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MessaggioInviato: venerdì 17 febbraio 2006, 16:03 
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Pik, le bronzie della biella che insistono sul perno sferico sono divise in due parti. tenute bloccate dalla zeppa che si nota nella foto n. 2 di Giancarlo Giacobbo.
Saluti bronzinati.
Carlo Pezzini


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MessaggioInviato: venerdì 17 febbraio 2006, 17:49 
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8) E finalmente ho capito come lavora il carrello italiano!


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MessaggioInviato: venerdì 17 febbraio 2006, 18:37 
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TaigaTrommel ha scritto:
8) E finalmente ho capito come lavora il carrello italiano!




Anche iooooo!!! Grazie Taiga!!! :D


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MessaggioInviato: venerdì 17 febbraio 2006, 19:31 
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Di principio il movimento è quello ma come ho detto precedentemente, le bielle non si possono allungare o accorciare per seguire lo spostamento trasversale pertanto l'asse si sposta seguendo un arco di cerchio pur mantenendosi parallelo con gli altri. In questa maniera la distanza fra i centri-ruota rimane costante.
Ho modificato il disegno di Taiga e spero che si capisca.
Immagine


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MessaggioInviato: venerdì 17 febbraio 2006, 19:48 
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ADESSO HO CAPITOOOOOOOOOO!

Praticamente il primo asse accopiato trasla (mantenendosi parallelo agli altri assi accoppiati) seguendo una traiettoria circolare!

Geniale.


Ultima modifica di TaigaTrommel il venerdì 17 febbraio 2006, 19:50, modificato 1 volta in totale.

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MessaggioInviato: venerdì 17 febbraio 2006, 19:49 
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Iscritto il: venerdì 3 febbraio 2006, 13:31
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CARLO PEZZINI ha scritto:
Pik, le bronzie della biella che insistono sul perno sferico sono divise in due parti. tenute bloccate dalla zeppa che si nota nella foto n. 2 di Giancarlo Giacobbo.
Saluti bronzinati.
Carlo Pezzini

Non tutte la macchine hanno avuto lo stesso tipo di snodo sferico, di conseguenza la bronzina è differente. Se la sfera è un tutt'uno con il bottone di manovella, c'è una sede divisa in due che ha la sede per la sfera , il tutto viene poi montato nel porta bronzina e tenuto fermo dalla zeppa come la foto2 ( per la cronaca è la 625-017).
Un altro tipo di montaggio è fatto con il bottone di manovella cilindrico come quello degli altri assi. Su questo perno viene montato un supporto sferico che ruota dentro una bronzina simile a quella dell'altro tipo, il tutto è poi montato sul porta bronzina che lo tiene fermo con la solita zeppa.
La differenza fra i due sistemi lo si nota perchè in questo caso il porta bronzina è aperto e non chiuso come nella foto. Il bottone di manovella è visibile.
Immagine


Ultima modifica di Giancarlo Giacobbo il sabato 18 febbraio 2006, 13:17, modificato 2 volte in totale.

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MessaggioInviato: sabato 18 febbraio 2006, 9:49 
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Continuiamo l'approfondimento...
Il primo a pensare a una soluzione di questo tipo fu von Helmoltz che inventò il carrello Krauss-Helmoltz, poi arrivò Zara che applicò la traslabilità del perno di rotazione, a sua volta ripresa nell' originale.
Domanda:
mi è chiara la differenza tra il carrello Krauss-Helmoltz ed il carrello italiano ma, mi risulta che il Zara fece due versioni, la prima, fu denominata "carrello Zara" e la seconda "carrello italiano".
Siccome all'estero vi sono state applicazioni denominate Zara bogie, e a me sembrano uguali al carrello italiano volevo sapere se questa distinzine esiste oppure i due sono sinonimi.
ciao
Luciano


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MessaggioInviato: sabato 18 febbraio 2006, 10:06 
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Credo che ,dal punto di vista del movimento degli assi in curva, il carrello Zara e il carrello italiano siano analoghi. La differenza sta nel modo in cui il peso della macchina viene scaricato sugli sugli assi. Nel carrello italiano il peso grava sul perno, nel carrello Zara il peso viene scaricato direttamente sulle boccole dei due assi mediante tiranti e bilanceri. (fonte Cornolò, as usual :D )


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MessaggioInviato: sabato 18 febbraio 2006, 14:08 
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TaigaTrommel ha scritto:
Giancarlo Giacobbo ha scritto:
Esatto, trasla compiendo un arco di cerchio.


Scusa Giancarlo, allora ruota! :lol:


In effetti adesso ho capito cosa intendevi Giancarlo! Solo che non so quale sia il termine corretto... L'asse "trasla", perchè rimane parallelo a se stesso, ma "ruota" anche, visto che il suo baricentro (?) segue una traiettoria circolare... :lol:


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MessaggioInviato: sabato 18 febbraio 2006, 21:43 
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Iscritto il: venerdì 3 febbraio 2006, 13:31
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Come promesso, visto che sono riuscito a rimettere in moto lo scanner, vi invio i disegni degli snodi delle bielle accoppiate al carrello italiano.
Il primo si riferisce allo snodo posto sulla prima biella accoppiata che da il movimento a quella che va al carrello, il secondo si riferisce al cuscinetto sferico che si trova sul bottone di manovella dell'asse sterzante. Per la precisione c'è da dire che su tutte le macchine oggi in funzione, esclusa la 744-118, da poco uscita dal museo, hanno lo snodo sferico sul bottone di manovella in vista o protetto come quello della foto della 625 che ho già inviato.
Immagine

P.S. a differenza di quanto detto precedentemente, è il disegno 2 quello giusto in quanto l'asse si sposta, com'è ovvio, verso il centro della curva facilitandone al carro l'iscrizione.


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MessaggioInviato: lunedì 20 febbraio 2006, 10:55 
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Nome: Fabrizio Baroni
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scusate ma c´è una cosa che non mi torna: facendo riferimento al disegno di taigatrommel a me sembrerebbe corretta l'opzione 2. infatti il perno del carrello non è rigido, ma può traslare lateralmente, esattamente come in tutti i carrelli di guida. non vedo quindi perchè il primo asse accoppiato debba spostarsi verso l'esterno della curva, oltrettutto peggiorando la possibilità di iscriversi in curva del rodiggio. infatti dal disegno di giancarlo giacobbo risluta proprio così, ma curiosamente è riportato sotto l'opzione 1!

saluti,

fb


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MessaggioInviato: lunedì 20 febbraio 2006, 13:22 
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baroni ha scritto:
...... infatti dal disegno di giancarlo giacobbo risluta proprio così, ma curiosamente è riportato sotto l'opzione 1!
fb

Chiedo venia, ma facendo la modifica al disegno di Taiga ho preso la prima parte dimenticando di togliere l'opzione.
Comunque lo spostamento teorico è quello indicato ma nella realtà si sposta di ben poco. Considerando una traslazione laterale di circa 2 cm per parte a secondo della macchina, se si prende una 740 che ha la biella accoppiata di 1500 mm fra gli interassi, 2 cm di scostamento non sono nulla. Il tutto si gioca sulle tolleranze di lavorazione dei cuscinetti. Basta fare il teorema di Pitagora.


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MessaggioInviato: lunedì 20 febbraio 2006, 18:23 
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Qualche foto:


http://xoomer.virgilio.it/marcello_mari/625/


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MessaggioInviato: lunedì 20 febbraio 2006, 18:56 
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Vedo che Rodolfo e Paolo hanno dovuto fare un buon lavoro di lavaggio e sgrassaggio sulla 017.


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Dalle foto di Marcello si vede un particolare interessante: il carrello non supporta le boccole del primo asse accoppiato.
Infatti queste sono alloggiate nel telaio della locomotiva e quindi l'asse può compiere solo una traslazione laterale rimanendo parallelo agli altri assi accoppiati.
Il carrello compie un movimento che è l'insieme di una rotazione unita ad una traslazione (infatti il collegamento tra perno e ralla è fatto in modo da consentire una traslazione e non unicamente una rotazione come invece sarebbe se fosse un collegamento fisso).
Il trucco sta nel sistema di collegamento fra il telaio del carrello e le boccole del primo asse accoppiato.
Infatti il del peso che grava sul carrello, tramite il perno, è trasferito al primo asse asse accoppiato da una balestra trasversale i cui pendini sono collegati alle boccole dell'asse stesso.
In questo modo il sistema può oscillare con una certa libertà.
Sul perno verticale visibile nella foto, è fissato un pezzo a forma triangolare (non visibile) che si interpone fra il telaio del carrello e le boccole del primo asse accoppiato e, proprio in virtù di tale forma, il telaio stesso può ruotare senza mai perdere il contatto laterale con le boccole, che invece traslano mantenendosi parallele agli altri assi accoppiati.


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