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 Oggetto del messaggio: Re: Treni di latta: che passione!
MessaggioInviato: martedì 27 maggio 2014, 15:57 
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Johann Distler KG


La società, il cui nome completo era Metallwarenfabrik Johann Distler KG, fu fondata nel 1895 a Norimberga da Johann Distler, e produsse nell'arco di un cinquantennio una vasta gamma di giocattoli di latta: auto, treni, aerei etc.
Fino al1914 si dedicò alla costruzione di giocattoli economici (penny toys), fra cui dei trenini senza alcun tipo di meccanismo d'azionamento .

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Il successo arrise a Johann negli anni “20 e “30 quando iniziò fabbricare auto e treni mossi da meccanismi a molla ampliando progressivamente la gamma delle offerte; il numero dei dipendenti passò dai 50 pre guerra agli agli oltre 120, ed il catalogo nel nel 1930 comprendeva ben 850 articoli diversi.

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Tuttavia devo onestamente riconoscere che i suoi trenini non potevano certamente competere con la qualità dei più blasonati modelli di Bing, Bub, Doll, Fleischmann e Märklin.

Anche in questo caso le leggi ariane ci misero lo zampino, nel 1936 l'ebreo Johann Distler
dovette cedere la propria azienda, ben al di sotto del valore di mercato, a quel Ernst Voekl che nel 1938 rilevò anche la Trix di Stephan Bing.

Voekl volle tener ben distinte le due produzioni

- a Distler competevano i trenini di latta da vendere nel circuito dei grandi magazzini e delle ditte di vendita per corrispondenza
- a Trix quelli di maggior qualità dedicati alle scale 00 ed H0

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Dopo la seconda guerra mondiale, la Distler si dedicò a fabbricare meravigliose auto di latta dotate di motori elettrici e servocomandi, e dal 1950 avviò anche la produzione di trenini elettrici di latta in H0, dotati di un pregevole motore brevettato e funzionanti a batteria; realizzò anche una piccola serie di modelli elettrici in scala 0

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Tuttavia quest' impegno non le permise di reggere l'assalto dell'agguerrita concorrenza di aziende più grandi, che offrivano modelli migliori: ormai l'epopea dei treni di latta era già finita, e dei modelli Distler non c'era più richiesta.


Nel 1962 l'azienda venne chiusa, gli impianti ed marchio furono venduti ad una società belga con sede a Nivelles che assunse il nome di Distler Toys SA, ma anch'essa non riuscì a sopravvivere, e nel 1968 cessò definitivamente la produzione.


i loghi


fino al 1930
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1930 - 45
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dopo il 1945
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Bibliografia
Leonhard Dingwerth: Lexikon Historisches Blechspielzeug, I. Eisenbahnen, Band I.1.A.: Nürnberger Hersteller (Bub – Distler)


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 Oggetto del messaggio: Re: Treni di latta: che passione!
MessaggioInviato: martedì 27 maggio 2014, 21:27 
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Nome: Antonio M. G.
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...


Ultima modifica di tonymau il lunedì 15 maggio 2017, 10:41, modificato 1 volta in totale.

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 Oggetto del messaggio: Re: Treni di latta: che passione!
MessaggioInviato: mercoledì 28 maggio 2014, 9:15 
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E come non seguire? Questo e' un topic "incantato"..


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 Oggetto del messaggio: Re: Treni di latta: che passione!
MessaggioInviato: giovedì 29 maggio 2014, 13:56 
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Made in US zone Germany


Talvolta vi sarà capitato di leggere questa curiosa scritta sui trenini ed altri oggetti fabbricati in Germania negli anni 1946-1950;

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se ne conoscete il significato non proseguite oltre, in caso contrario leggetevi questa storia.

Subito dopo la seconda guerra mondiale la porzione di territorio del Deutsches Reich, che poi sarebbe diventata la Bundesrepublik, fu suddivisa in tre distinte zone d'occupazione: britannica, francese e statunitense.
La zona degli Stati Uniti comprendeva tutta la Germania meridionale inclusa la "kreisunmittelbare Stadt Nürnberg" ed il suo "Landkreis", entrambi dediti alla produzione di giocattoli .


La Germania divisa era economicamente debole, e dipendeva dagli alleati per il rifornimento di cibo e merci. Mentre l'Unione Sovietica stava depredando e smantellando tutte le attrezzature industriali presenti nella zona di territorio tedesco da lei occupata per trasferirle al di la degli Urali, gli Stati Uniti, consci e preoccupati per i costi economici di una Germania completamente dipendente da loro, iniziarono ad investire nelle industrie tedesche per favorirne la ripresa.

Nel 1946, gli USA e la Gran Bretagna fusero le loro zone di occupazione, e nel 1947 il governo degli Stati Uniti iniziò un programma massiccio di aiuti nell'ambito del Piano Marshall, fornendo all'Europa, ed anche alla Germania post hitleriana, montagne di dollari e merci per agevolare il recupero socioeconomico.

Ma torniamo ai trenini di latta.

Per dar lavoro al maggior numero possibile di persone, gli americani spesso garantivano l'acquisto dell' intera produzione di alcune fabbriche, e ciò avvenne anche per quelle di giocattoli.
Inoltre, talvolta i produttori tedeschi vendevano direttamente una gran parte dei loro articoli alle migliaia di militari alleati di stanza in Germania (molti dei quali convivevano con le proprie famiglie), soprattutto perché venivano pagati in valuta estera più appetibile del Reichsmark, che a quel tempo non aveva alcun valore.

Quindi per distinguere i giocattoli, insieme ad altri manufatti, prodotti in zona in quel periodo e con le agevolazioni sunnominate, fino ai primi anni Cinquanta le aziende tedesche utilizzarono come marchio di origine “Made in US zone Germany”,

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Quando le truppe alleate cessarono legalmente di essere eserciti di occupazione, il marchio divenne
"Made in Western Germany " .


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E quando la Germania divenne finalmente libera ed indiprndente, si tornò al vecchio e glorioso marchio d'anteguerra "Made in Germany"

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 Oggetto del messaggio: Re: Treni di latta: che passione!
MessaggioInviato: sabato 31 maggio 2014, 16:13 
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Doll et Cie


L'azienda Doll et Cie fu fondata a Norimberga nel 1898 dal lattoniere Peter Doll e dal suo socio Isodor Sondheim; fino al 1914 fabbricò quasi esclusivamente giocattoli azionati dal vapore, come locomotive, automobili e mini macchine stazionarie,

http://www.youtube.com/watch?v=4COPz80fltQ

che venivano esportati in tutta Europa e negli Stati Uniti.

In quell'anno si aggregò come terzo socio Max Bein, nipote di Sondheim, che cambiò indirizzo alla produzione aggiungendo prima quella di trenini con meccansmo a molla, poi quella di elettrici che riscossero un grande successo.

Nel dopoguerra gli affari andarono a gonfie vele, ed in azienda lavoravano ben 250 dipendenti.
Ma quando parliamo di ditte tedesche c'è sempre un ma a guastare le feste: i tre soci erano di origine ebraica ed in quel periodo entrarono in vigore le famigerate “leggi di Norimberga” che vietavano espressamente qualsiasi attività di business con gli ebrei.

La Doll fu una delle ultime aziende di proprietà semita a capitolare, e nel 1938 fu costretta a cedere l'attività alla famiglia Fleischmann (che aveva già in precedenza acquistato il tooling di Bing), con l'accordo segreto che questa l'avrebbe restituita ai legittimi proprietari, qualora in futuro il regime nazista avesse lasciato il potere.

Curiosamente, la famiglia Fleischmann era anche essa di origine ebraica, ma riuscì a ottenere il certificato d'arianità, lo stesso non fu possibile per Doll e soci.

Solo Max Bein riuscì ad evitare l'olocausto fuggendo con la famiglia negli Stati Uniti, della sorte capitata agli altri due non se ne sa nulla.

Nel 1946 la stessa Fleischmann si offrì di restituirgli l'azienda, ma Bein, che ormai si era stabilito a Boston, non volle accettare la proposta, e richiese solo il rimborso della propria quota azionaria.

Fleischmann utilizzo il marchio Doll fino alla fine del 1949.

Se vi capitasse di vedere alcune locomotive Fleischmann prodotte negli anni “40, notereste subito che sono rielaborazioni di vecchie Doll.

Purtroppo, per i ben noti motivi, non ho il permesso di mostrarvi le numerose foto del mio archivio, pertanto dovete accontentarvi di questa


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Il marchio


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 Oggetto del messaggio: Re: Treni di latta: che passione!
MessaggioInviato: lunedì 9 giugno 2014, 19:03 
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Gentilmente c'è qualcuno che sa di quale marca è questo, dovrebbe essere degli anni 20
vi ringrazio
Dario


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 Oggetto del messaggio: Re: Treni di latta: che passione!
MessaggioInviato: venerdì 13 giugno 2014, 17:50 
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 Oggetto del messaggio: Re: Treni di latta: che passione!
MessaggioInviato: venerdì 11 luglio 2014, 18:38 
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 Oggetto del messaggio: Re: Treni di latta: che passione!
MessaggioInviato: lunedì 14 luglio 2014, 10:16 
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Salve a tutti. Sono rientrato dal mio viaggetto di 7500 km in Turchia (del quale allego qualche foto di interesse ferroviario scattata nel museo Koc di Istanbul) e sono pronto a riprendere lo sviluppo di un tema che mi sta a cuore: quello dei treni di latta, appunto. Visto che la nostra preziosa fonte Crosshead sembra essersi arenata, comincio io a pubblicare altre storie.
Prima però rispondo a Dario: mi sembrano prodotti Karl Bub, degli anni Trenta.
Ed ecco la lunga e travagliata storia della Arnold, che prosegue ai giorni nostri:

ARNOLD

Nella "nomenklatura" dei vecchi fabbricanti di giocattoli tedeschi quella della Arnold è una firma di tutto rispetto, per la sua anzianità e per la qualità dei prodotti, oggi apprezzati dai collezionisti anche se la sua stella non è mai arrivata a brillare come certi astri di prima grandezza.
L’azienda sorge nel 1906 per iniziativa Karl Arnold e fin dai primi anni di attività dimostra un notevole eclettismo fabbricando mezzi militari, vetture, moto, autocarri e tanti altri giochi. La sua migliore produzione è tuttavia concentrata soprattutto fra gli anni Trenta e la fine dei Cinquanta, periodo in cui sforna un buon numero di pregevoli giocattoli in lamiera.
Negli anni precedenti la seconda guerra mondiale, fra la produzione della Arnold troviamo un piccolo automezzo dei pompieri che ha un sosia tra i giocattoli della Rico e diverse belle motociclette, ma soprattutto spuntano, per stare al passo coi tempi, i primi mezzi militari. Ci sono autoblindo e carri armati, alcuni dei quali verranno riproposti ancora dopo il conflitto, in attesa di novità che non evochino più gli spettri della guerra.
A proposito dei giocattoli militari occorre ricordare un particolare non secondario: la Arnold deteneva già da diversi anni un brevetto consistente nell’uso delle pietre focaie per emettere scintille sfregando contro una rotella. Qualcosa di simile a ciò che oggi avviene nei comuni accendini. Questo semplice ma ingegnoso dispositivo trova una ideale applicazione nel giocattolo militare ed ecco autoblindo e carri armati muniti di cannoni e mitraglie che simulano il fuoco.
Durante la seconda guerra mondiale la Arnold va praticamente distrutta in seguito ai bombardamenti: la ricostruzione è completata nel 1946 ma soltanto più tardi escono le prime vere novità. ln questo periodo il veicolo certamente più famoso, anche per la presenza delle forze d'occupazione alleate in Germania, è la Jeep e puntualmente appare un'ottima riproduzione in lamiera firmata dalla Arnold della celebre camionetta che a partire dal 1949 viene proposta in più versioni. tra cui quelle con là scritta Military Police e una piuttosto rara con un rimorchietto munito di radar. Ce ne è anche una civile, oggi meno quotata, e quelle militari sono accompagnate da figurine di soldati alleati. Più che di un giocattolo si può parlare di un modellino in piena regola, con pneumatici in gomma, sterzo parabrezza ribaltabile, tanica del carburante, carica a molla e leva d’arresto.
Sempre nel genere militare, escono nuove autoblindo e carri armati. Ed ecco poi le prime auto civili che assumono nomi curiosi come Primat, Format e Candidat a seconda dei meccanismi. Sono vetture in lamiera di tipo americano, con carica a molla, ruote gommate e sterzo, lunghe circa 25 cm. Le cabriolet hanno personaggi a bordo. Col tempo, qualcuna di esse viene fornita di telecomando e altre vengono presentate anche in versione polizia. Singolare e piuttosto rara una con la scritta Polizia in italiano.
Molte sono le motociclette, che la Arnold continua a produrre nel dopoguerra con successo e in buon numero di varianti. A corredo di questi giochi c’è pure una stazione di servizio litografata che simula il rifornimento di carburante. Nel 1955 esce una Opel Kapitan berlina trasformabile in cabriolet, lunga 25 cm e presentata in tre edizioni: con carica a molla, a volano e comando elettrico a distanza. Coeva è pure un Mercedes 300 lunga 19 cm di non eccelsa fattura.
Numerosi sono in questo periodo gli autocarri: la Arnold ne produce un vasto assortimento composto da autogru, furgoni, cisterne autoarticolati e automezzi dei pompieri e militari. Fra tanti giocattoli in lamiera trova posto anche un bellissimo modello in plastica dura riproducente un autocarro Man: ha carica a orologeria, sterzo operante, pneumatici in gomma, cassone ribaltabile e soprattutto un magnifico telaio in lamiera.
Altro giocattolo degno di nota è un autobus del 1948 circa, che viene presentato anche in una singolare versione contenente all’interno una motrice che uscendo traina l’autobus. Da segnalare anche un trattore agricolo con rimorchio e tanti altri giochi come piste e giostre. Verso la fine degli anni ’50 la Arnold mette in commercio un’altra jeep di formato più grande della precedente (cm 20,04) ma inferiore come qualità; ha carica a frizione, ruote gommate e telefono estraibile dal retro del veicolo.
Di fronte alla massiccia invasione degli articoli di plastica, sul finire degli anni ’50 la Arnold comincia a disimpegnarsi dal mondo dei giocattoli in lamiera, che erano stati il suo forte, e nel 1960 si lancia nella produzione di trenini elettrici inventando lo scartamento N (scala 1/160) che per le sue ridottissime dimensioni consente un enorme risparmio di spazio.
Le ferrovie in miniatura Arnold riscuotono subito un buon successo, e il catalogo della ditta si arricchisce progressivamente di decine e decine di articoli fra locomotive, carrozze, vagoni, binari e relativi accessori.
Complice la concorrenza di altri produttori di treni elettrici, che dopo aver fiutato l’affare hanno allargato la propria produzione alla scala N, come Fleischmann in primis, negli anni ’80 sopraggiunge la crisi, e nel 1992 la Arnold viene acquisita dal gruppo italiano che già riunisce Rivarossi, Pocher, Lima e Jouef.
Nel 2001, con una curiosa alchimia finanziaria, viene creata la Lima Spa, con sede a Brescia, in seno alla quale prosegue l’attività di tutti i marchi del gruppo.
La nuova società è però presto travolta da una montagna di debiti e nel 2004, quando ormai sembra che non ci sia più alcuna speranza di salvezza, viene acquistata per 8 milioni di euro dalla Hornby. Prodotti a marchio Arnold sono tuttora commercializzati dalla Hornby.


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Commento file: La littorina ALn 56 a cremagliera già della Paola-Cosenza
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Commento file: Modellone (lungo tre metri) di una Pacific LMS
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 Oggetto del messaggio: Re: Treni di latta: che passione!
MessaggioInviato: martedì 14 ottobre 2014, 19:48 
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Iscritto il: venerdì 13 gennaio 2006, 13:41
Messaggi: 140
Località: Arese (MI) & San Gusmé (SI)
Scopro solo oggi questa interessantissima discussione.
Mi sono scaricato l'intera discussione e inserito il tutto in un unico file :D :D

Vorrei contattare in privato "crosshead", che, spero, vorrà mandarmi la sua mail per messaggio privato.


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 Oggetto del messaggio: Re: Treni di latta: che passione!
MessaggioInviato: martedì 14 ottobre 2014, 20:10 
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Iscritto il: sabato 3 maggio 2014, 18:54
Messaggi: 1676
Cita:
Scopro solo oggi questa interessantissima discussione


Caro twm se ti interessa, posso dirti la mia: giantella48yahoo.it
ciao, Joker


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 Oggetto del messaggio: Re: Treni di latta: che passione!
MessaggioInviato: martedì 13 gennaio 2015, 10:08 
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Iscritto il: sabato 4 luglio 2009, 22:25
Messaggi: 4050
Località: Brescia
Cari amici,
dopo quasi otto mesi di assenza dal forum, mi rifaccio vivo con la debita giustificazione.

Alla fine dello scorso maggio sono stato aggredito da un improvviso ictus cerebri ad eziologia emorragica, causato dal prolasso della valvola mitralica.
Questo evento ha comportato una lunghissma degenza ospedaliera correlata al recupero psicofisico, ed alla sostituzione di detta valvola.

Ora sto meglio, purtroppo devo subire gli strascichi di una tediosa amnesia anterograda, pertanto chiedo scusa a tutti coloro che nel frattempo mi hanno posto delle domande, cui risponderò non appena mi sarà possibile.


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 Oggetto del messaggio: Re: Treni di latta: che passione!
MessaggioInviato: martedì 13 gennaio 2015, 11:00 
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Iscritto il: venerdì 13 gennaio 2006, 13:41
Messaggi: 140
Località: Arese (MI) & San Gusmé (SI)
Siamo contenti risentirti :D
Lasciamo alle spalle il 2014 e AUGURI per un 2015
che sarà senz'altro migliore :wink:


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 Oggetto del messaggio: Re: Treni di latta: che passione!
MessaggioInviato: martedì 13 gennaio 2015, 12:27 
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Iscritto il: domenica 16 ottobre 2011, 17:15
Messaggi: 47
Ben tornato e buon 2015!

Siamo ansiosi di tornare a leggere questo interessante thread.

Ruggero


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 Oggetto del messaggio: Re: Treni di latta: che passione!
MessaggioInviato: martedì 13 gennaio 2015, 15:03 
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Iscritto il: martedì 23 giugno 2009, 12:56
Messaggi: 2824
Località: Trieste
bentornato anche da parte mia, e ti auguro una completa guarigione.


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