Ecco cosa ho trovato di interessante sulle misure dell’E 326:
Nel libro Locomotive elettriche di Cornolò e Pedrazzini del 1983 è presente un disegno*, dello stesso Cornolò, dove risulta l’interasse tra gli assi motori di 2550 mm, con passo rigido di 5100 mm e lunghezza ai respingenti di 16400 mm per le locomotive di serie (da 003 a 012).
Nello stesso libro un disegno di Pedrazzini raffigura i prototipi (001 e 002) con interasse 2500 mm, passo rigido 5000 mm e lunghezza ai respingenti di 16300 mm.
Restano identiche le altre dimensioni: passo dei carrelli portanti 2200 mm, distanza tra perno del carrello portante e asse motore adiacente 3000 mm.
Fino a qui si è portati a pensare che le macchine di serie abbiano subito una modifica alla distanza tra gli assi motori, con conseguente allungamento del telaio.
Nel libro Locomotive da corsa di Mascherpa del 1993 sono presenti disegni di origine FS e altri disegni, tutti riportano passo rigido 5000 mm e lunghezza ai respingenti 16300 mm.
Non si fa cenno di modifiche agli interassi.
Infine nel libro Dall’E.626 all’eurostar di Cornolò del 2008, oltre a disegni di origine FS tra i quali un disegno preliminare che riporta lunghezza ai respingenti 16200 mm, compare nuovamente il disegno del Cornolò, già visto in precedenza (*), con la differenza che adesso le quote riportano passo rigido 5000 mm e lunghezza ai respingenti 16300 mm.
Nel testo viene specificato che il telaio delle macchine di serie venne allungato in corrispondenza dei panconi, dato l’aumento delle dimensioni degli avancorpi dovuto alle diverse apparecchiature contenute rispetto ai prototipi, portandone la lunghezza a 15100 mm dagli originari 15000 mm dei prototipi.
Cito: “Di conseguenza l’intera macchina venne allungata di 100 mm, per cui la lunghezza fuori respingenti passò da 16200 mm a 16300 mm.”
Finalmente, dopo 25 anni, il caso può dirsi risolto.
