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free lance..le regole...
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Autore:  cemas [ domenica 26 marzo 2006, 16:36 ]
Oggetto del messaggio:  free lance..le regole...

Tentato da voi e con autentica coscenza sporca (un carro gru pubblicato millenni fa sulla nostra testata) cerco la vostra opinione per stendere quattro regole che disciplinino il "free lance". Carri merci, automotori, trattori, loco da manovra, piccole carrozze passegeri potranno avere dignità e nobiltà ferroviaria.
Consideriamo che molti mezzi ferroviari reali sono stato il frutto di elaborazioni d'officina in "copia unica" e che a noi fermodellisti la cosa stimola ed interessa non poco. Ma ripeto: stendiamo due regole per amministrare questo campo vastissimo e che senza di queste saremmo costretti ad accettare il "porcello Maerklin" come normalità.
Spero di sentirvi in molti (magari anche la Redazione di TT) ma con "coscenza ed obbiettività fermodellistica".
Grazie

Autore:  cemas [ domenica 26 marzo 2006, 16:48 ]
Oggetto del messaggio: 

Comincio io...: Regola UNO: tutto quello che realizziamo deve avere un'espressione ferroviaria dettata in base alla logica costruttiva dell'ideale prototipo. Dunque sale, parasale, freni, carrelli, carrozzerie, abitacoli, cabine di guida, cofani motore, livree si devono identificare nelle tipologie ferroviarie consolidate dal prototipo e determinate dalla funzione e dall'utilizzo prefissato.
...cosa ne dite?...

Autore:  alex corsico [ domenica 26 marzo 2006, 20:19 ]
Oggetto del messaggio: 

Secondo me il free lance ha una sola regola che il mezzo, la compagnia, la storia sia verosimile, poi puoi inventarti tutto.

Altrimenti che free sarebbe :D

ciao

Alex Corsico

FTL We move your mind

Autore:  G-master [ domenica 26 marzo 2006, 21:09 ]
Oggetto del messaggio: 

E' chiaro che quando si comincia un progetto del genere, come minimo uno ha in mente dove vuole ambientare la sua linea. La tipologia dipende da questo: nel nostro paese, oltre alle solite 668 e 663 con cui non si sbaglia mai, spesso e volentieri si possono usare rotabili tedeschi di seconda mano, ultimamente anche dell'Est.
Secondariamente, va tenuto in considerazione il tipo di traffico che si vuole movimentare, ci sono raccordi in linea? Che tipo di materiale si trasporta? E poi ancora: in che epoca si vuole ambientare la situazione?
Gli anni Settanta, per esempio, offrono l'opportunità di mescolare materiale più recente con macchine a vapore e mezzi più antiquati.
Una linea tranviaria invece obbliga quasi per certo a un'ambientazione che non vada oltre gli anni Sessanta, dato che moltissime tranvie italiane sono scomparse in quegli anni.
Un po' diverso il discorso per lo scartamento ridotto, anche se bisogna tenere in considerazione la necessità di inventarsi o costruire da zero il materiale: solo che questo è talmente poco standardizzato che a questo punto la libertà è totale.

Autore:  Diego Ricci [ lunedì 27 marzo 2006, 8:32 ]
Oggetto del messaggio: 

Dico la mia, ma mi sembra un po' troppo limitativo imporre delle regole per il freelance.
Significa snaturare il concetto che sta alla base di tutta la logica del freelance.
Capisco che certi rotabili non possono aver mai girato in Italia, ma il bello è proprio qui: si tratta semplicemente di "italianizzarli", cercando di riprendere gli aspetti più caratteristici dei rotabili veri.
Cito alcuni esempi presentati dai maestri del freelance:
Antonio Federici (che è un po' che non si fa sentire sul forum e che saluto) ha italianizzato, con poche modifiche, le automotrici della "Spreewaldbahn", mezzi comunque teutonici, facendole diventare delle simil-Emmine, con un risultato piacevolissimo e simpatico, che non stonano affatto se confrontate con le vere Emmine.
Alex Corsico ha elaborato dei rotabili giapponesi della Tomix (quindi rotabili che con quelli italiani non c'entrano proprio niente) e li ha fatti diventare dei rotabili veramente italiani, che si potrebbero tranquillamente incontrare su una qualsiasi secondaria.
So di spezzare una lancia a favore del freelance, ma da un po' di tempo, stufo delle riproduzioni quasi maniacali della realtà, trovo che questa filosofia modellistica consenta un maggior divertimento e una continua evoluzione rispetto ad altre forme del modellismo ferroviario.
Sicuramente il mio prossimo plastico sarà basato su questa filosofia modellistica, ovviamente sempre fedele al mio grande amore per lo scartamento ridotto...

Autore:  cemas [ lunedì 27 marzo 2006, 8:40 ]
Oggetto del messaggio: 

io intendevo non solo l'italianizzazione di rotabili esteri ma anche una vera e prorpria invenzione di questi. Ad esempio un diesel a due assi da manovra ricavato da componentistica industriale ma completamente avulso da prototipi reali. Tra l'altro in questo settore anche le stesse aziende di costruzioni ferroviarie hanno prodotto veicoli in copia unica per un solo committente

Autore:  Diego Ricci [ lunedì 27 marzo 2006, 10:02 ]
Oggetto del messaggio: 

Quindi intendi un'autocostruzione integrale a partire da componenti o meccaniche disponibili, tipo ad esempio, un automotore da manovra realizzato sulla base del 214 Roco con cassa autocostruita.

Autore:  cemas [ lunedì 27 marzo 2006, 12:09 ]
Oggetto del messaggio: 

esattamente! ecco perchè chiedevo alcune regole per poter produrre comunque un buon modello ferroviario ma senza alcun prototipo da imitare. Ovviamente si tratterebbe sempre di macchine di piccola stazza o relegate a servizi di manovra o in servizio su piccole linee private. Ma anche trattori, automotori o motrici di fantasia.
ad esempio guardate qua:
Immagine

Autore:  Ninni [ lunedì 27 marzo 2006, 12:28 ]
Oggetto del messaggio: 

La differenza tra "gioco" e "giocattolo" è che il primo impone delle regole il secondo no.
mi spiego: Il calcio è un gioco e per giocare devi rispettare le sue regole.
Il pallone è un giocattolo, puoi giocarci come voui e le regole le fai tu.
La differenza è sostanziale, il giocattolo lascia più libertà di azione ed è stimolo all'inventiva e alla creatività.
Ho sempre considerato il fermodellismo un "giocattolo", lascia l'appassionato libero di aderire alla realtà, di adattarla alle sue esigenze di spazio o di stravolgerla totalmente seguendo il proprio istinto creativo, sogni o realtà utopiche. Perche porre un limite a questo?

Autore:  alex corsico [ lunedì 27 marzo 2006, 13:42 ]
Oggetto del messaggio: 

Massimo la foto che hai postato è moolto significativa.

E' puro stile Freelance ottimo risultato con poca spesa e tanta fantasia caklata nello stile ferroviario.

Bel Lavoro

a quando sui binari alla fermata di Vattelapesca comune?


Alex

Autore:  Diego Ricci [ lunedì 27 marzo 2006, 13:55 ]
Oggetto del messaggio: 

Ottimo lavoro!
Vedi che non c'è bisogno di regole, con un po' di fantasia si riescono a fare dei rotabili verosimili.
Fra l'altro il tuo simpatico automotore mi ricorda il 913 della Casalecchio Vignola ex Mantova Peschiera, costruito su un carrello di ex littorina Ansaldo.
Allego foto da Photorail dell'automotore in questione, nonchè dello stranissimo locomotore della Inprevib di Chivasso.
Come puoi ben vedere, rotabili fantasiosi esistono anche nella realtà...

Immagine

Immagine

Autore:  cemas [ lunedì 27 marzo 2006, 14:12 ]
Oggetto del messaggio: 

il modellino non è mio...la foto l'ho scaricata dalla rete e spero di non aver causato un disastro con l'autore (di foto e modello).

Autore:  straccaletto [ martedì 28 marzo 2006, 11:42 ]
Oggetto del messaggio: 

Salve a tutti,
io per freelance intendo una cosa un po' diversa: una compagnia ferroviaria completamente "inventatata",o una linea ferroviaria su cui circolano più compagnie.
Mi spiego.
Partiamo da un banale esempio: ho materiale italiano molto settario (dal 61 al 64), ma molto materiale americano o tedesco epoca I, II o III; cosa mi invento? :?:
Il Mio Impero ( nessun riferimento politico)!!! :idea:
Io semplicemente sono un imperatore appassionato di ferrovie che gestisce le linee del suo piccolo paese (possibilmente collocato ai confini italiani) ad inizio anni '60, come un museo viaggiante. Ed ecco materializzarsi "copie" dei vari orient express, automotrici tedesche degli anni '20, loco a vapore americane (utili per le montagne e pagate poco negli USA) e chi più ne ha più ne metta.
Se poi, per caso, durante il periodo di rappresentazione del plastico, è in visita nel mio regno una delegazione cinese che mi vuol vendere due loco diesel (Spectrum belle da morire, DCC ready, 50 euro tutto compreso...), nessun problema: faremo delle belle prove di trazione....
Forse a molti risulterà troppo "free lance", ma posso dire che ho visto troppa gente che quando ho cominciato questo hobby, tanti anni or sono, mi diceva di comprare un modello solo se la data di revisione stampigliata sulla cassa (illegibile) corrispondeva alla mia epoca, o se i rivetti fossero in scala ed in numero esatto. Ed ora compra modelli Marklin anni 60 dove sul tetto non ci sono contattori in numero esatto (!!!!), ma qualcosa con scritto vicino "pantografo". Per cui ho deciso che dato che i treni mi piacciono tutti, dovevo trovare un modo per usarli tutti.
E questa è stata la soluzione che finora ho trovato.
Saluti da un "imperatore" ferroviario. :D

Autore:  Andrea Brogi [ martedì 28 marzo 2006, 11:57 ]
Oggetto del messaggio: 

straccaletto ha scritto:
Salve a tutti,
io per freelance intendo una cosa un po' diversa: una compagnia ferroviaria completamente "inventatata",o una linea ferroviaria su cui circolano più compagnie.

Ehem, scusa se ti correggo...
ma qui si parla di compagnie inventate ma talmente inventate che perfino i rotabili sono inventati e autocostruiti,
non presi in prestito a caso da tutto il mondo delle ferrovie...più completamente inventata di così :wink:
...se non ho capito male...

:roll:
Questa è una cosa interessante specialmente per ferrovie private a scartamento ridotto i cui rotabili magari sfruttano la meccanica
di quelli di altre compagnie e la cassa è autonomamente progettata...
Come nella realtà si potrebbe sfruttare la meccanica di un modellino esistente e rifare noi la nostra cassa... 8)
hmmm

Autore:  Andrea Brogi [ martedì 28 marzo 2006, 14:29 ]
Oggetto del messaggio: 

:oops: ehem visto che c'ero, mi dimenticavo...

Ritengo che le freelance possano essere di scartamento a scelta secondo il plastico che si desidera realizzare (ordinario laddove possibile o ridotto di tipo metrico o submetrico e/o a cremagliera dove necessario).
Ritengo inoltre che i rotabili possano essere sia esclusivi della gestione libera (autocostruzione su proprio progetto)
sia di derivazione più o meno diretta da rotabili esistenti.

Nulla di inventato, ma esattamente come succede al vero per le ferrovie in concessione o private
solo che i gestori siamo noi e noi progettiamo o approviamo l'acquisto dei rotabili...
:wink:

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