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Autore: | G-master [ giovedì 30 novembre 2006, 21:28 ] |
Oggetto del messaggio: | Fipem |
Che fine ha fatto la Fabbrica Italiana Prodotti Meccanici? |
Autore: | Gemini76 [ venerdì 1 dicembre 2006, 0:49 ] |
Oggetto del messaggio: | |
R.I.P. cercando su google dovrebbe essere diventata Ntet Spa e nel 2005 era a rischio chiusura Questo ho trovato in rete CRISI ALLA EX FIPEM DI REGGELLO Il vice Presidente Barducci ha risposto ad una domanda di Giunti (La Margherita)e ad una del gruppo di Rifondazione Comunista REGGELLO, (FIRENZE) - La crisi dell’azienda ex Fipem (ora Nuove Energie Elettromagnetiche Spa) di Reggello è stata al centro di due domande d’attualità, poste dal gruppo di Rifondazione Comunista e dal consigliere della Margherita Piero Giunti, in Consiglio provinciale. “Le Organizzazioni sindacali hanno chiesto l’attivazione dell’unità di crisi – ha illustrato il vice Presidente della Provincia ed assessore al lavoro Andrea Barducci – ci siamo adoperati in tal senso e già dalla prossima settimana l’assessorato incontrerà le rappresentanze sindacali. Si tratta di un’azienda che attualmente lavora per Telecom, occupa 23 dipendenti, la produzione da sempre si divide in due filoni principali, carpenteria e tubi di plastica per la telefonia. Lo stabilimento ha avuto al proprio interno fino a 250 dipendenti che poi, nel corso degli anni, è progressivamente diminuita. L’azienda ha fatto ricorso all’utilizzo degli ammortizzatori sociali, in particolare la cassa integrazione ordinaria. Negli ultimi mesi la proprietà ha deciso di dirottare la produzione dei tubi a Piacenza ed ha informato le organizzazioni sindacali di aver deciso di vendere il 50% del grande stabilimento, paventando la chiusura dell’attività e la messa in mobilità di tutti gli addetti. Secondo l’azienda i bilanci sarebbero in pari, ma l’immobile in quanto tale graverebbe in modo determinante sul conto economico. La stessa azienda richiama il calo degli ordini, l’aumento del costo delle materie prime e la conseguente diminuzione dei margini”. Giunti ha ricordato come “Ci troviamo di fronte ad un’altra crisi aziendale in un altro pezzo di territorio della nostra Provincia. Un’azienda del Valdarno che nel corso della sua storia ha subito varie stagioni di crisi. Difficile una riconversione professionale per i 26 lavoratori, non più giovanissimi; inoltre, la proprietà ha intenzione di spostare la produzione a Piacenza, semplicemente perché risparmierebbero molto nel trasporto del materiale. Comune e Provincia sono chiamati ad un’azione molto forte per far sì che questa produzione rimanga sul territorio. Sarebbe un grave danno la chiusura dell’ex Fipem”. Calò ha criticato le scelte dei gruppi aziendali “Che spostano le produzioni esclusivamente in una logica di mercato. Purtroppo non mi sembra d’intravedere una disponibilità dell’azienda a mantenere questa struttura. Occorre approntare un tavolo di crisi e mettere in campo una serie di strumenti di accompagnamento a questa crisi”. Lunedì 19 Settembre 2005 09:50 |
Autore: | G-master [ venerdì 1 dicembre 2006, 14:13 ] |
Oggetto del messaggio: | |
Certo, passare dall'essere una fabbrica di materiale ferroviario con 250 dipendenti a produrre tubi di plastica con 26 è una cosa che succede solo da noi. E vedrete, come nel caso della Matec di Scandicci (macchine per filati esportate in tutto il mondo, bilanci in buono stato) che la vorranno radere al suolo per fare il solito centro commerciale. Che paese, che regione! |
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