Cita:
Io concepisco il modellismo come "un culto" del bello, della riproduzione, la più fedele possibile.
Poco mi importa la collocazione geografica e d'epoca.
Qui sta tutta la tua contraddizione.
Nelle ferrovie il modello (singolo rotabile, convoglio) è
inscindibilmente legato ad un luogo (una serie di luoghi) e ad un'epoca.
Tu sei sempre tu, ma se guardi una tua foto di quando avevi vent'anni riesci immediatamente a capire quando è stata scattata e forse anche dove: non solo per il tuo aspetto fisico (di sicuro più giovane), ma per i vestiti, gli oggetti nei dintorni, le macchine, ecc. che contribuiscono anche a definire il luogo dello scatto (la casa del nonno, un posto dove sei andato in vacanza). Da quella foto scaturiranno ricordi e sensazioni, forse anche emozioni.
Così vale anche per il modello di un treno: è la fotografia 3D di un istante, al modellista sta l'ambientarlo correttamente, nella giusta epoca e nel giusto ambiente geografico.
In america ci sono modellisti che hanno ambientato i propri plastici (talvolta immensi) in giorni specifici di un dato anno (ad esempio, le due settimane centrali di maggio del 1958) in un determinato tratto di linea (la subdivision XYZ della compagnia ZXY tra le cittadine di Sausage Rock e Pain in the Ass) e hanno recuperato i regolamenti all'epoca in vigore e acquistano e usano solo modelli che hanno circolato su quella linea in quel periodo (o se non ne trovano ne modificano di simili o li costruiscono). E poi organizzano sessioni operative con più (a volte anche una dozzina o ancora più) operatori.
Poi magari, non visti, fanno circolare il loro primo trenino ricevuto da bambini o un convoglio fuori epoca o fuori zona ma che gli piace tanto. Ma questo è il bello delle regole: le si può trasgredire.
Questo è l'aspetto più estremo: ci sono varie scale di approssimazione.
Poi ognuno è libero di fare quello che gli pare, che diamine, è un hobby. A me basta che uno sia cosciente che il suo metodo non è l'unico o il migliore: è uno dei tanti.
Io personalmente, se dovessi scegliere: amministrazione SEFTA (Modena), anno 1963 (inizio estate), linee della Bassa Modenese verso Mirandola e Finale Emilia. Poi, in giro di materiale rotabile adeguato e alla portata delle mie tasche non ne trovo, come autocostruttore faccio schifo, e per ora mi accontento ad essere uno scatolaro e a pensare ad un plastico free-lance.