BuddaceDCC ha scritto:
Stefano ?
Oops, professore ... mi giustifico. E' che ieri paciugavo con un segnale comandato da un interruttore, e non sono arrivato a studiare !
Tornando, per quanto possibile, serio ...
Ho riletto un po' di interventi di questa discussione e credo che risposte alla domanda iniziale siano già state date.
E che la discussione si sia espansa a causa dell' ampiezza dell' argomento.
Come altri notavano, se ci fosse un librone con scritto tutto sul DCC, fra i pochi che avrebbero il coraggio di sfogliarlo solo i più forzuti sarebbero capaci di maneggiarlo.
Quindi veramente pochi lo leggerebbero.
D' altra parte, è come se si andasse da un musicista a dire : "Ho due ore, mi insegni a suonare il pianoforte ?"
Quello in due ore ti potrà insegnare a toccare i tasti in sequenza per scimmiottare l' esecuzione dei un brano semplice. E sarebbe già un risultato. Ma suonare ... no.
Idem per il digitale.
Quindi ?
Come dicono nei film, la digitale è un veleno che, preso a piccole dosi, non uccide. Ed anche per il digitale fermodellistico è così. Grandi risultati si ottengono un passo dopo l' altro.
Per averlo esistono varie scorciatoie (avere un amico che lo fà, pagare un esperto, rubarlo, ...).
Ma per impararlo, non esistono scorciatoie.
Ma a tutto questo aggiungo un altro punto che mi sembra venga detto poco, ma che credo molto importante.
Occorre sapere cosa si vuole ottenere, poi si studierà in quale dei modi possibili realizzarlo col digitale.
ANDREA CAVALLI esegue il cambio trazione con locomotiva da manovra.
Traipassion mostra una manovra con Gr214 e carri per pietrisco.
Marcello (PT) ha un plastico con treni ad orario ed annunci all' altoparlante.
Io, con l' amico Piero, abbiamo rimesso in funzione un plastico che, con 2 Gr835 ed una sogliola, consente gli stessi movimenti che faceva l' impianto vero.
Quindi credo sia buona cosa anche guardarsi in giro. Idee ce ne verranno vedendo cosa nel modellismo altri hanno realizzato, ma soprattutto osservando la realtà, per vedere quali aspetti ci piacerebbe riprodurre.
A quel punto le domande potranno avere un obbiettivo. Ed avere un obbiettivo, per fortuna, restringe il campo delle cose da imparare.
Stefano Minghetti