Un saluto a tutti.
E' arrivata sul mio plastichetto la Gr 640.005, macchina che avrebbe potuto fare Micro Metakit, ma che non ha mai fatto.
Premetto che non ho alcun merito in questa realizzazione, si tratta dell'opera del caro amico Enrico che ha profuso in questo modello ogni suo sapere.
Un giorno lontano, pre Covid, Ennio (Friulbahn sul forum) mi offre un kit intonso di M.f.a.l. per realizzare una Gr 640. Forse, saldando e dissaldando avrei potuto metter insieme la macchina in questione, ma da subito è apparso chiaro che il modello sarebbe risultato un poco datato, con fusioni piuttosto imperfette, ruote Romford, e qualche imprecisione del dettaglio che una quarantina di anni fa sarebbero state accettabili ma ora non più.
Mi sono allora rivolto alle esperte mani di Enrico per fare qualcosa di meglio. E lui, come Bartali, mi ha subito detto che il kit ''gli è tutto sbagliato, gli è tutto da rifare''.
Dato che anche lui aveva lo stesso kit, mai assemblato per le ragioni che ho appena scritto, ha colto l'occasione per sistemare le cose.
Questo è il risultato, ma ci ritorneremo su, se non vi annoio:

E cosí quella che sto facendo io la butto nel cesso?;-(((((

Chicco mi hai rovinato la digestione.

Massimo.

e l'hai anche invecchiata e sporcata?

Era nelle premesse, io non ho alcun merito, sono semplicemente il mandante, Enrico è l'esecutore materiale.

No, no, quella dietro, pesantemente invecchiata, è la Gr 640.008 di Os.kar che ho messo lì per rimirarmi le differenze.
Entrambe le macchine costruite, al vero, da Schwartzkopff nel 1907, la 005, ultimo deposito quello di Alessandria, è sopravvissuta fino al 1979.

Anch’io ho montato il kit 640 di Uteca. Sulla fedeltà del modello non entro, quel che è certo è che le ruote Romford lo penalizzano fortemente, visto che la caratteristica della macchina sta proprio nelle ruote grandi ed agili di cui è dotata.
Gradirei molto sapere da Voi come avete risolto il problema.
Grazie

Conoscendo Enrico mi sà che le ruote le avrà fatte...

Soddisferò presto le Vostre curiosità. Intanto parliamo di questo modello (le foto sono fatte con il telefonino, per cui qualche distorsione sferica ci sta). La locomotiva si presenta come appena uscita da una grande riparazione, non allo stato d'origine:

I bordini delle ruote me li posso tornire però poi non vorrei problemi di circolazione.

Sul plastico sociale, la mia 905, sull'unico scambio di raccordo tra la linea secondarie e
l'elicoidale di inversione, svia quindi praticamente non ce la posso usare.

Massimo.

Nel mio plastico, che hai visto, ho spessorato le controrotaie in corrispondenza delle zampe di lepre con banali streep evergreen o simili. Occorre raggiungere un compromesso tra la circolabilità di modelli commerciali e artigianali, non vi è uno spessore preciso che posso indicarti comunque nel mio caso, Peco cod 100, mediamente 5 decimi. Ho pure alzato la piattaforma in corrispondenza delle zampe di lepre mediamente di 5 decimi per evitare l'effetto caduta dei rotabili con ruote fini.

Andrea, credo di aver capito ma non sono sicurissimo.

Comunque le Romford (a parte il posizionamento del perno di manovella) non è che facciano
cosi angoscia.


Ho controllato le misure con le norma NMRA RP-25 e ci siamo, anzi...

Massimo.

Personalmente non ho mai riscontrato problemi di circolabilità sul mio plastico nemmeno con raffinati modelli in ottone e ruote da 2,20 mm, ma va detto che ho curato in maniera maniacale la posa dell'armamento passando ripetutamente una levigatrice rotorbitale sul rilevato in sughero ed adottando i deviatoi e gli incroci i più lunghi possibile. Un aspetto che va curato è anche quello dell'intervallo nocivo dei cuori entro cui la ruota può cascare innescando uno svio. La soluzione è quella di inserire, come sottolineava Andrea, uno spessore per ridurre la profondità della gola, facendo lavorare il bordino per l'appoggio, ma occorre che tutto il materiale in circolazione abbia i bordini della stessa altezza.

Magnifico il riduttore Escap. È pure reversibile.
Ad avercene....

Ma credo di ricordare un sito dove li vendono in diverse
forme e dimensioni.

Massimo.

Con le ruote Enrico non conosce mezze misure. E stato realizzato a mano un master da cui con i soliti procedimenti noti si è ricavata la fusione in ottone della vela. Questa è stata poi forata al centro per l'asse e per il perno di biella, poi tornita sul perimetro esterno. Successivamente è stato calettato il cerchione, realizzato sempre al tornio, in alpacca. Va detto che la ruota è isolata al cerchione e presenta una ovalizzazione inferiore al centesimo di millimetro.


Lo stesso vale per le ruote portanti e quelle del tender. Ovviamente in scala esatta.
La parte che ritengo più interessante dell'intero progetto è quella relativa alla riproduzione delle bielle interne, cosa non presente sul modello originale di M.f.a.l.
Si è resa necessaria la riprogettazione dell'intero telaio per ospitare i cilindri interni e per il molleggio di tutti gli assi motori. L'amico Nando si è occupato del progetto. Di questa Gr. 640 ne sono stati realizzati 4 soli esemplari.
Va da se che l'asse motore, al vero, è stato realizzato con il consueto collo d'oca e anche la motorizzazione è stata riprogettata per assi da 2 mm di diametro, anziché 3,1 della versione con assi Romford. Un capolavoro di micromeccanica!

Qui siamo all'apoteosi del modellismo .............. Ragazzi, siete imbarazzanti