ardua. Testimoni oculari raccontano di scene apocalittiche rimaste impresse nella loro memoria. Dappertutto mucchi di cadaveri in avanzato stato di decomposizione, specialmente quelli che si trovavano nella zona coperta dalle acque del fiume fatto straripare. Cimiteri frettolosamente allestiti per offrire una prima dimora ai morti man mano che venivano raccolti dai loro commilitoni, come quello che sorgeva all’inizio della salita che porta a Caira, ai piedi del colle del Morrone, che raccoglieva i morti indiani, come ricorda Salvatore Nardone. Quelli che erano alla vista di tutti furono naturalmente raccolti per primi, ma più difficile fu ritrovare coloro che erano rimasti sepolti sotto i cumuli delle macerie, nei bunker e nelle casematte, nelle numerose gallerie crollate e nelle caverne naturali della zona. Segnalazioni continue arrivavano dai cittadini che per primi erano rientrati e che riprendevano nei campi e sulle montagne le attività interrotte forzatamente circa un anno prima.
I lavori per la costruzione del cimitero militare germanico, iniziati sotto la supervisione dell’architetto Tischler si protrassero per diversi anni, fino al 1964, e furono portati a termine dal Professor Offenberg e solo verso la fine furono eseguite alcune opere essenziali, come ad esempio la costruzione della larga e dritta diramazione che oggi dalla strada provinciale di Caira porta direttamente allo spiazzale che si trova ai piedi del cimitero. Per diverso tempo infatti l’accesso al cimitero fu assicurato da una stretta stradina che non seguiva l’attuale tracciato e che costituì un notevole ostacolo per i mezzi pesanti che dovevano trasportare l’occorrente per eseguire i lavori. Una delle imprese più difficili fu quella di sistemare nella sala dell’edificio di ingresso, al culmine della scalinata che prende luce da un’apertura del soffitto, l’imponente scultura denominata “Afflizione e Conforto”. Il pendio notevolmente accentuato del Collemarino e i muraglioni di sostegno delle varie terrazze, tutti in granito, permettevano solo l’uso di piccoli mezzi di trasporto denominati “Unimog”.
Il cimitero militare germanico del Collemarino occupa più della metà della parte anteriore della collina, è rivolto a sud, è formato da cinque terrazze ascendenti e da due semiterrazze ad est nella parte più bassa ed è diviso in 34 campi, come risulta dalla cartina appresso riportata. Sulla sua sommità svetta tra alti cipressi una croce di bronzo alta 11 metri, oltre la quale si trovano le fosse comuni. Pur essendo terminati i lavori nell’anno 1964, il cimitero fu aperto al pubblico il 4 maggio del 1965, alla presenza dell’allora Abate di Montecassino Ildefonso Rea1.
Da sempre il cimitero germanico di Caira è meta di un continuo pellegrinaggio di gente che proviene da ogni parte del mondo, non solo dai paesi europei, e il numero dei visitatori aumenta ogni anno sempre più, anche per effetto delle iniziative intraprese da varie organizzazioni. Nel corso di ogni anno si succedono all’ombra dei cipressi che svettano solenni sulle tombe diverse cerimonie di commemorazione alle quali partecipano non solo reduci e autorità, ma anche molti abitanti del paese, chiamati dal mesto e solenne richiamo delle campane.
Il cimitero militare germanico di Caira è oggi un’oasi di pace che invita alla preghiera e alla riflessione tutte le genti desiderose solo di essere accomunate da un unico spirito di amore e di fratellanza.


Li ho visitati tutti nel 1966.


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 Oggetto del messaggio: Re: Cannone ferroviario "Leopold" "Anzio Annie" in azione
MessaggioInviato: domenica 8 agosto 2010, 13:37 
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Iscritto il: domenica 2 dicembre 2007, 11:43
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Località: Catanzaro
anche qui: http://www.youtube.com/watch?v=nAxySDG_ ... re=related


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 Oggetto del messaggio: Re: Cannone ferroviario "Leopold" "Anzio Annie" in azione
MessaggioInviato: domenica 8 agosto 2010, 19:19 
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Messaggi: 4549
Località: Ovunque, in sella alla vespa...
Infatti, come se i soldati della wermacht fossero tutti volontari fanatici venuti apposta per mettere a ferro e a fuoco il nostro paese.
A nessuno viene in mente che molti di loro, se avessero potuto, si sarebbero volentieri dedicati a tutt'altro.
A nessuno poi viene in mente che, finita la vita, diventiamo tutti uguali: soldati tedeschi, soldati italiani, soldati alleati, noi che stiamo qui a parlarne sessantacinque anni dopo.
Piuttosto, vediamo come evitare per il futuro di dover riempire altri sacrari (e siamo sulla buona strada...).


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