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cosa è la frenutura di recupero https://forum.duegieditrice.it/viewtopic.php?f=16&t=15621 |
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Autore: | MALTE [ mercoledì 6 giugno 2007, 16:42 ] |
Oggetto del messaggio: | cosa è la frenutura di recupero |
Vorrei sapere esattamente cosa significa “frenatura di recupero” e come funziona se possibile. Mi viene in mente il forte rumore di ventole che girano delle E 464 quando arrivano in stazione….. faccio questa osservazione perchè mi sembra che dopo una frenata le stesse si azionino sempre (si sentono anche quando la loco è in corsa se si è vicini alla stessa) tali ventole c'entrano qualcosa con la mia domanda? Grazie malte |
Autore: | Alalà [ mercoledì 6 giugno 2007, 17:05 ] |
Oggetto del messaggio: | Re: cosa è la frenutura di recupero |
MALTE ha scritto: Mi viene in mente il forte rumore di ventole che girano delle E 464 quando arrivano in stazione…..
Sagace osservazione, giovine Malte. Ma temo che non si tratti tanto di frenatura a recupero quanto dell'insufflamento dell'aria su di surriscaldati resistori usati, nel rallentamento, per dissipare l'energia prodotta da' motori che, giustappunto rallentando, fungon da generatori. Frenatura dissipativa pertanto, non a recupero .... non ne son certo, te lo dò per probabile: al dottissimo Lirex l'ultima parola. Son certo, invece, che codesto rumore di ventole che girano sia ben poca cosa al confronto del rumore prodotto dal vorticoso rotear degli zebedei del Dux alle prese coll'invenzioni del Bianchi ... ma questa è tutta un'altra storia. Con simpatia, Manrico |
Autore: | Il Basso di Genova [ mercoledì 6 giugno 2007, 17:06 ] |
Oggetto del messaggio: | |
Si dice frenatura a recupero... Il freno è costituito o da ceppi che strisciano sulle ruote o da pastiglie che strisciano su dischi e convertono l'energia cinetica del treno in energia termica.. fondamentalmente scaldando i dischi e/o le ruote. I freni si consumano e buttare tutta questa energia in calore è uno spreco colossale. Allora è venuto in mente che i motori elettrici sono una macchina reversibile: se gli dai corrente girano; se li fai girare ti danno corrente. Allora invece di dissipare l'energia cinetica sottoforma di calore, consumando tra l'altro ceppi, ruote e dischi in quantità industriale, la si rimette in linea sottoforma di corrente elettrica che poi viene riutilizzata da un altro treno che percorre un tratto di ferrovia alimentato dalla stessa sottostazione elettrica. Questo si chiama frenatura a recupero. Se non è possibile la frenatura a recupero, si può comunque dissipare su apposite resistenze trasformando l'energia elettrica in energia termica (reostato di frenatura) l'energia cinetica del treno. Il risparmio sta comunque nel minor uso dei compressori, della condottta del freno e degli impianti frenanti ad attrito (ceppi & dischi). Su una famosa E636 (non ricordo il numero) fu sperimentata la frenatura elettrica e su una linea difficile come il frejus, i ceppi dei freni duravano fino a 4 volte tanto rispetto ad una E636 senza. Tutt kiar? |
Autore: | Alalà [ mercoledì 6 giugno 2007, 17:06 ] |
Oggetto del messaggio: | Re: cosa è la frenutura di recupero |
MALTE ha scritto: Mi viene in mente il forte rumore di ventole che girano delle E 464 quando arrivano in stazione…..
Sagace osservazione, giovine Malte. Ma temo non trattarsi tanto di frenatura a recupero quanto dell'insufflamento dell'aria su di surriscaldati resistori usati, nel rallentamento, per dissipare l'energia prodotta da' motori che, giustappunto rallentando, fungon da generatori. Frenatura dissipativa pertanto, non a recupero .... non ne son certo, te lo dò per probabile: al dottissimo Lirex l'ultima parola. Son certo, invece, che codesto rumore di ventole che girano sia ben poca cosa al confronto del rumore prodotto dal vorticoso rotear degli zebedei del Dux alle prese coll'invenzioni del Bianchi ... ma questa è tutta un'altra storia. Con simpatia, Manrico |
Autore: | Il Basso di Genova [ mercoledì 6 giugno 2007, 17:08 ] |
Oggetto del messaggio: | |
Stavo appunto pensando ad Alalà che avrà sicuramente qualche anneddoto sul Dux relativo a questa faccenda della frenatura elettrica.. ![]() |
Autore: | MALTE [ mercoledì 6 giugno 2007, 17:17 ] |
Oggetto del messaggio: | |
basso, la tua risposta è decisamente esauriente ma per una zolla in materia come me è arabo! fammi capire, praticamente il motore funge da freno? un po come quanto si scende le strade di montagna con la seconda invece che con la quarta? ma il "famoso" recupero dove avviene? malte |
Autore: | Il Basso di Genova [ mercoledì 6 giugno 2007, 17:28 ] |
Oggetto del messaggio: | |
MALTE ha scritto: basso, la tua risposta è decisamente esauriente ma per una zolla in materia come me è arabo!
fammi capire, praticamente il motore funge da freno? un po come quanto si scende le strade di montagna con la seconda invece che con la quarta? ma il "famoso" recupero dove avviene? malte Allora... Il treno viaggia a 100 all'ora (a motori non alimentati) e vuol rallentare.. I motori di trazione vengono usati come generatori e la corrente che viene generata viene re-immessa sulla linea aerea in modo da essere usata da qualche altro treno che in quell'istante è in grado di utilizzarla. [è moooolto impreciso.. ma è per farmi capire..] capì? allora.. prendi un motore elettrico qualunque.. anche il frullatore va bene.. se fai girare l'albero a mano, ai capi dei fili del frullatore appare una tensione.. Ora.. invece di avere in mano il frullino, pensa di attaccare il frullino ad un asse ferroviario.. cosa succede? il frullino gira trascinato dal moto dell'asse ferroviario e genera "corrente".. Sostituisci il frullino con un motore di adeguate proporzioni.. viene generata una "corrente" di adeguate proporzioni.. E se.. invece di usare un motore qualunque usassimo i motori di trazione della locomotiva? Generiamo corrente.. a spese di cosa? A spese del movimento.. ovvero il treno rallenta. Più riusciamo a produrre "corrente" e più il treno perderà velocità. |
Autore: | aln668.1900 [ mercoledì 6 giugno 2007, 18:42 ] |
Oggetto del messaggio: | |
E.636.082 del deposito di Bussoleno prima ed Alessandria poi. |
Autore: | Il Basso di Genova [ mercoledì 6 giugno 2007, 18:48 ] |
Oggetto del messaggio: | |
aln668.1900 ha scritto: E.636.082 del deposito di Bussoleno prima ed Alessandria poi.
Grazie ![]() |
Autore: | MALTE [ mercoledì 6 giugno 2007, 21:12 ] |
Oggetto del messaggio: | |
adesso si, mille grazie! malte |
Autore: | beppe [ mercoledì 6 giugno 2007, 21:24 ] |
Oggetto del messaggio: | |
Non vorrei aver frainteso: ma cosa c'entra la E 636.082? Su quella locomotiva la frenatura elettrica (usando i motori come generatori di corrente) era reostatica(cioè la corrente generata era dissipata in calore tramite il reostato della locomotiva, come sulle successive E 444) non a recupero (corrente immessa in linea per eventuale convoglio che può assorbirla in trazione) - sempre per parlare terra terra. Comunque il concetto di base non cambia: motori convertititi e impiegati temporaneamente come generatori, per rallentare il convoglio trasformando l'energia cinetica in energia elettrica. |
Autore: | TaigaTrommel [ giovedì 7 giugno 2007, 6:58 ] |
Oggetto del messaggio: | |
Basso, forse hai dimenticato di dire che quando usi un motore elettrico come generatore, questo oppone resistenza al moto che gli viene applicato. Quindi viene generata corrente al prezzo (che in questo caso è un vantaggio) di un effetto frenante. Quindi è vantaggioso anche solo generare questa corrente per poi sprecarla dissipandola in calore col reostato. Ciao. |
Autore: | Ale Sasso [ giovedì 7 giugno 2007, 8:56 ] |
Oggetto del messaggio: | |
Frenatura a recupero... E.424.001-005... Porrettana... |
Autore: | TaigaTrommel [ giovedì 7 giugno 2007, 9:33 ] |
Oggetto del messaggio: | |
La frenature "di" recupero invece è fatta come capita. |
Autore: | Alalà [ giovedì 7 giugno 2007, 10:07 ] |
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TaigaTrommel ha scritto: La frenature "di" recupero invece è fatta come capita.
![]() M. |
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