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Autore Messaggio
 Oggetto del messaggio: Re: Alimentatore analogico autocostruito - quesito.
MessaggioInviato: giovedì 23 febbraio 2023, 23:50 
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Iscritto il: mercoledì 20 settembre 2006, 20:44
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Riccardo Giangualano ha scritto:
...
La dura strada degli autodidatti... poi fortunatamente scoprii le meraviglie del datasheet dell' LM317.


Io ho sempre usato, prima i mitici 2N3055 e 2N1711 e poi il BDX53, magari con un bel TL81, così partivo da 0V e salivo.
E li uso ancora oggi.


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 Oggetto del messaggio: Re: Alimentatore analogico autocostruito - quesito.
MessaggioInviato: venerdì 24 febbraio 2023, 15:33 
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marco_58 ha scritto:
Etsero17 ha scritto:
Ma basta anche una ventolina da pc


Non sempre, anzi.
Ma se poi quei componenti sono da 3 A e dissipano solo 15 W hai voglia di mettere ventole. Sperficie dissipante e ventola devo avere opportuni rapporti tra di loro, altrimenti muovi solo aria per niente.
Prima bisogna vedere cosa sono esattamente, dopo si ragiona.

Se da 14 V in ingresso (che è il minimo) vuoi ottenere 2 V con 2 A di assorbimento devi dissipare 24 W (12 V di caduta x 2 A di corrente circolante), la fisica mica l'ho inventata io.


Guarda che il modulo che ha usato a me pare un convertitore DC/DC step-down switching, se così fosse, non dissipa come un lineare quindi i dissipatori potrebbero anche andare bene (magari non tirandolo per il collo) e potrebbe erogare anche 5 A...ovviamente parlo al condizionale perché non ne conosco le specifiche.

Ciao
Despx


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 Oggetto del messaggio: Re: Alimentatore analogico autocostruito - quesito.
MessaggioInviato: venerdì 24 febbraio 2023, 17:03 
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Iscritto il: martedì 21 marzo 2017, 12:08
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marco_58 ha scritto:
Etsero17 ha scritto:
Ma basta anche una ventolina da pc


Non sempre, anzi.
Ma se poi quei componenti sono da 3 A e dissipano solo 15 W hai voglia di mettere ventole. Sperficie dissipante e ventola devo avere opportuni rapporti tra di loro, altrimenti muovi solo aria per niente.
Prima bisogna vedere cosa sono esattamente, dopo si ragiona.

Se da 14 V in ingresso (che è il minimo) vuoi ottenere 2 V con 2 A di assorbimento devi dissipare 24 W (12 V di caduta x 2 A di corrente circolante), la fisica mica l'ho inventata io.


Ma cosa te ne fai di 2A a 2V? A 2V in analogico non si muove nulla.
Io ho un booster da 5A che con una ventola da pc lo porto ad erogarne fino a 8.


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 Oggetto del messaggio: Re: Alimentatore analogico autocostruito - quesito.
MessaggioInviato: venerdì 24 febbraio 2023, 19:39 
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Forse è, forse non ha problemi ... a me funziona, ecc. ecc. ...
Contenti voi: per i miei trenini opero diversamnete visto che pago solo e soltanto io.


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 Oggetto del messaggio: Re: Alimentatore analogico autocostruito - quesito.
MessaggioInviato: domenica 26 febbraio 2023, 13:20 
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Nome: Marco Di Stefano
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Perbacco! Non pensavo di originare tanto dibattito, come probabilmente è naturale/inevitabile che accada in spazi dove ognuno può esprimere liberamente opinioni ed esperienze.
Allo stesso modo, per quanto riguarda l'aspetto pratico, concordo comunque sul fatto che ciascuno possa liberamente dar sfogo alle proprie conoscenze, nulle (come nel mio caso) o approfondite che siano. Sperimentare. Migliorare anche a costo di intraprendere percorsi più lunghi o sbagliati.
Per cui grazie ancora per i preziosi consigli. Una buona domenica.


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 Oggetto del messaggio: Re: Alimentatore analogico autocostruito - quesito.
MessaggioInviato: domenica 26 febbraio 2023, 15:15 
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Iscritto il: mercoledì 20 settembre 2006, 20:44
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Località: Sorbolo di Sorbolo Mezzani (PR)
Il problema non è il dibattito, visto che le soluzioni sono più di una, e alcune sono inevitabili.
Ma il vero problema è l'essere coscienti di quello che si fa.
Anche se poi nei mie impianti industriali non riuscivo ad esimermi dall'uso di alimentatori switching e similari, il mercato quello offre e ci sono aspetti normativi e di garanzia da soddisfare, nel privato faccio il tutto possibile per evitarli.

Va da se che a chi non è tecnico del settore recepire i discorsi fra tecnici diventa dura, al "profano" basta che funzioni e che a lui piaccia, quindi alla fine si rischia di cadere nel cosiddetto buonismo: la tecnologia di per se non è né buona né cattiva, e solo fredda e cinica, poi dipende per cosa la usi a fare.


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 Oggetto del messaggio: Re: Alimentatore analogico autocostruito - quesito.
MessaggioInviato: domenica 26 febbraio 2023, 21:47 
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Nome: Marco Di Stefano
Iscritto il: lunedì 17 ottobre 2022, 15:58
Messaggi: 23
Sui concetti di base siamo perfettamente d'accordo: per quanto mi riguarda non ho fatto riferimento ad un "problema"; al contrario la mia esclamazione è proprio dovuta al mio stupore di non tecnico in materia, ma semplice amatore alle prime armi con l'elettronica (interesse arrivato tardi, ma pur sempre meglio che mai), nel constatare come questa disciplina sia immensa, offrendo appunto infinite possibilità.


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 Oggetto del messaggio: Re: Alimentatore analogico autocostruito - quesito.
MessaggioInviato: domenica 26 febbraio 2023, 23:09 
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Iscritto il: mercoledì 20 settembre 2006, 20:44
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Località: Sorbolo di Sorbolo Mezzani (PR)
In realtà non è immensa, tanti di quegli oggetti che vediamo oggi e magari abbiamo in mano, sono già stati descritti da: Edison, Galileo Ferraris, Marconi, Pacinotti, Tesla, e altri di cui ora non ricordo il nome, i documenti ci sono.
Esempio, della regolazione PWM ci sono i modelli ancora funzionanti costruiti da Pacinotti, se ricordo bene, alla Normale di Pisa.
Solo che all'epoca le tencologie dei materiali e di costruzione non erano pronti, ed in ogni caso al momento non sarebbero servite a nessuno. Tante apparecchiature oggi sono possibili solo per via del silicio e delle sue leghe, nonchè della fusione dei materiali tramite induzione o ossigeno.

E spesso oggi ci sono mere invenzioni per fare soldi che sono come le meteore, e lasciano il tempo che trovano.
Hanno inventato gli alimentatori switching per risparmiare il trasformatore, ma poi il trasformatore devi metterlo per isolare galvanicamente parecchi tipi di circuito, quindi hai solo complicato la facenda e basta.

Es. stupido, gli attuali schermi dei telefonino e parte dell'elettronica del telefonino esisteva già a metà anni '80, invenzioni italiane anche se fatti quasi uno per uno, però:
1- anche oggi non si può dire che sono invezioni italiane
2- mancava comunque una rete telefonica per usarli, e anche oggi anche in blasonati paesi la rete è carente
3- per metttere in piedi uno stabilimento con tecnologie totalmente nuove occorrono circa 8/10 anni
4- per pagare gli ingenti investimenti le soluzioni sono comparse sul mercato nell'arco di 30 anni, e pronte nel cassetto da anni ci sono già le successive, quindi l'utente è invogliato a spendere almeno ogni 2 anni.


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