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MessaggioInviato: lunedì 16 luglio 2007, 18:28 
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Atto secondo
____________________________________________

Due mesi appena son trascorsi da quella storica adunata nel fuligginoso scantinato dell’Ufficio Studi fiorentino: nelle viscere d’un capannone, celata agli sguardi indiscreti, la E626.077 è già stata mutata in motrice a corrente trifase ed attende, sorniona, il cimento.

- Compagno Bianchi, ecco qui il macchinista!

- Buondì, compagno Mengozzi: m’hanno parlato di voi. Dite: vi sentite pronto a condurre? Sapete come va usato il reostato colla soluzione sodica?

Era, il prescelto, un giovine ma valente macchinista, nativo di Forlì.
Ma era, altresì, uno scapestrato, per di più di indole anarchica: s’era fatto cacciar via dalla Corporazione e dalla stessa Ferrovia. Nemico giurato del Duce, sfruttando abilmente le proprie innegabili virtù di macchinista aveva ripetutamente osato attentare alla Sua persona, uscendone ogni volta scornato ma sempre riuscendo, per colmo di sfacciata fortuna, a salvare la ghirba.

Naturale quindi, pei nostri congiurati, scovare il Mengozzi ne’ circoli anarchici della Romagna, e reclutarlo.

- La motrice verrà trainata, nottetempo, sino a Bolzano. Verrà poscia posta alla testa del convoglio reale, che, come sapete, menerà il Nano ed il Presuntuoso, quest’ultimo co’ suoi gaglioffi, sino al valico del Brennero, da dove essi proseguiranno il viaggio pella Germania.
Da Bolzano al Brennero condurrete voi: darete il parallelo a’ motori, caverete da essi tutto ciò che posson dare, ed anzi assai di più. Li spronerete oltre i lor stessi limiti, scatenerete un’orda selvaggia di cavalli vapore! Deh, noi si mostrerà a tutti cosa può farsi colla trifase … a tutti, e soprattutto a quel gran presuntuoso! E finalmente, col suo beneplacito, si caveranno tutte quelle sciocche catenarie colla continua! Si muteranno tutte le E626, tutte le E428, tutte le E326 in invincibili motrici a 42 periodi!

- Calmatevi, compagno ingegnere, chè vi schizzan gli occhi dall’orbite. Non dubitate, condurrò col massimo impegno … gliela farò vedere io a quel presuntuoso come dite voi, oh, se gliela farò vedere!

Ed una luce sinistra balenò nel suo sguardo.

(continua)


Ultima modifica di Alalà il martedì 17 luglio 2007, 15:03, modificato 2 volte in totale.

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MessaggioInviato: lunedì 16 luglio 2007, 18:50 
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Bene!
^_______^

Cosa ci riserva il Mengozzi? Non oso immaginare. Certamente la realtà supererà la fantasie!

P.S.
Vate, abbisogno di consulto privato.


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MessaggioInviato: lunedì 16 luglio 2007, 19:04 
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Sommo Vate, scusate l'ardire, i periodi erano 16,3/4 , non 42.
Sempre con deferente ammirazione,
Giancarlo


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MessaggioInviato: martedì 17 luglio 2007, 14:38 
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Giancarlo Giacobbo ha scritto:
Sommo Vate, scusate l'ardire, i periodi erano 16,3/4 , non 42.
Sempre con deferente ammirazione,
Giancarlo


NO!
La trifase ferroviaria fu di 16 periodi e 2/3 (non 3/4!!!) solo in tempi recenti, allorquando l'alternata industriale fu portata a periodi 50 (che fa esattamente il triplo di 16 e 2/3).
Ai tempi della nostra storia l'industriale era di periodi 42, e la ferroviaria di conseguenza.

M.


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MessaggioInviato: martedì 17 luglio 2007, 14:41 
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Atto terzo
______________________________________

Sovente accade che il Fato si prenda giuoco di noi, mescolando le carte sul tavolo della Vita e mutando a bella posta i nostri piani, come più gli aggrada. E noi non ci si può far nulla.

- Compagno ingegnere, la macchina non s’avvia!

Questa la bella, si fa per dire, novità comunicata dal Mengozzi ad un preoccupatissimo Bianchi.

Cos’era successo?

Era successo che un operajo dell’opifizio, tale Porcacci Attilio fu Armando e Marescotti Attilia, nato a Livorno l’anno 1907, militesente, colto da una guardia nell’atto di travasare del Chianti da una damigiana da litri 50 abusivamente da lui stesso nell’opifizio custodita e celata, non trovò di meglio che disfarsi del contenuto della suddetta damigiana direttamente versandolo nel serbatojo dell’elettrolito sodico all’uopo installato nell’avancorpo anteriore dell’E626; fatto che oltre ad impedirne l’avviamento, suscitò dalla macchina un fiero puzzo di vino.

Sta di fatto che, dovendosi svuotare, ripulire e ricolmare il serbatojo del reostato a liquido, si fallì la traccia oraria e la E626 non potè essere trainata sino a Bolzano in tempo pel passaggio del treno reale.

- Pazienza, compagno Mengozzi, cosa volete farci! Nulla di male: si provvederà a tempo pel viaggio di ritorno. Condurrete la motrice isolata da Bolzano sino al Brennero e lì attenderete il convoglio; poscia lo aggancerete e lo trainerete, in discesa, sino a Bolzano. In discesa farete ciò che non avrete potuto fare in salita: scatenerete sulle rotaje que’ sei mostri trifasici in un’immane galoppata, traendone uno spettacolo di celerità e di possanza che persuaderà per sempre quel gran presuntuoso delle virtù dell’alternata e de’ demeriti della continua!

Eccoci dunque, trascorsi pochi giorni, al valico del Brennero, coll’E626 finalmente pronta e coll’anarchico Mengozzi baldanzoso al banco di guida.
Arrivò tosto il treno reale.
Quale spettacolo di magnificenza!
Subito accosto alla carrozza reale (con, a bordo, il Dux ed il Rex) eravi, per i Gerarchi, una vettura di prima classe: per ingannare la pena del lungo tragitto, erano in essa sagacemente disposti adeguati generi di conforto quali: orchestra da ballo, manicaretti, leccornie assortite, sigari, sciampagna francese, beveroni (persino superalcoolici), dadi e carte da briscola. Sui canapè graziosamente assise erano ubicate alcune meretrici, scelte dal Pavanati (il braccio destro del Dux) in persona tra le più esperte, deputate a placare dei Gerarchi, a turno, il viril desiderio.

- Signori, in carrozza! E voi, macchinista: partite!

(continua)


Ultima modifica di Alalà il martedì 17 luglio 2007, 15:18, modificato 2 volte in totale.

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MessaggioInviato: martedì 17 luglio 2007, 15:07 
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Disdetta, l'occasione buona è sfuggita... che potrà mai compiere di eclatante codesta E626 in discesa, se non dimostrare l'ottima funzione del freno motore caratteristica del sistema trifase?
Me lo chiedo, ed attendo fiducioso...

Stima imperitura!


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MessaggioInviato: martedì 17 luglio 2007, 15:14 
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Alalà ha scritto:
Giancarlo Giacobbo ha scritto:
Sommo Vate, scusate l'ardire, i periodi erano 16,3/4 , non 42.
Sempre con deferente ammirazione,
Giancarlo


NO!
La trifase ferroviaria fu di 16 periodi e 2/3 (non 3/4!!!) solo in tempi recenti, allorquando l'alternata industriale fu portata a periodi 50 (che fa esattamente il triplo di 16 e 2/3).
Ai tempi della nostra storia l'industriale era di periodi 42, e la ferroviaria di conseguenza.

M.


E' vero, mi sono accorto dell'errore commesso, ripensandoci questa notte.
Giancarlo


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MessaggioInviato: martedì 17 luglio 2007, 15:20 
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Giancarlo Giacobbo ha scritto:
E' vero, mi sono accorto dell'errore commesso, ripensandoci questa notte.
Giancarlo


Camerata Giacobbo,
Questa vostra ammissione non può far altro che farVi onore.

Manrico


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Alalà ha scritto:
Giancarlo Giacobbo ha scritto:
Sommo Vate, scusate l'ardire, i periodi erano 16,3/4 , non 42.
Sempre con deferente ammirazione,
Giancarlo


NO!
La trifase ferroviaria fu di 16 periodi e 2/3 (non 3/4!!!) solo in tempi recenti, allorquando l'alternata industriale fu portata a periodi 50 (che fa esattamente il triplo di 16 e 2/3).
Ai tempi della nostra storia l'industriale era di periodi 42, e la ferroviaria di conseguenza.

M.


Forse 45, con motori a 15 periodi, poi divenuti 16, 7 periodi con l'innalzamento a 50 Hz


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MessaggioInviato: martedì 17 luglio 2007, 22:46 
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Alalà ha scritto:
Giancarlo Giacobbo ha scritto:
E' vero, mi sono accorto dell'errore commesso, ripensandoci questa notte.
Giancarlo


Camerata Giacobbo,
Questa vostra ammissione non può far altro che farVi onore.

Manrico


Grazie, sono commosso.
Giancarlo


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MessaggioInviato: martedì 17 luglio 2007, 23:49 
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Alalà ha scritto:

Era successo che un operajo dell’opifizio, tale Porcacci Attilio fu Armando e Marescotti Attilia, nato a Livorno l’anno 1907..



Perdonate novamente le mie paturnie, Sommo, ma risultami che un
Porcacci Attilio, inteso come Bàkunin e già fochista dell'improvvido, era nato a Forlì il primo aprile 1909 da Porcacci Casimiro e Malatesta Nilde...
Omonimia??
Eia.


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MessaggioInviato: mercoledì 18 luglio 2007, 6:58 
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facchino ha scritto:
Alalà ha scritto:

Era successo che un operajo dell’opifizio, tale Porcacci Attilio fu Armando e Marescotti Attilia, nato a Livorno l’anno 1907..



Perdonate novamente le mie paturnie, Sommo, ma risultami che un
Porcacci Attilio, inteso come Bàkunin e già fochista dell'improvvido, era nato a Forlì il primo aprile 1909 da Porcacci Casimiro e Malatesta Nilde...
Omonimia??
Eia.


Evidente: omonimìa! E che altro, sennò?
Cosa vorreste insinuare?
Comunque mi congratulo con Voi pell'attenzione prestata, stimatissimo Facchino.

M.


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MessaggioInviato: mercoledì 18 luglio 2007, 11:28 
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Atto ultimo
___________________________________

Il convoglio reale, con a bordo il Dux ed il Rex, col Mengozzi a’ comandi s’avviò docilmente sotto il segnale disposto a via libera, traversò gl’iscambi ed imbocco senza indugio la piena linea.

Doveva a questo punto il macchinista dar prova d’audacia? Doveva egli spronare i cavalli vapore e farli scatenare sulle rotaje? Doveva egli colla velocità stupire gli ospiti illustrissimi?

Non se lo fece dir due volte. Serie, parallelo, superparallelo … ronzavano, che dico – ruggivano fieri i motori, chè s’agitavan entro di essi inquieti i campi rotanti del Ferraris; urlavano i bordini strusciando sul fungo delle rotaje; e su tutto questo gran frastuono alto s’udiva il bramito, sempre più minaccioso, degli ingranaggi.

Avessi la penna d’un D’Annunzio! Avessi il pennello d’un Marinetti!
Ma trasferiamoci seduta stante nella carrozza reale:

- Non pensate, Onorevole, che si corra troppo?

- Questo è niente Maestà, sapeste come si fila col nuovo sistema della continua!

- Se lo dite voi … Piuttosto, non mi avete ancor giustificato la presenza di quelle donne di malaffare. Non oso pensare alle questioni che solleverà il Sant’Uffizio, quando lo verrà a sapere! Che sia l’ultima volta!

Il Duce, piccato, cambiò subito tono, passando dalla deferente ossequiosità ad un atteggiamento assai meno formale:

- Uè nanerottolo, fatti un po’ i fattacci tuoi, boja d’un mond leder! Pensa a quella racchiona di tua moglie e lasciaci divertire – anzi, và a dar via i ciap già che ci sei!

Intanto la velocità del convoglio aumentava oltre ogni limite. Solo nella cabina di condotta, lo sguardo sprezzante, il mozzicone della sigaretta nell’orlo della bocca il Mengozzi attendeva che il treno andasse incontro al destino fatale:

- Morirò io, ma creperai anche tu, dittatore de’ miei stivali! Evviva la libertà, avviva Lenin, evviva Turati, evviva il socialismo, evviva l’anarchia, boja d’un mond leder!

E la Macchina sia alleata,
non nemica, ai lavorator:
così la vita ritrovata
a noi darà pace ed amor …


Ma il Dux aveva già ravvisato il pericolo. Con un balzo felino si gettò sulla maniglia del segnale d’allarme, lo tirò a sé intimando al Rex di reggersi forte onde non ruzzolare pella gran frenata … ma non successe nulla! Il treno procedeva ancor più veementemente! Non sapevano, i Nostri, che la condotta continua era stata artatamente sabotata.

Che fare?
Il freno a mano, perdio!
Diede Egli di piglio al volante del freno all’uopo disposto nel vestibolo della carrozza, ma … TOC! Il volate saltò via con un colpo secco!
Bisognava agire!
Si strappò il Duce camicia e canottiera, ghermì il perno mozzato del volante del freno e, a mani nude, con uno sforzo erculeo prese a girarlo … a poco a poco, con uno sforzo sovrumano, volle e potè bloccare i freni.

Il treno, lanciato ai cento all’ora contro il terminale della stazione di Bolzano, rallentò con un fortissimo stridio, mentre migliaja di faville prorompevano corrusche dalla confricazione tra il metallo de’ ceppi, e quello de’ cerchioni.

A torso nudo, la fronte madida di sudore, lo sguardo imperioso, il Duce balzò agilmente dalla vettura e corse verso la motrice per interrogare il macchinista su cosa mai fosse accaduto. Ma:

- Gradiste il viaggio, Eccellenza? Notaste l’inusuale celerità del treno sotto alla trifase? Vedete, Duce, questa locomotiva unisce il progresso de’ carrelli motori coll’efficacia dell’alternata Italiana; guardate, essa non ha le bielle come l’E432, ecco perché va così spedita; dovete sapere che … bla bla bla …

Il Bianchi, fresco come un quarto di pollo, l’aveva atteso sulla banchina: ma oramai il Dux non l’udiva più. La sua mano già stringeva il manico del manganello (trattavasi senz’ombra di dubbio del n. 45bis, quello coll’anima di treccia di rame, il rivestimento di guttaperca e l’impugnatura di steatite isolante donatogli dal Ferraris): PIM! PUM! PAM! Giù manganellate sul cranio ignudo del Bianchi che gemeva; poscia, al grido di “al diavolo, elettricista de’ miei zebedei” prese ad inseguirlo rotando in cerchio attorno alla tina della girevole.

E l’anarchico?
Sarebbe bastato un nonnulla per arrestarlo e sbatterlo in galera … ma nel trambusto non lo notò nessuno: ebbe quindi modo di godersi impunemente lo spettacolo per poi darsela tranquillamente a gambe.
Ne frattempo una folla strabocchevole, inquadrata da’ capi manipolo, si era spontaneamente radunata sulle banchine per dare il bentornato al Dux ed al Rex, e con una sola voce, con un solo cuore acclamava:

- Du-ce! Du-ce! Du-ce! Du-ce! Du-ce! Du-ce! Du-ce! Du-ce! Du-ce! Du-ce! Du-ce! Du-ce! Du-ce! Du-ce! Du-ce! Du-ce! Du-ce! Du-ce!

Camerati, so che non mi crederete, ma v’assicuro che a ricordar certe vicende (ebbene si, c’ero anch’io) mi prende un tal groppo alla gola da non riuscire più a scrivere!

Ad majora,
Manrico


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MessaggioInviato: mercoledì 18 luglio 2007, 11:36 
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Messaggi: 2018
Località: 1640 Riverside Drive, Hill Valley
Assolutamente stupendo!!!

Applausi!!!!!


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MessaggioInviato: mercoledì 18 luglio 2007, 11:50 
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Iscritto il: sabato 16 settembre 2006, 10:34
Messaggi: 1541
Perdonate, esimio, ma nel racconto mi sfugge come si potè provvedere ad alimentare di elettroni la macchina... fose che fu installato in gran segretezza un artifizio che trasformasse la continua in alternata a bordo? o in presenza del bifilare non ancora avvicinato si ingannarono gl'ignari con un falso pantografo 32 con isolatore centrale sullo strisciante che invece captava la corrente a periodi, frattanto che qualcuno provvedesse a smanettare in cabina TE onde lanciar sul filo di contatto la dovuta energia alternata? Ditemi, illuminatemi, o Vate, non lasciatemi su pungenti spine!


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