Nei miei ricordi di gioventù, parliamo delle seconda metà degli anni cinquanta, rammento bene come a primavera e in autunno, improvvisamente nelle nostre contrade, riecheggiasse il richiamo pubblicitario: '' é arrivato l'ombrellaio!!!'', e chiunque avesse un ombrello da riparare (perché allora le cose venivano tutte riparate e non sostituite...), si affrettava a consegnarlo all'omino che senza scendere dal suo Ape Piaggio, con la caratteristica cabina senza le porte, riponeva gli ombrelli sul cassone. Costui, terminata la sua raccolta, andava a parcheggiare il suo laboratorio su tre ruote in un angolo discosto di una piazza, e terminato il suo lavoro rifaceva il giro per riconsegnare a domicilio gli ombrelli accuratamente riparati, riportati agli antichi splendori, in cambio di poche lire.
I miei ombrelli rotti e/o inutilizzabili si chiamano Carri Laser, e ne ho una lunga fila accantonata, in attesa di un upgrade.
Il problema é noto, la resina con cui sono stati realizzati con il tempo si deforma, i telai assumono un aspetto ''imbananato'', i parasala si allargano e si perdono per strada gli assali. Anche i timoni di allontanamento si sono spesso rivelati piuttosto ostici alla circolazione sul plastico, con frequenti impuntanti ed inevitabili svii del carro.
Un vero peccato, sia perché la riproduzione, tutto sommato, regge bene il passare degli anni, si perché molti rotabili non sono mai stati riprodotti da Altre Case.
Qualche, per altro poco convinto, tentativo di riparazione ancorché approssimativa non ha mai sortito effetti duraturi, fino a quando ho preso in considerazione l'idea di sostituire il telaio completo, da realizzare in fotoincisione, con l'installazione di timoni di allontanamento Roco, dal sicuro funzionamento.
Per esperimento sono partito da un semplice ed economico carro L, cui ho eliminato i timoni e con una fresa ho ripulito l'intero sottocassa, nell'area delimitata dai longheroni e dalle testate, facendo bene attenzione a salvaguardare i complessi boccola-balestra. Ho quindi disegnato e fatto incidere una lastrina da 0,4 mm che comprende telaio, parasala, fori per le boccole e le impronte per collocare, senza possibilità di errore, i telaietti dei cinematismi di aggancio corto.
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