Ritenevo di essere stato abbastanza chiaro nell’editoriale del numero 350, e invece mi sbagliavo. Ritorno perciò sull’argomento.
Probabilmente non sono riuscito, e me ne scuso, a far capire bene le difficoltà – gravissime – che stiamo attraversando. Non solo noi, naturalmente, ma tutti. In special modo, le piccole attività come la nostra.
Molti di noi, per mancanza di commesse, per mancanza di liquidità, per mancanza di lavoro, saranno costretti a chiudere, a gettare la spugna, a tralasciare il lavoro che li ha sostenuti negli anni recenti.
E avevo detto di essere estremamente felice per il gran numero di amici, perché di amici si tratta, che mi avevano sostenuto nei primi giorni di chiusura, dandoci la forza di continuare nella nostra professione.
Nello scorso mese ho dovuto prendere una decisione molto difficile, la prima di questo genere, dopo 32 anni, non uscire con due numeri, nel mese di Aprile (tutto TRENO e Tutto TRENO e STORIA) con chiari danni economici, dato che i costi fissi aziendali restano.
Avrei potuto far uscire le riviste regolarmente, ma nel mese di Aprile avevamo un totale “lockdown” con ben 4500 edicole chiuse nel territorio. (L’edicola copre l’80% delle nostre vendite), rischiando così di lasciare moltissimi lettori senza i nostri prodotti.
Oppure, facendo un maggiore sforzo economico, far uscire un numero doppio, realizzato come sempre il lettore e l’abbonato si aspettano dalla Duegi Editrice, con contenuti di estremo interesse, ricco di pagine al pari di due numeri.
Ho scelto la seconda soluzione, mettendo in mano del lettore, dell’appassionato, dell’amico, una rivista “di peso”, che – speravo – sarebbe rimasta, anche per il suo numero significativo di una tappa importante, il “350”, tra quelle che più gelosamente si conservano.
Riguardandola e soppesandola ero stato soddisfatto del risultato, non solo come editore, ma anche “in primis” da appassionato di ferrovie. Rilevo invece, costernato, che ho lasciato qualcuno insoddisfatto. Per fortuna soltanto qualcuno. Ne sono sinceramente dispiaciuto.
Per quanto riguarda l’aspetto contrattuale di cui parla, ma che entrambi non abbiamo mai firmato (mi riferisco all’abbonamento annuale), sarà sempre un rapporto di sostegno dei nostri amici “lettori” che ci danno la loro totale fiducia per continuare. Se questa viene meno, dato che non si tratta di un contratto, si procede al rimborso con un bonifico dei numeri che restano dell’abbonamento.
Le mie scelte sono queste, che piacciano o no. In tempi eccezionali ci vogliono scelte eccezionali.
Gianfranco Berto
PS Il numero di Maggio 2019 come per Luglio non sono di 120 pagine, anche il prezzo non mi sembra raddoppiato!
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