Puoi farlo un po' più chiaro, un po' più scuro, un po' più saturo, un po' meno, un po' più tendente al marrone, un po' all'arancione, un po' più pulito, un po' più sporco, unto, pezzato, scrostato.
Ai tempi in cui quei carri circolavano, non ce n'era uno uguale all'altro. Già in officina il colore non era mai esattamente lo stesso: le vernici si fabbricavano mescolando vari componenti e bastava abbondare con uno di essi perché il "rosso vagone" venisse un po' più rosso ocra o rosso tiziano. Poi sole, pioggia, urti (nel carico-scarico) e polvere facevano sbiadire e scrostare la vernice. La fuliggine del carbone e del gasolio faceva annerire l'imperiale, la ruggine creava puntinature e striature marroncine sulle parti metalliche. Arrivava il momento in cui le marcature diventavano poco leggibili: allora si facevano dei rappezzi con vernice fresca solo dove necessario, per rifare le scritte in modo leggibile. Se era possibile, si dava una grattata e una passata di antiruggine dove si era formato dell'ossido, e poi anche lì un rappezzo del colore giusto, bello nuovo, veniva a formare un bel pugno in un occhio con la vernice vecchia circostante.
Morale della favola: non ti preoccupare più di tanto della correttezza del colore. Il "rosso vagone" è una pia invenzione.
http://www.photorail.com/phr1-leFS/imag ... ffillo.jpghttp://www.photorail.com/phr1-leFS/imag ... ervaro.jpghttp://www.photorail.com/phr1-leFS/imag ... 0copia.jpgCiao
Andy