Seguito del mio intervento precedente.
Qui si affronta una questione un po' più complessa.
Ora BuddaceDCC ti chiedo di tornare e di prestare la tua attenzione, per correggermi se sbaglio.
"Dopo un annetto di DCC", ho imparato a smanettare con le CV, ovvero coi parametri di funzionamento dei decoders.
La prima CV che ho imparato è l' indirizzo della locomotiva. Quello che permette di comandare indipendentemente varie locomotive sullo stesso binario.
Ora stò facenddo un plastico un po' più completo, quindi voglio mettere un po' di sezionamenti coi relativi di rilevatori di presenza (S88), comandi per scambi, grù a portale, piattaforma girevole. E voglio far muovere treni anche in automatico.
Mi hanno sempre detto che bastano due fili. Così faccio e, mannaggia, gli S88 sono lenti a rilevare l' occupazione, con conseguenti incidenti !
Anche le locomotive non sono più pronte come quando ne avevo solo una. Che succede ?
Per saperlo occorre conoscere qualche cosa in più su come funziona il DCC con due soli fili.
Ogni 12 ms (ms = millisecondi = millesimi di secondo) ovvero circa 80 volte al secondo, la centrale manda un messaggio, di volta in volta a destinatari diversi. Essi sono le locomotive presenti e tutti gli accessori (comando di scambi, lettura di S88, ...) presenti. Quindi queste informazioni si susseguono, distanziate di quel tempo, sulle rotaie e sui fili che comandano ed alimentano gli accessori.
Una sequenza di messaggi potrebbe essere: Loco1, pausa 12 ms, Loco2, pausa 12 ms, Loco3, ... , S88 n.1, pausa 12 ms, S88 n.2, pausa 12 ms, ...
Quindi il messaggio per la stessa locomotiva o dallo stesso S88 sarà ripetuto o rinnovato dopo un tempo di 13 ms moltiplicato per il numero di aggeggi collegati, locomotive o accessori che siano.
Ecco il problema ! Se gli aggeggi (loco ed accessori) sono tanti, allora saranno interrogati più lentamente. 40 aggeggi = mezzo secondo. 80 aggeggi = 1 secondo, e così via.
Quindi si verifica un ingolfamento del canale di trasmissione (il segnale DCC) causato, principalmente, dalla sua bassa velocità di trasmissione : circa 80 messaggi al secondo. Questo limita il numero di cose da poter comandare efficientemente.
Allegato:
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Figura 5. Per aiutare a trasmettere le informazioni a velocità adeguata si può usare un bus di comunicazione. Ovvero altri fili, dedicati solo allo scambio di informazioni fra gli apparecchi fissi dell' impianto. Gli apparecchi fissi sono, ovviamente, tutti quelli che non si muovono su rotaie.
Ecco allora che il grosso delle informazioni non và più a intasare il segnale DCC, che resta libero per comandare solo le locomotive (ed i decoder per le carrozze pilota).
Si potrebbe obiettare che, per i comandi da attuare subito, il segnale DCC prevede la possibilità di inserire comandi non in sequenza di indirizzo. Quindi se, per esempio premo il comando luci, esso può anche essere inviato subito. Vero. Ma per i sensori di occupazione c' è un problema in più. Il sistema non sà quando cambieranno stato e quindi non può interrogarli al bisogno. Deve interrogarli continuamente in sequenza.
Ho disegnato in arancione il bus di comunicazione, ovvero i fili che trasportano informazioni veloci. I sensori di occupazione diventeranno, così, virtualmente istantanei.
Figura 6. BuddaceDCC mostrava un sistema in grado di sapere quale locomotiva è presente in ogni sezionamento. E mostrava anche che, quando in un sezionamento ci sono più locomotive, le vede tutte ! E' un bel risultato.
Per ottenere questo, si deve mettere un piccolo circuito elettronico fra ogni sensore di occupazione ed il binario. Ovviamente, se anche questa informazione dovesse passare attraverso le rotaie, il sistema diventerebbe insopportabilmente lento.
Invece, essi sono collegati ancora al veloce bus di comunicazione arancione.
In questo modo, anche aumentando la complessità del sistema, non si hanno rallentamenti di informazioni.
QUINDI ...
Da tutto questo si vede che ci sono più livelli di uso per il DCC :
- pianura : regolare la velocità, comandare le luci, comandare il suono settare le trazioni multiple, etc. Basta leggere un manualetto di 4..5 pagine.
- collina : per mettrere automatismi occorre conoscere come girano le cose nel DCC, occorre imparare ad usare il programma di regolazione della circolazione (quello che si sceglierà. Potrebbe anche essere quello che è in alcune centrali DCC). Siamo a decine di pagine. Non discorsive, ma tecniche.
- montagna : per un plastico automatico occorre studiare prima di comprare. Per ottenere lo stesso risultato possono esserci più strade. Quindi c' è la necessità di conoscerle, almeno a grandi linee, per poter scegliere. Si ipotizza di combinare il sistema con vari moduli, un software, altri pezzi. Capire quali prestazioni avrà il sistema così congegnato richiede uno studio complesso. Le pagine da leggere aumentano ancora. E' anche bene, prima di costruire un sistema complesso, provare le singole operazioni che dovrà gestire l' impianto.
Quindi. Quando vogliamo prestazioni di una certa complessità diventa ben diverso da quello descritto nel mio precedente intervento. Quì non siamo più al plug and play (inserisci e vai), quì occorre aver studiato alcuni concetti ed avere un approccio tecnico. Non è la grandezza dell' impianto a richiedere di studiare, ma sono la quantità di convogli ed il grado di automatismo richiesto. Vedere un Mondotreno o altri che funzionano come orologi non significa che siano facili da progettare, costruire e mantenere in funzione.
Stefano Minghetti