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Ricevo e pubblico.
25 agosto 2011 —
Nel novantesimo anniversario della traslazione del Milite Ignoto da Aquileia a a Roma, tra il 28 ottobre e il 4 novembre 1921, terzo anniversario della vittoria italiana nella Grande Guerra, lo storico viaggio sarà rievocato con una cerimonia altamente simbolica, dal 30 ottobre al 4 novembre, per iniziativa dell’Associazione Nazionale del Fante. Domani alle 17 la presentazione , nella sala consiliare di Feletto Umberto. Interverranno Salvatore Rina, consigliere nazionale del sodalizio per il Friuli Venezia Giulia, nonché presidente della Federazione provinciale, Attilio Maria Gomitolo, presidente della Federazione del Triveneto, nonché coordinatore nazionale, e Stefano Urban o, della Federazione provinciale. Una pagina di straordinaria potenza emotiva rimasta impressa nell’immaginario collettivo. Un simbolo dell’unità nazionale faticosamente guadagnata grazie al sacrificio e all’eroismo di migliaia di uomini. Questo è stata e continua a essere, oggi, la traslazione del milite ignoto. Un evento maiuscolo, che in quest’anno costellato d’iniziative per i 150 anni dell’Unità d’Italia, l’Associazione Nazionale del Fante è pronta a ripetere, rievocando quello straordinario viaggio proprio nel suo novantesimo anniversario. Con il patrocinio della presidenza della Repubblica, il prossimo 30 ottobre, i fanti ripercorreranno, su un treno speciale, le orme della salma tumulata nell’altare della Patria, con il Friuli Venezia Giulia a giocare un ruolo da protagonista tra Aquileia, Redipuglia e Udine. Tappe fondamentali della traslazione che 90 anni fa bloccava l’Italia, incollandola letteralmente alle rotaie della linea ferroviaria Aquileia-Venezia-Roma per rendere omaggio con lo sguardo pieno di compassione il passaggio dell’illustre feretro. Nel transito di quella bara portata con tutti gli onori, il popolo italiano si congedava idealmente dai lunghi anni di guerra e piangeva in un lutto nazionale collettivo il sacrificio di vite umane reso al campo di battaglia, celebrava con convinzione il tricolore e si preparava a una lenta ma necessaria rinascita. È il 28 ottobre del 1921 quando la triestina Maria Bergamas, il cui figlio era caduto in combattimento senza che il suo corpo venisse identificato, è chiamata a scegliere la salma destinata a rappresentare il sacrificio di oltre seicentomila italiani. Nella basilica di Aquileia sono allineate 11 bare, una per ogni milite ignoto recuperato sui campi di battaglia da una speciale commissione incaricata dal ministero della Guerra. La “madre d’Italia” supera le prime bare, poi si ferma, accasciandosi dinnanzi a quella che il 4 novembre sarà tumulata a Roma. Il viaggio verso la capitale si compie a passo d’uomo, su un carro ferroviario appositamente disegnato, che nella sua marcia taglia letteralmente in due la folla. Il lavoro si ferma nelle campagne, le stazioni sono prese d’assalto, nei paesi si corre per salutare il transito del feretro. In prima fila ci sono padri, madri, fratelli e sorelle, moglie e figli, orfani di altri militi ignoti, di uomini morti per l’Unità, di reduci profondamente segnati dai conflitti recenti (ben sei in 70 anni). La bara arriva a Roma il 2 ottobre e ad accoglierla c’è il re, Vittorio Emanuele III, assieme ad autorità militari e civili. Viene portata a Santa Maria degli Angeli quindi tumulata, il 4 novembre, nell’altare della Patria. Quella traslazione dal forte potere evocativo sarà – come si è detto – ripetuta simbolicamente il prossimo autunno grazie all’iniziativa, del tutto eccezionale, figlia dell’Associazione Nazionale del Fante già impegnata a fondo nell’organizzazione dell’evento. Si lavora già anche in Friuli Venezia Giulia, dove a coordinare l’attività è il maresciallo Salvatore Rina, presidente della Federazione Provinciale del Fante di Udine, nonché consigliere nazionale in rappresentanza della regione. «Il treno speciale del Genio Ferrovieri di Bologna arriverà a Redipuglia la sera del 30 ottobre – annuncia Rina –. Il giorno successivo nella basilica di Aquileia il vescovo di Gorizia celebrerà alle 9 una santa messa e benedirà con l’acqua del Timavo la corona d’alloro che poi un mezzo militare porterà a Redipuglia, dove sarà issata sul treno». La partenza del convoglio è prevista tra le 10.30 e le 11. Prima tappa: Udine. «Qui, come poi nelle principali città lungo la linea ferroviaria (e in tutte quelle che lo chiederanno) il treno si fermerà – continua Rina –, si svolgerà una serie di cerimonie commemorative e i presenti potranno visitare il treno, presidiato da diverse decine di fanti in divisa del 1921». La rievocazione si concluderà a Roma il 4 novembre, con una cerimonia cui parteciperà il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, mentre a salutare la partenza del treno, a Trieste, potrebbe esserci Ignazio La Russa. «Abbiamo chiesto l’intervento del ministro alla Difesa – conclude Rina –, ma siamo ancora in attesa di conferme”
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