Etsero17 ha scritto:
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Io non so (come invece mi sembra tu sappia) se chi ha scritto TrainController o RocRail conosce o meno l'automazione, so però che questi softwares funzionano molto bene. E questo basta ed avanza per gestire molto bene un plastico, dove, il più delle volte, le potenzialità del software nelle ultime releases sono esuberanti rispetto a quello per cui viene impiegato.
Nessuno dice che non funzionano.
Dico solo che sono basati su un tipo di approccio diverso e che di fatto complicano la vita per emulare la ferrovia vera (che di fatto non funziona così): partono da una descrizione di ciò che il profano vede e creano un funzionamento.
L'automazione vera, crea un funzionamento che poi si vede.
La ferrovia vera usa il data base come supporto e archivio, non come "comandante", è un cosa diversa.
Descrivere un'automazione non è semplice: in poche e semplici parole bisogna esprimere diversi concetti e principi imperativi, che però se poi vai a vedere nei cablaggi elettromeccanici o nei programmi scritti è semplicemente un segnale 0/1 che passa dalllo stato di alcuni relè o di alcune variabili: di fatto un filo.
Ogni relè o variabile ha una sua ragione di esesitere ben codificata e che esprime un concetto semplice. (Lasciamo stare i PID che in ferrovia non servono a nulla.)
Non è come tradurre Ovidio: ognuno lo può interpretare come vuole (non per nulla a scuola si continua a farle fare), idem per i data base; l'automazione, e quindi la sicurezza di funzionamento corretto, ha delle regole ben precise e imperative che sono, e saranno, poche ma sempre quelle da e per millenni.
Alla fine è la stessa differanza che c'è tra il dire il fare, certe azioni non si possono spiegare in poche parole, ma fare in pochi minuti.
Come tanti concetti raccolti in una parole in inglese, nelle lingue latine o tedesche ci voglio frasi solo per tradurli.
Va da se che un matematico non gradisce il data base, un letterato o un ragioniere invece si.
Poi, la raccolta dati non è automazione ma solo archivio.