Giuseppe, ti cito integralmente (=quoto in pieno...

).
Aggiungo che una lingua inizia a decadere quando i suoi parlanti trascurano l'uso della panoplia di sinonimi a loro disposizione.
Peggio ancora quando
sostituiscono lemmi propri con termini di importazione - e magari ne fanno pure un uso improprio...
Il discorso cambia quando ci si riferisce ad oggetti e/o situazioni di ambiti tecnici o specialistici... beh, ricordiamo pure che per secoli Latino e Greco sono stati l'ossatura della terminologia scientifica e che il Volgare Italiano era il nerbo della lingua franca usata nel commercio mediterraneo ed europeo - per tacer del mondo artistico... se l'Italiano perde considerazione ed utilizzo, vuol dire che l'insieme dei suoi parlanti non ha più un ruolo guida ed il demerito è quindi degli italici.
La diffusione dell'inglese (e degli anglicismi) riflette lo strapotere economico degli anglofoni.
Tuttavia mi permetto di ricordare che l'Inglese è come i cani: i sanguemisto (meticci) sono quasi sempre più sani ed intelligenti dei "razza pura" spasmodicamente selezionati - e l'Inglese è appunto figlio di una serie impressionante di ceppi linguistici ( sassone, gaelico, francese, norreno, latino ed altro...) e continua sfacciatamente ad appropriarsi di lemmi stranieri per usarli come propri (un po' come la pizza per gli statunitensi...).
Chiudo il Fuori Tema (al secolo: OT).
Ad maiora,
Andrea Chiapponi