Ecco lo stato dei lavori del secondo ATR in lavorazione. La verniciatura è avvenuta con l'utilizzo della vernice originale delle FS, procuratomi da un amico, e devo dire che non si deteriora affatto, pur avendola conservata già da almeno 10 anni in barattolo di vetro, e quando apro il contenitore per prenderne una piccola dose la trovo sempre in perfetta elasticità e untuosità. L'unico difetto di questa vernice è che è troppo lucida e riflettente. Vero che le locomotive escono dalle officine splendide e luccicanti, ma nel nostro piccolo non è molto attraente questa resa. Allora ho pensato di utilizzare un opacizzante a base d'acqua, che risulta bianco come il latte (acquistabile presso un ferramenta), ma che alla fine non mi ha soddisfatto del tutto, visto che il risultato è alquanto modesto, se non inutile. Mi sono rivolto quindi ad un prodotto in bomboletta a base acrilica, che notoriamente non è consigliabile spruzzare su una vernice sintetica, poiché il risultato sarebbe un effetto raggrinzimento della superficie, fino al completo distacco a squame. Ho voluto provare lo stesso, sempre previo tentativi su superfici di scarto e l'unica accortezza per ottenere un buon risultato è quello di spruzzare le scocche con brevi e distanti getti, tali da formare un sottilissimo strato iniziale. Subito dopo ho ventilato la scocca, visto che l'acrilico ha la proprietà di asciugarsi in fretta, e così ho evitato che il prodotto potesse incidere sulla vernice alchidica. Questa operazione è stata ripetuta più volte, sempre con getti distanti e brevi, fino ad ottenere l'opacità desiderata. Questo passaggio va a beneficio di coloro che hanno difficoltà a reperire le ottime vernici Puravest o le altrettanto efficaci e famose della Molak. Lo stesso ho fatto per la vernice argento del tetto, che ricopre tutto l'imperiale del convoglio. Ho usato una vernice a spruzzo in bomboletta grigio argento che serve per ricoprire i metalli. Due parole sulla marmitta di scarico della caldaia AVA, che caratterizzava la carrozza 1 e serviva per il riscaldamento del convoglio. La caldaia si trovava subito dietro la salita del macchinista e vicino alla colonna di scarico del motore Diesel. Per questo gli scarichi sono disposti alquanto ravvicinati. Io ho ottenuto il silenziatore con un tondino di ottone da 2,5 mm di diametro, in cui ho inserito un filo di ottone da 1 mm, da un lato immerso nello sbalzo del tetto e dall'altro a svettare come tubo di scarico. L'ancoraggio invece è ottenuto con filo di ottone da 0,4 mm saldato alla marmitta e incollato in fori del tetto. Il lavoro volge così al termine, ma rimangono ancora i vetrini da applicare e questi sono diversi dalla foggia precedente, cioè a quelli dell'ATR Tebello. Ma questo sarà oggetto della prossima puntata. Alla fine posterò di nuovo qualche filmato, che secondo me dà un'immagine completa del mezzo.
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Commento file: Qui la realizzazione dello scarico della caldaia AVA.

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