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| Autore: | adi993 [ lunedì 11 febbraio 2008, 8:51 ] |
| Oggetto del messaggio: | modellismo ferroviario americano |
salve a tutti, per la prima volta ho preso un numero della rivista model railroader ed ho notato come sia completamente differente dalle nostre,come grafica e come contenuti, grafica poco accattivante ma contenuti interessanti con progetti di plastici e consigli su diferse soluzioni sceniche ed operative. Pero ho notato che i plastici sono quasi tutti a vista senza stazioni nascoste molto semplici come circuito ma enormemente operativi,quindi mi sorge una domanda: siamo noi che stiamo avanti o sono loro che concepiscono il modellismo ferroviario in modo completamente diverso dal nostro(forse un po obsoleto ma efficente)? ciao a tutti |
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| Autore: | andrea (valpambiana) [ lunedì 11 febbraio 2008, 8:54 ] |
| Oggetto del messaggio: | |
Forse parli così perchè hai solo un numero di Model Railroader... Le stazioni nascoste ci sono eccome! Se non ricordo male ci fecero quasi un numero intero del loro numero speciale annuale Model Railroad Planning... Fatti un giro anche sui siti NMRA SIG (Special Interest Group). |
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| Autore: | adi993 [ lunedì 11 febbraio 2008, 9:05 ] |
| Oggetto del messaggio: | |
ahh allora mi taccio,cmq ero rimasto particolarmente stupito.... |
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| Autore: | trenoazzurro67 [ lunedì 11 febbraio 2008, 9:09 ] |
| Oggetto del messaggio: | |
Se tu avessi visto i Model Railroader pre-era internet..... I numeri invernali arrivavano a 400 - 500 pagine per 2,5 USD di prezzo.... Con un'immensa varierà di articoli tecnici interessantissimi e plastici da Mille e Una Notte..... Altri tempi! Ciao Pier |
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| Autore: | adi993 [ lunedì 11 febbraio 2008, 9:13 ] |
| Oggetto del messaggio: | |
credo fossero numeri da sogno, da noi neanche immaginabili....mi sa che sono loro avanti..... |
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| Autore: | Col.Straker [ lunedì 11 febbraio 2008, 9:20 ] |
| Oggetto del messaggio: | |
Sono contento che l' argomemto sia venuto fuori. Se voi paragonate tre riviste italiane messe tutte insieme non valgono un solo numero di una rivista USA o francese. |
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| Autore: | adi993 [ lunedì 11 febbraio 2008, 9:24 ] |
| Oggetto del messaggio: | |
io prendo sempre tt e i treni e saltuariamente mondo ferroviario,è vero che la grafica è nettamente migliore ,le foto sono splendide,pero model railroader...non so... mi garba parecchio |
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| Autore: | snajper [ lunedì 11 febbraio 2008, 9:35 ] |
| Oggetto del messaggio: | |
Io ci sono stato abbonato tre anni (poi ho interrotto... causa poste!), dal 1993 al 1996. Bella rivista, certo. Molte soluzioni le ho tenute "da parte" per sperimentarle in vista del mio plastico (c'era nel 1994 un terminale per prodotti chimici che penso di mettere nella mia stazione, giusto per un esempio personale). Adesso ho poco tempo, riesco a leggere solo TTm... |
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| Autore: | trenoazzurro67 [ lunedì 11 febbraio 2008, 9:42 ] |
| Oggetto del messaggio: | |
Vedi adi, si tratta di un modo diverso di intendere il modellismo. Innanzitutto gli americani adorano il "fai da te". Dunque le riviste sono piene di suggerimenti "pratici" (e non da NASA....) per realizzare facilmente ambientazioni di ogni tipo riciclando ed utilizzando i materiali più disparati. In secondo luogo, gli Stati Uniti sono il paese per eccellenza delle vendite per corrispondenza. Dunque, prima di internet, le riviste erano piene di pagine e pagine di pubblicità che poi, in realtà , erano i listini dei singoli negozi. Così, comprando anche un solo numero della rivista, avevi la possibilità di capire immediatamente cosa c'era disponibile e, soprattutto, i prezzi praticati dai singoli negozianti. Infine, tini presente che gli americano hanno il periodo d'oro delle ferrovie compreso tra il 1910 ed il 1960.... Dunque pochi ricordano dal vivo le ferrovie americane dell'epoca d'oro..... E quindi le riviste hanno un ruolo di archvio storico di fondamentale importanza. Infine, da modellista, ti do un piccolo suggerimento: se ti interessano le ferrovie USA, cerca di concentrarti su argomenti specifici.... altrimenti diventi matto: è un oceano! Ciao Pier |
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| Autore: | Col.Straker [ lunedì 11 febbraio 2008, 9:55 ] |
| Oggetto del messaggio: | |
Continuando a sviscerare il problema... Si tratta innanzitutto di contenuti. Esistono sulle tre testate italiane molti articoli fatti di niente o poco più. Un esempio è la superficialità storica. Oggi chi scrive, spesso non va a vedere altre cose passate sullo sesso argomento. Due esempi: 1) Sono rari i riferimenti sullo stesso argomento ai numeri precedenti delle riviste. 2) Non si pubblicano le biblografie (cfr. ad es. le riviste modellistiche militari italiane ... 100 anni avanti) Un esempio pratico la manifestazione Tunnellissimo di settembre : è stata rportata solo a due testate. In una è stato scritto che si trata del 150 ario DELL' APERTURA DEL TUNNEL ALL' ESERCIZIO , quando invce è stato il 150 ario dell' inizio dei lavori di scavo... se qualcuno vi è stato bastava leggere la locandina. Inoltre perchèla terza rivista non ha pubblicato ite? A voi replicare |
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| Autore: | adi993 [ lunedì 11 febbraio 2008, 9:57 ] |
| Oggetto del messaggio: | |
lo stile italiano ha sempre caratterizzato la mia vita da appassionato,realizzando uno splendido plastico e portando avanti una collezione che sta sempre di piu crescendo,pero un infausto giorno |
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| Autore: | Col.Straker [ lunedì 11 febbraio 2008, 9:59 ] |
| Oggetto del messaggio: | |
Chiedo scusa è sfuggito un "publicato niente" Bravo T. azzurro : Dove trovi in Italia un servizio fatto DAL DI DENTRO su uno stabilimento chimico? Questointroduce un secondo aspeto Perchè non esiste ad esempio un servizio sui carri traspoto auto FS e relativi termlinas? Su un MR ( o RMC) di qualche anno fa c'era. |
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| Autore: | sebamat [ lunedì 11 febbraio 2008, 10:12 ] |
| Oggetto del messaggio: | Re: modellismo ferroviario americano |
adi993 ha scritto: salve a tutti,
per la prima volta ho preso un numero della rivista model railroader ed ho notato come sia completamente differente dalle nostre,come grafica e come contenuti, grafica poco accattivante ma contenuti interessanti con progetti di plastici e consigli su diferse soluzioni sceniche ed operative. Pero ho notato che i plastici sono quasi tutti a vista senza stazioni nascoste molto semplici come circuito ma enormemente operativi,quindi mi sorge una domanda: siamo noi che stiamo avanti o sono loro che concepiscono il modellismo ferroviario in modo completamente diverso dal nostro(forse un po obsoleto ma efficente)? ciao a tutti Si , l'impostazione di un impianto americano é alquanto differente (almeno quanto presentato regolarmente su 'Model Railroader' ) da quelli europei. - in europa spesso si gioca al 'capostazione', impostando (più o meno supportati da computer e blocchi automatici) la circolazione dei treni, che vanno poi quasi da soli. Fino al punto da avere impianti completamente computerizzati e controllati via monitor (e allora si é praticamente dirigenti d'esercizio o come si chiama la funzione in Italia). - in america invece si cerca di riprodure piuttosto il lavoro del macchinista, guidando direttamente la locomotiva, e il realismo viene aiutato da fattori quali l'inerzia della reazione delle locomotive (prodotta elettronicamente), i vari 'walk around trottles' (i trasformatori sono collegati con un lungo cavo flessibile o telecomando che permette di spostarsi lungo l'impianto seguendo il treno) e una lista di compiti da svolgere (normalmente la distribuzione e raccolta di carri da varie stazioni e raccordi privati). Questo viene aiutato da alcuni fattori quali la grande superficie spesso disponibile (che non rende necessario di lavorare troppo nella 3. dimensione e lascia il tracciato in gran parte visibile), ed il fatto che questi impianti sono frutto della collaborazione di più persone e fatti per impiegare più persone nell'ambito di ' sessions' di circolazioni. Per questo é rarissimo di vedere in impianti americani dei blocchi di linea o altre forme di automazione ritenute normali qui da noi. P.e. molto spesso gli scambi sono tutti manuali. Questo senza entrare nella diversa sensibilità e tecniche usate nel modellismo di ambiente, dove gli USA sono stati molto all'avanguardia. Sebastiano (che ha avuto la fortuna di essere membro di una società di ferromodellismo americana ed usare il loro plastico per 4 mesi) |
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| Autore: | franco.tanel [ lunedì 11 febbraio 2008, 10:13 ] |
| Oggetto del messaggio: | |
Ve lo spiego io il motivo e non prendete questa risposta per polemica o provocatoria; per lo stesso motivo per cui ci sono filetti con centinaia di interventi sull'aria fritta e pochissimi di modellismo. cioè per lo stesso motivo per cui è facilissimo parlare, altrettanto facile chiedere ( intendiamoci chiedere è lecito) ma difficilissimo trovare qualcuno che sia realmente disposto a cercare, studiare, approfondiere poi scrivere, senza contare quelli che credono di saperlo fare e invece....... E lo stesso vale per le foto. Tutto qui. Franco |
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| Autore: | U.P. [ martedì 12 febbraio 2008, 20:50 ] |
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Concordo con quanto scritto da Franco.tanel. Per quanto riguarda la rivista Model Railroader ho modo di valutare la sua intera evoluzione dalla nascita (posseggo i numeri fin dalla sua nascita) e ritengo che attualmente si trovi in una fase di "stanca". Il periodo d'oro per me è quello relativo agli anni 60/80. Una vera esplosione di articoli che hanno insegnato le migliori tecniche modellistiche. Vero è anche l'uscita dei numeri "giganti", però erano anche un piacere per la vista le pagine pubblicitarie per l'impostazione molto americana. La differenza tra il fermodellismo americano e quello europeo per me è essenzialmente dovuta ad un differente approccio. Gli americani lo vivono in maniera più giocosa, più collettiva e con il gusto vero del divertimento. Lo affermo con una certa sicurezza in quanto ho avuto modo di visitare diversi plastici "sociali" e parlare con i loro realizzatori. Tecnicamente poi puntano molto ad un insieme più coerente con la loro realtà paesaggistica/ferroviaria dove il treno è integrante e non predominante. Sicuramente poi alcune soluzioni possono risultare obsolete, tipo l'azionamento manuale con leve e rinvii degli scambi, ma posso garantire che la sensazione di gestione della ferrovia è ben differente da quella della semplice pressione di un tasto della consolle computerizzata per predisporre un tracciato. Quanto sto scrivendo ai più potrà sembrare anacronistico e forse anche un pò romantico ma non bisogna dimenticare che il periodo d'oro della ferrovia era fatto anche di questi momenti. Union Pacific |
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