copio e incollo questo testo, a firma Diabolik (il ragazzo è modesto e non vuole apparire), dal forum di ******...
Ci sono spunti interessanti. Io l'ho letto....
Non lo dico per fare il primo della classe. Io lo sapevo da un mesetto. L’avevo pure detto al Saba, ad un responsabile di VITRAIN, a Mario di Fabio, agli amici insomma, ma stavolta pensavo veramente di aver fatto la figura del pettegolo. Stamani invece l’annuncio. Premetto che non ho nessun sentimento nei confronti di COMOFER, né positivo né negativo. In pratica, come anche voi vedete, al momento semplicemente non esistono, quindi…Intendiamoci, il lavoro fatto da Mario con le ALe 801-940 che ho visto è sublime (aspettate pochi giorni e mi darete ragione), ed il fatto che abbiamo permesso a lui di realizzare un modello di tale fatta depositava e deposita in maniera molto positiva nei confronti di questo marchio. Ma in realtà non mi interessa di parlare di VITRAIN o di COMOFER, mi va di scrivere qualcosa su questo assurdo momento del modellismo ferroviario italiano. E siccome sono mascherato (ma non troppo) vi scrivo quello che penso. In primo luogo, amici, siamo una razza in ESTINZIONE, anche se non lo vogliamo ancora ammettere. Secondo me i numeri hanno un andamento in picchiata: produzione, vendite, ecc. I ragazzi giovani, inferiori comunque ai trenta anni di età, sono pochi, impreparati, incolti e poco appassionati. E come dar loro torto: la Ferrovia è chiusa a riccio oggi come non mai, il panorama ferroviario è desolante e piatto, nessuno, per ragioni ben più nobili del fermodellismo, ha insegnato loro a studiare sia sulle pubblicazioni che sul nuovo mezzo, il web, affinché traggano le informazioni che necessitano per approfondire le conoscenze. Le riviste, credetemi, vengono adoperate come album di fotografie, niente di più. Cosa ne segue? Principale conseguenza è che i modelli sono veramente troppo CARI. I produttori sono i primi a sapere i numeri: basse vendite? Alto prezzo. I prezzi che pagate, e vi sembrano alti, ebbene posso dire che ormai non contengono più neppure il cosiddetto margine commerciante. Chi vi vende i treni, se vuol continuare a farlo regolarmente, prende qualche euro di margine e basta su ogni pezzo. La cosa di per se non è grave: cento pezzi, ed il milione arriva, giusto? Il problema sta nelle percentuali: se il margine negozio è basso, diciamo un 8%, vuol dire che in una fornitura di 100 carrozze, 92 sono pagate dal commerciante, 8 sono il suo guadagno. Quindi, amici miei, quando vi recate dai miei colleghi, Marco, Corrado, Angelo, Guido e tutti gli altri che non conosco di persona, e vedete sugli scaffali un po’, anche solo poco, materiale fermo sappiate che, al momento, essi sono A RIMESSA. Non a caso molti sostengono che i punti vendita che, completamente fuori mercato, praticano il prezzo di listino tutt’oggi, sono gli unici che con le loro 2-3 vendite qualcosa guadagnano….
Ma tutto questo cosa c’entra con le 2 piani? Vediamo. In primo luogo le aziende produttrici, che hanno riempito il mercato sino a non più di 5 anni fa con rotabili stravaganti (vi ricordate Rivarossi?) e riservavano come asso nella manica per i momenti di crisi il “grande classico”, oggi devono spendere subito il gioiello più prezioso del loro forziere. Quindi un rotabile conosciuto, voluto, diffuso, che circola da anni e molto circolerà. Le piano ribassato, l’ETR 500, la E.464, le 2 piani appunto. Qualcosa di più vecchio? NO. Perché i matusa si stanno estinguendo ed i giovani non leggono ed apprendono solo a vista. Non lo vedo in stazione: non esiste. Ad onor del vero ACME fa i numeri con le tipo 1937, si, ma solo con gli over 50, ve lo garantisco. Altra motivazione che limita temporalmente le scelte dei produttori è la reperibilità della documentazione. Volete confrontare il materiale che si riesce a mettere insieme sulle carrozze VIVALTO in confronto a quello sulle Centoporte a cassa in legno degli anni ’20? In futuro la produzione “old style” sarà un’esclusiva del marchio milanese, l’unico al momento, non che ha i collaboratori giusti, ma che sa valorizzare i collaboratori. Il Paolino Bartolozzi ce la farà a far fare a DIMO una 421 decente su base PIKO? Credo di no, ma vedremo, questo per darvi l’idea di come vanno le cose….. I termini dell’equazione sono sulla lavagna, perveniamo a soluzione. Vendite globalmente in calo. Cultura ferroviaria globalmente in calo. Disponibilità del commerciante a fare assortimento e magazzino praticamente nulla: vendere tutto e subito. Documentazione scarsa. Risultato: troppi produttori. Ed ecco la spiegazione delle mosse di mercato a SOVRAPPOSIZIONE. Il soggetto è da tempi di crisi, quindi “un grande classico”: nessuno più potrà dire di avere il copyrght su tali soggetti, ma una volta individuati, ci si butteranno a pesce in due o tre. Poi, col coltello tra i denti, lotteranno per farsi fuori a vicenda. Lo scopo è che a breve qualcuno issi bandiera bianca e si ritiri. Mors tua vita mea! Come dicevo al Saba stamani, il primo morto ahimè sarà sicuramente tra i commercianti. Con tutti questi doppioni cosa fare: in assortimento uno solo dei due ma quale? Oppure entrambi con un invenduto sicuro del 50%? Magari fosse così. Sapete cosa è successo con le E.464? Ma si che lo sapete…..E lo sanno pure ACME e VITRAINS. Semplicissimo: non si sono vendute né dell’una né dell’altra marca. Diciamo che i due modelli insieme hanno riscosso il successo di una delle “stravaganze” di metà degli anni ’90 di cui parlavamo prima. Quindi il gioiello di famiglia è stato sacrificato al monte dei pegni, no? Stessa cosa accadrà per le 2 piani, sigh! Con buona pace di Casaralta che le ama in quanto le ha assemblate di persona. Basta criticare, è ora di essere propositivi. Nel nostro “cambio” a 5 rapporti esiste anche la retromarcia, no? Produttori, la settimana dopo Novero fateci sapere:
1) Chi è l’UNICO che farà in futuro il TEE Breda 2) OS-KAR farà altre Corbellini a breve o per quelle grigio ardesia è meglio aspettare le ACME? Tenete presente che le Corbellini di OS-KAR sino ad oggi consegnate sono state largamente insufficienti alla richiesta, e non ce ne sono più! 3) La E.464 COMOFER esce o no? 4) ACME ripassa l’intero parco GRAN CONFORT italiano o forse, e sarebbe meglio, passa avanti? 5) Qual’ è il marchio che realizzerà, sostenendone i maggiori costi, i soggetti richiesti a gran voce, con ottime prospettive di vendita, ma per i quali non c’è mamma BOMBARDIER o ALSTHOM che ti passa paro paro la documentazione? ALe 840 e simili, ALn 772, VAPOREEEEEEE!!!!!!! 6) Ultimo ma più importante: qual è il marchio che userà la produzione in Cina non per trarre l’utile su un numero limitato di pezzi prodotti, mantenendo i prezzi ai livelli attuali, ma se la sentirà, puntando su un buon cavallo di razza come le 772, di fare una sovrapproduzione, abbassarsi il margine, alzarlo un po’ al commerciante, ma non al di sotto dei 50 pezzi ordinati, e vendere al pubblico ad un PREZZO BOMBA? (Se avessi i soldi, giuro, lo farei io!) Scommessa: una coppia di ALn 772 a testa ad ogni fermodellista italiano (motrice +folle) a 99 Euro. Impossibile?
Basta se no vi annoiate. Ciao DBK
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