Dopo un paio di milioni di disavventure tra lavoro, amore, salute (beh, su quella me la cavo) le prime tre cinquantaporte di un lotto di otto che misi in lavorazione X anni fa

sono finalmente pronte.
È stato un lavoro su commissione, e devo dire grazie alla pazienza olimpica e all'insistenza dei miei amici Dario e Maurizio - i destinatari - altrimenti le carrozze sarebbero ancora lì, nel limbo delle buone intenzioni.
Spiegherò con calma più avanti i mille ed un problema incontrati nel corso della realizzazione, i più severi dei quali sono stati il telaio di larghezza e altezza giuste, con le staffe dei montatoi correttamente posizionate sotto i predellini trapezoidali di accesso, e il ridisegno delle testate, piuttosto diverse da quelle delle Roco da cui si è partiti.
Il telaio è quello delle
Umbauwagen, accorciato nel caso delle 34000 e 67000, cosa che naturalmente ha fatto sballare un po' le distanze tra il timone e la testata. Nel caso della BDy di Dario, che vediamo qui stasera, non ho ritenuto utile imbarcarmi in operazioni chirurgiche sul cinematismo, perché la carrozza è destinata a circolare coi ganci a occhiello; nell'altra passo corto, la 34000 di Maurizio, questa operazione è stata invece necessaria. Le 67200 e le 34400, che vedremo nei prossimi giorni, hanno potuto mantenere la lunghezza del telaio tedesco originale.
Gli interni sono stati ottenuti fondamentalmente con sedili di Corbellini Hachette su una base Roco, ovviamente tutto ritagliuzzato e riposizionato per far corrispondere moduli e finestrini. Dico la verità, avrei potuto e voluto farli meglio clonando i sedili delle centoporte ACME, molto verosimili, ma con i miei tempi sarebbe finita che Dario e Maurizio mi avrebbero preso a rivoltellate...
Un po' di foto della 67000 di Dario, ambientata in epoca IIIb. Purtroppo il modello di partenza Roco, e in particolare i suoi aggiuntivi, comincia a mostrare la sua età. Ma anche qui, se mi fossi messo a rifare e corrimani mi sarei ritrovato giù da un molo con i piedi in un blocco di cemento.




Le decals sono come sempre disegnate da me e stampate dalla Fides di Verona, che nella circostanza ha ahimè fatto uso di un supporto più robusto e più spesso di quello usato in passato; la decal risulta pertanto un po' visibile anche dopo averla inumidita copiosamente con gli appositi prodotti ammorbidenti. L'imperiale è stato sporcato e invecchiato prendendo spunto da un paio di foto di 36000, una delle quali in stazione di Agrigento e un'altra a Messina Marittima. In fondo erano carrozzacce, sulle quali amavano viaggiare solo quegli spostati degli appassionati di treni.
Ci vediamo presto con le altre foto delle altre carrozze.
G.