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 Oggetto del messaggio: Re: Le elettromotrici di prima generazione: ALe 792 e simili
MessaggioInviato: mercoledì 2 ottobre 2019, 13:21 
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Complimenti vivissimi. Sono capolavori da artigiano/artista, a vederle quasi commuovono...


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 Oggetto del messaggio: Re: Le elettromotrici di prima generazione: ALe 792 e simili
MessaggioInviato: venerdì 11 ottobre 2019, 16:55 
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Grazie Riccardo per le tue impressioni. In effetti tutto ruota sul grado emozionale che questo nostro hobby suscita. Gioia, commozione, ansia per i risultati, ecc. ci influenzano inevitabilmente e guai se non fosse così. Scusate ma non sempre posso essere pronto a rispondere. Adesso propongo un altro step.


La rimorchiata centrale.
Questa carrozza è il risultato di una trasformazione e di un adattamento della scocca mostrata in precedenti foto, cioè quella di una ALe 840 che presenta le stesse caratteristiche di una 883 riguardo alla sezione centrale della stessa, in particolare la sezione che va da una porta d'accesso pneumatica all'altra. Le due testate invece sono state rifatte completamente, tagliando via quelle bombate originali. Anche queste scocche mi sono arrivate in comodato da parte di un amico che non ha potuto compiere l'opera di autocostruzione. Dalle foto allegate si evince il procedimento di adattamento e trasformazione che non si discosta dalla metodologia precedentemente descritta. Rifare le nuove testate tronche è stato un po più complicato del previsto dato che ho dovuto allungare di qualche millimetro la superficie dell'imperiale. La conformazione originale prevede infatti una inclinazione anteriore decrescente verso il basso, secondo il profilo caratteristico di queste macchine, ma incompatibile con la nuova configurazione, e per modificare tale particolare ho dovuto far ricorso a degli spezzoni di plastica da 1,00 mm incollati sul tetto, lunghi quel tanto che basta ad aumentare l'altezza prima di giungere al nuovo tratto inclinato tipico delle Le 883 (come d'altronde di tutte le automotrici a testata tronca). La sotto-scocca invece ha una curvatura laterale accettabile in quanto si presenta di giusta altezza dal piano di rotolamento, ma deve essere sottoposta alle stesse modifiche delle testate. Anche qui ho fatto uso della mia pasta plastica là dove era necessario tamponare alcuni vuoti o rinforzare gli angoli.
Le foto mostrano come la pasta plastica serva da riempitivo e da rinforzo negli angoli, che poi vengono ispessiti da altri spezzoni di plastica. Le linea piuttosto grezza che ne deriva è sottoposta in seguito a lavori di carteggiatura che riducono gli angoli e ne armonizzano la linea.
A questo scopo vorrei aggiungere un espediente che mi è tornato utile in fase di lavorazione. Ho prodotto un utensile che ha accelerato le funzioni di rastremazione degli spessori in plastica, ma può andare bene anche per altri materiali più malleabili. Ho ritagliato un disco di carta vetro, prendendo a modello un disco abrasivo in metallo acquistato presso un normale negozio di modellismo in genere, e ho praticato un foro da 1,5 mm di diametro. Poi ho montato il dischetto così ottenuto sul trapanino da banco ed ho operato di conseguenza. Vi assicuro che l'ampiezza di questo dischetto rende facile la carteggiatura di ampie superfici, specie poi se si lascia il dischetto rigido sotto quello in carta, a mo' di irrigidimento. I dischetti abrasivi in vendita generalmente sono di diametro molto inferiore e non si riesce a raggiungere le superfici più profonde e inoltre si possono produrre dischetti a grana grossa o fine, a piacere. Quelli in commercio in genere sono tutti di misura piuttosto piccola e standard. Naturalmente per gli angoli ho usato delle fresette di diverso calibro e forma. In teoria con questo metodo si potrebbero produrre dischetti di diametro più ampio o più stretto, a grana di ogni tipo, a seconda delle necessità. Questo accessorio si va ad aggiungere agli altri utensili già in uso.


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 Oggetto del messaggio: Re: Le elettromotrici di prima generazione: ALe 792 e simili
MessaggioInviato: martedì 22 ottobre 2019, 10:38 
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Dalle foto si può notare il procedimento che ho seguito per aprire i vani delle finestre e dell'accesso al mezzo, tramite trapanino da banco con cui ho praticato dei forellini lungo i perimetri, ricongiunti poi per eliminare lo spezzone di plastica superflua. Si notino poi i tracciati per ottenere l'esatta complanarità delle aperture sui due lati del mezzo.
Inoltre si notino le operazioni di completamento delle testate di estremità delle singole scocche destinate a formare il convoglio, con abbondante uso di plastica PS come da mia consuetudine.


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 Oggetto del messaggio: Re: Le elettromotrici di prima generazione: ALe 792 e simili
MessaggioInviato: sabato 9 novembre 2019, 10:29 
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Completato il lavoro di configurazione della scocca, sia superiore che inferiore, era necessario aggiungere le porte di accesso dei passeggeri, che sono in forma di aperture pneumatiche a quattro sezioni. Avendo a disposizione gli elementi aggiuntivi del kit originale prodotti in stagno-piombo, come mi riferisce l'amico Guido, ho riprodotto delle copie in resina che mi hanno facilitato il compito, ma che mi hanno costretto ancora una volta a degli interventi di adattamento (per altro necessari anche se avessi usato gli aggiuntivi originali in stagno-piombo). Queste porte pneumatiche sono state aggiunte alle carrozzerie di testa, mentre la carrozza centrale possedeva già tali elementi, per cui ho dovuto solo aggiungere i predellini di accesso (spezzoni di plastica della ditta NOCH a segmenti paralleli).
Subito dopo però mi sono accorto che, in confronto alle foto del prototipo rilevate dalla documentazione già citata, le porte di accesso pneumatiche così fatte risultavano troppo corte in altezza, come se chi le avesse preparate a suo tempo volesse, come dire, economizzare sul materiale. Come si vede dalle foto, ho dovuto eseguire dei lavori supplementari per “allungare” verso il basso i figurini delle antine a libro con l'aggiunta di spezzoni ritagliati da altri figurini. Le giunture sono state poi mascherate alla meglio con il solito stucco. Ad occhio nudo si notavano troppo chiaramente che i predellini d'accesso erano fissati in alto rispetto al prototipo, per cui ho dovuto eliminare quello dell'aggiuntivo e crearne un altro che sporge più in basso dalla bombatura del sotto-cassa.
Le foto mostrano la posizione delle aperture d'accesso come si presentavano alla prima stesura del convoglio. Appena posso presenterò la soluzione finale e i confronti.


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Commento file: Questi sono i particolari a corredo in lega basso fondente insieme ai cloni da me replicati. Si noti il respingente frantumato.
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 Oggetto del messaggio: Re: Le elettromotrici di prima generazione: ALe 792 e simili
MessaggioInviato: giovedì 21 novembre 2019, 11:41 
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Ritorno sull'argomento postando le foto che mostrano le modifiche ai predellini d'accesso alle carrozze, viste le inesattezze degli aggiuntivi originali del kit.
Dopo il lavoro di correzione delle porte sono passato all'aggiunta degli accessori di rito (respingenti, fari a ghiera stretta, come in origine, gli sportelli del sotto cassa fornite nel kit e prove di adattamento dei pantografi). A questo punto diventava necessario accostare gli elementi per verificarne la complanarità e la linearità delle forme. Da precisare però che per far questo ho dovuto montare i motori G nel telaio delle due automotrici, in modo che in situazioni di emergenza le automotrici possano viaggiare indipendentemente l'una dall'altra o in configurazione completa, anche perché mi sono sforzato di creare una rimorchiata pilota del tipo Ln 640, da aggiungere anche ad altri convogli misti. In questo modo una 883 potrà viaggiare in convoglio completo di tre elementi, con due motorizzate, o semplicemente una automotrice con una rimorchiata Ln 640 e l'altra con la rimorchiata lunga.


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 Oggetto del messaggio: Re: Le elettromotrici di prima generazione: ALe 792 e simili
MessaggioInviato: domenica 1 dicembre 2019, 18:10 
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Volendo rispettare la configurazione d'origine, dove le sedi dei carrelli sono arricchiti delle “unghie”, tipiche di questi mezzi in origine, ho dovuto faticare non poco per far sì che i carrelli, specialmente quelli motori, potessero ruotare senza confliggere con queste ultime. Il compromesso necessario era quello di rastremare dall'alto le fiancate in resina fino alla perfetta libera rotazione del carrello, ma a scapito di una visione completa del carrello così come era presente tra gli aggiuntivi. Alla prima corsa di prova il mezzo ha circolato con sicurezza, per cui mi ritengo soddisfatto. Tutto questo ha richiesto tempo e ulteriori lavori di aggiustamento, ma che senso avrebbe la fatica senza soddisfazione?
A questo punto passo a mostrare i primi passi di una ALe 883 in corsa di prova sul plastico modulare del DLF di Verona. Un po' di pazienza se alcune riprese non sono perfette, ma ho dovuto fare tutto da solo, riprese e controllo del trasformatore, oltre a seguire il modello durante la corsa. A volte troppo veloce, altre volte in fase di arresto e inevitabilmente la mano a volte mi trema.
Intanto le prime fasi della verniciatura.


Poi: https://youtu.be/ioHlgNG5r0s


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 Oggetto del messaggio: Re: Le elettromotrici di prima generazione: ALe 792 e simili
MessaggioInviato: giovedì 5 dicembre 2019, 12:41 
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Anche la verniciatura ha comportato un tempo più lungo del previsto, ma i risultati sembrano buoni (non voglio esagerare), considerato che ho provato una verniciatura esclusivamente con diluente nitro. La proprietà di questa vernice “giallo isabella” è la lucentezza eccessiva, tale che i modelli sembrano usciti dalla fabbrica BREDA o subito dopo una revisione ciclica e devo provvedere a renderla un po opaca con l'aiuto di un opacizzante a spruzzo.


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 Oggetto del messaggio: Re: Le elettromotrici di prima generazione: ALe 792 e simili
MessaggioInviato: venerdì 6 dicembre 2019, 10:17 
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Tutto bello, come sempre del resto.


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 Oggetto del messaggio: Re: Le elettromotrici di prima generazione: ALe 792 e simili
MessaggioInviato: venerdì 6 dicembre 2019, 12:53 
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Grazie Giuseppe, io ci metto il cuore ed il resto viene da sé. Spero però che le mie esperienze possano servire ad altri con la voglia di fare, affinché il nostro modellismo non tramonti.
Saluti.


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 Oggetto del messaggio: Re: Le elettromotrici di prima generazione: ALe 792 e simili
MessaggioInviato: mercoledì 18 dicembre 2019, 20:21 
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Completato questo lavoro inizia quello dell'aggiuntivazione dei particolari, in primo luogo i vetrini che simulano i finestrini, poi i vetri depluvi su ogni finestrino, che caratterizzavano queste automotrici come altre del periodo. Infine vanno aggiunti tutti i particolari sull'imperiale delle carrozze, compresa la rimorchiata.
Per ultimo si aggiungeranno le decals per l'immatricolazione nell'elenco dei rotabili facenti parte della mia collezione.
A breve posterò le ultime foto con riguardo alla rimorchiata Le 640.


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Commento file: In questa foto sono già presenti gli aggiuntivi applicati in fase finale.
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 Oggetto del messaggio: Re: Le elettromotrici di prima generazione: ALe 792 e simili
MessaggioInviato: sabato 18 gennaio 2020, 15:24 
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Salve amici, posto adesso le ultime foto inerenti al lavoro di cui in oggetto. Più in basso pubblico il link di due video che mostrano le mie automotrici in corsa sul plastico modulare del DLF di Verona, un video in velocità lenta e di seguito a velocità leggermente più alta sulla stesa tratta. Devo però aggiungere che la seconda motrice della mia autocostruzione mi sta dando problemi di marcia, nonostante sia configurata nello stesso modo della prima in video. Per questo motivo non appare nella composizione classica di tre elementi, ma vedrò dove sta il problema emerso.

Nel secondo video viene mostrata la mia ALe 840 costruita secondo il mio procedimento, relazionato più in alto in questo thread. Pur essendo pronta anche la rimorchiata all'atto della corsa di prova mi accorgo che ho montato un asse in posizione inversa all'altro dello stesso carrello, causando così un corto che vanifica la marcia. Devo ovviamente rimediare all'inconveniente in officina appena possibile.
A voi le immagini e buona visione.

https://youtu.be/5K0PmZElm9c

https://youtu.be/pM2JVkEvsIo


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 Oggetto del messaggio: Re: Le elettromotrici di prima generazione: ALe 792 e simili
MessaggioInviato: domenica 16 febbraio 2020, 19:11 
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Dopo il lungo periodo di gestazione finalmente posso postare due video delle mie ALe 883 in corsa sul plastico modulare consueto. Qualche difficoltà di marcia mi ha obbligato a delle prove supplementari, ma in definitiva l'unico problema rimasto sembra limitato alla iscrizione in curve con raggio di curvatura minore ai 45,00 cm di raggio. La difficoltà maggiore è stata dover coordinare la marcia di due motori LIMA, seppur identici, in sincronia. Non pensavo fosse così difficile. Con i motori PIKO sull' ETR 300 era andato tutto bene al primo tentativo, ma evidentemente le qualità di marca sono diverse.
Adesso i link:

https://youtu.be/ul7BzmOA3zc

https://youtu.be/Z7jR8OAx7tw

Grazie per l'attenzione e la partecipazione. Prossimo step ed ultimo della serie sarà la realizzazione di una ALe 790 FIAT, appena possibile.
Saluti.


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 Oggetto del messaggio: Re: Le elettromotrici di prima generazione: ALe 792 e simili
MessaggioInviato: mercoledì 4 marzo 2020, 19:34 
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Saluti a tutti. Dopo l'ultimo step riguardante le ALe 883 mi sono dedicato all'ultima automotrice della serie in questione, così eccomi di nuovo a relazionare.

Una ALe 790 a testate tronche (FIAT).

Desideroso di avere una automotrice elettrica di prima generazione di costruzione FIAT, con le sue modanature dei coprigiunti, ho voluto approfittare dell'ennesima scocca rimastemi di quelle finora utilizzate e cioè la residuata di quel kit originario del convoglio di ALe 883, che non ho voluto realizzare nei modi suggeriti dal costruttore. Ebbene, ho preso in carico la scocca destinata a diventare la rimorchiata centrale, ormai rimasta orfana, e ho pensato di convertirla nell'automotrice citata. Come dichiaravo in precedenza questa scocca non ha la forma corretta per poter ottenere una qualsivoglia somiglianza al prototipo reale di una ALe, per cui il lavoro iniziale si è basato sul rendere più somigliante possibile la scocca all'elemento che avevo scelto. Come si vede infatti dalle foto allegate le testate presentano un contorno appena abbozzato nella configurazione del reale. Per prima cosa ho dovuto accorciare le due semi-scocche in quanto la lunghezza dell'elettromotrice ALe 790 è ridotta rispetto alla rimorchiata Le 883 di circa 1,00 cm in scala, essendo le misure reali di 27200 mm per la rimorchiata e di 26000 mm netti per la ALe 883 fin qui prodotta. Anche qui c'era bisogno del taglia e cuci che io ho eseguito su una estremità delle semi-casse, all'altezza del vano carrelli (nel sottocassa) ed in corrispondenza dell'inclinazione della scocca superiore verso la testa, tipiche di queste automotrici. Come per le altre scocche già usate per i precedenti modelli, anche questa scocca non corrisponde nelle bombature inferiori al prototipo in esame e il lavoro principale è stato quello di ampliare la superficie del sottocassa per poi rimodellarle con carta-vetro di grana a scalare. Inoltre le estremità di entrambe le scocche non possono minimamente essere assimilabili al modello oggetto di realizzazione e allora il lavoro si complicava. Comunque anche qui ho fatto uso della pasta plastica, citata in precedenza, che ha riempito dall'interno le curve del profilo d'estremità cosicché ho avuto la possibilità di poter carteggiare a fondo il sottocassa per dare il minimo di somiglianza alle curve del prototipo, senza assottigliare troppo la plastica di base col rischio di indebolire gli angoli, rendendoli persino trasparenti. In ogni caso le forme delle testate originali non possono essere accettate così come sono in quanto lo stampo da cui provengono è piuttosto approssimativo (come già scritto). La conseguenza di ciò è che occorre usare la carta-vetro per sagomare meglio il profilo e così facendo il rischio è che l'involucro in PS si assottigli troppo e perda di robustezza.
Raggiunta la forma desiderata ho cominciato a ritagliare i vani destinati ad alloggiare i carrelli, rinforzando poi l'interno con dei segmenti di plasticard da 2,00 mm di spessore. In seguito aggiungerò altri spezzoni allo scopo di chiudere tutti gli spazi che si evidenziano ai lati del vano ritagliato.


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MessaggioInviato: giovedì 12 marzo 2020, 9:01 
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Un lavoro identico è stato fatto anche sulle estremità della scocca superiore, specialmente sull'arcata dei frontali, visto che, cercando di affinare la plastica (con carta vetro) per dare forma alla testata, emergeva un disegno ondulato piuttosto che una curva armonica e costante. Ho dovuto aggiungere allora degli spezzoni di plasticard in cima al centro dell'arcata per poi carteggiare il tutto e ridare la forma voluta. Tutto è stato accompagnato da abbondante uso di stucco per PS. Dalle foto si evidenziano i progressi fatti con l'apertura dei vani carrelli, ciò allo scopo di ottenere la giusta forma dei ricaschi d'estremità della scocca.
Mentre procedevo con la carteggiatura delle estremità del sottocassa ho ritagliato degli spezzoni di plastica PS da 2,00 mm di spessore secondo le misure del perimetro interno dello stesso e di lunghezza leggermente superiore al vano di collocazione dei carrelli. Ciò allo scopo di rinforzare l'elemento in questione e preformare un abbozzo di piano di calpestio, su cui poi adatterò il carrello motore che, manco a dirlo, sarà ancora una volta un LIMA, che ha il passo identico al necessario in scala. Devo aggiungere che questa volta ho usato la lastra derivata da una piastra di chiusura delle scatole per impianti elettrici di casa, a cui ho eliminato le cornici ricurve. La lastrina che ne deriva è perfettamente liscia e piana, con dei punti in rilievo che in origine servono agli inviti delle viti autofilettanti di montaggio e che si possono eliminare facilmente. Ne esistono di diverse misure ed io ne avevo preservate alcune da 10,00 mm x 30,00 mm. Questa plastica è stata una sorpresa quando ho provato l'incollaggio con altre plastiche di PS, cosa che mi ha dato e mi darà vantaggi economici per altre realizzazioni.
Quando ho ritenuto soddisfacente il profilo generale del modello, dopo il lavoro di carteggiatura, ho cominciato con la squadratura delle aperture da praticare sulla scocca. Riconosco che è un lavoro lungo e noioso, ma ho fatto di peggio in passato e non me ne sono mai pentito.


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MessaggioInviato: martedì 17 marzo 2020, 19:49 
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Una volta ultimate le aperture necessarie a rappresentare i finestrini e le porte di accesso sono passato all'applicazione delle modanature che in questo caso sono rappresentate dagli sgocciolatoi delle testate e da tutti i coprigiunti delle fiancate. Le sagome delle aperture delle porte sono state incise con trapanino da banco a cui ho applicato una sega circolare che, incidendo in modo finissimo, ha reso l'idea della forma di ogni singola porta, comprese quelle di intercomunicazione. La saracinesca, l'unica del prototipo, è un particolare che proviene da elementi dell'ingegneria edile, propria delle riproduzioni dei plastici in scala in uso presso i geometri.


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Commento file: Si notino i gocciolatoi in filo di rame.
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Commento file: Si notino i gocciolatoi in filo di rame.
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