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 Oggetto del messaggio: Quando la qualità paga!
MessaggioInviato: lunedì 9 ottobre 2006, 22:45 
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Iscritto il: mercoledì 19 luglio 2006, 19:22
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Spero di non annoiare chi mi leggerà ma ci tenevo a dire quanto sto per dire.
Da qualche settimana mi è scoppiata la frenesia di illuminare le carrozze italiane Rivarossi, Lima e Roco che ho.
Il tutto mi è nato dalla disponibilità di un amico (conosciuto su ebay ma che frequenta anche questo forum) il quale mi ha fornito, ad un prezzo che ritengo assolutamente accettabile, alcuni kit con microled a luce tipo neon, già montati e pronti all'uso. Il tutto è stato realizzato in varie misure , a seconda della lunghezza delle varie carrozze che dovevo illuminare.
I kit fornitimi trovo che siano facilmente adattabili a qualunque tipo di carrozza, ripeto previa indicazione della misura che serve.
Ciò premesso, allorquando sono venuto in possesso di questi kit, mi sono trovato dinanzi all'eterno problema dello sfarfallio che, comunque, pur se presente, non lo è alla maniera dell' orrebondo sistema installato a suo tempo dalla Rivarossi, ad esempio sulle CIWL tanto osannate a suo tempo.
Ho provveduto, infatti, ad inserire al di sotto dei due assi di ciascun carrello, una lamella di rame cui ho saldato il filo proveniente dal kit all'interno della carrozza.
E già qui è sorto il primo problema perchè, comunque, per quanto possa essere stata accurata la fuoriuscita dal fondo della carrozza del filo - ci ho tolto pure la guaina di plastica per rendere il filo il più flessibile possibile - ho riscontrato un un po' di rigidità nel carrello.
Comunque, il risultato finale mi pareva accettabile.
Ad un certo punto, poi, sono passato ad installare i kit nelle carrozze Roco tipo 20000 e 30000 e lì la musica è totalmente cambiata.
Infatti, oltre ad aver trovato la predisposizione all'illuminazione (apparentemente solo due fili fuoriuscenti dall'arredamento interno e raggiungibili dopo aver semplicemente sfilato il tetto) la vera cosa che mi ha fatto fare salti di gioia è stato l'aver trovato (da parte di Roco) la soluzione allo sfarfallio con un sistema tanto ingegnoso quanto di semplice realizzazione. Infatti, all'interno del fianco dei carrelli, questa carrozze presentano lamelle metalliche che proseguono pure nell'incavo lì dove vanno ad inserirsi le punte coniche degli assi e, quindi, il gioco è fatto.
Infatti, trovo che in questa maniera il contatto elettrico tra ruota e presa di contatto è sicuro al 100% e, quindi, non come avviene col più frequente sistema delle lamelle che vanno sotto gli assi.
Vi assicuro che la luce è assolutamente fissa anche sui punti critici del plastico, ossia i cuori degli scambi. Non vi dico quanto è bello vedere, a luce spenta nella cantina dove ho il plastico, il transito di questo convoglio di cinque carrozze tutte illuminate e senza tremolii neppure minimi!
Da tutta questa storiella ho immediatamente realizzato che:
1) non capisco cosa ci voleva alla Rivarossi e alla Lima per impiantare analogo sistema di presa di corrente che si rileva vincente in assoluto;
2) mi sa che, con decisione epocale e dopo 40 anni di modellismo ferroviario, deciderò una totale svendita di tutte le carrozze che ho, comprese le Roco a cui un tale tipo di impianto non sia già installato, per comprare solo carrozze munite del sistema;
3) mi sento di proporre ai responsabili della VITRAINS, ACME e OS.KAR di studiare solo per un attimo questo sistema e di "copiarlo" sulle proprie produzioni perchè, in unione a questi kit che ho acquistato (ma che qualcun altro potrebbe anche realizzare da sé) si potrebbe dare il giusto valore (con ricaduta economica positiva per i produttori) ad un aspetto che
tanti (come me sino a qualche giorno fa!) sottovalutano o non considerano proprio in quanto lo sfarfallio che si ha con gli altri sistemi di presa di corrente rende la visione delle carrozze illuminate più fastidiosa che piacevole.

Per finire, qualcuno sa dirmi se la Roco produce un kit di predisposizione all'illuminazione per le carrozze che non lo abbiano già di suo? Io ne ho visto uno, per esempio, su ebay ma credo che non contenga le lamelle che dico io (interne ai fianchi del carrello) ma quelle classiche da infilare sotto gli assi.

Scusate la prolissità ma, per me, questa scoperta è stata davvero piacevole: pari a quella di quando acquistai oltre 25 anni fà il mio primo 345 ROCO dopo oltre quindici anni di ciofeche Rivarossi e Lima.

Saluti illuminati, Gianfranco


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MessaggioInviato: lunedì 9 ottobre 2006, 23:10 
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Iscritto il: giovedì 12 gennaio 2006, 15:04
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Anch'io ho usato i kit Roco delle 1921 ma il problema dello sfarfallio l'ho ancora. Aggiungo che illuminare le carrozze ha certamente il suo fascino ma è una seccatura perché:

1) oltre a tenere puliti binari e ruote di locomotive, la stessa operazione va eseguita anche sulle ruote delle carrozze. E se hai svariati convogli da, mediamente, dieci carrozze, è ulteriore faticaccia che si aggiunge...

2) i convogli illuminati è bene che circolino solo su impianti digitali: su impianti ad alimentazione tradizionale l'illuminazione assorbe troppo a scapito del locomotore che traina...

3) sezionamenti: sempre sugli impianti tradizionali, è "normale" che il convoglio illuminato vanifichi l'azione dei sezionamenti. Certo, se il binario sezionato è lungo a sufficienza, il problema è aggirato, ma se non lo è...

Concludendo, ho solo espresso il mio parere. Alla fine mi sono fermato a tre convogli illuminati ed ho soprasseduto sugli altri in attesa della digitalizzazione del "mio" plastico.

luminosi saluti
Carlo


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MessaggioInviato: lunedì 9 ottobre 2006, 23:12 
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Iscritto il: sabato 14 gennaio 2006, 14:10
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Ciao,credo di aver capito di quali kit parli . Ma non hanno un condensatore montato in parallelo? Quello dovrebbe servire ad evitare lo sfarfallio,senza bisogno di altri lavori.
Se non c'è prova a montarne uno ,dovrebbe risolvere il guaio.
Comunque il problema dello sfarfallio è legato anche ad altri fattori,quali ad esempio il tipo e la qualità delle ruote montate.
Prova comunque a far girare i vagoni Roco per qualche giorno ,poi mi dici....
Per ciò che riguarda il digitale ,io ho elaborato un convoglio di 7 pezz Roco Ferrovie del Wuttembergh, predisposti pe rilluminazione ,usando gancio digitale a 4 poil per portare la corrente di tutti i vagoni al decoder e l'illuminazione del decoder a tutte le vetture, ma ho risolto poco.
Ripeto importante è las pulizia delle rotaie e delle ruote, poi un condensatore è la soluzione migliore per tutto.
Un'alternativa è quella di montare un gangio 4 poli oppure i nuovi ganci di Portigliatti e prendere la corrente direttamnete dalla locomotiva e dall'uscita funzioni del suo decoder,ma attenzione ai carichi di corrente: occore mettere i leds o lampadine in serie e non in parallelo.
spero di essere stato d'aiuto ,per altri chiarimenti sono a disposizione
Andrea
Saluti illuminati :idea: :idea: :idea:


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MessaggioInviato: lunedì 9 ottobre 2006, 23:19 
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Concordo con andreachef, il contatto elettrico strisciante vale quanto quello conico, dopo un uso intensivo, le ruote inevitabilmente si incrosteranno di sporcizia e le luci ritorneranno a sfarfallare.
Piuttosto che fare la fesseria (non me ne avere :wink: ) di svendere tutte le carrozze che "tremano", piazza un diodo su uno dei due poli ed un condensatore da 470uF (da mettere nella ritirata) e da qui alimenta le luci...vedrai che rivaluterai tutte le carrozze limarossi e non.

Saluti
Tigre652


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MessaggioInviato: martedì 10 ottobre 2006, 8:58 
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Località: Bari
Grazie a tutti dei consigli. ne terrò conto.
Scusate la imperdonabile ignoranza ma, una volta per tutte (per me), vorrei uno schema semplice semplice che spieghi come si distingue un collegamento in serie da uno in parallelo.
Gianfranco


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MessaggioInviato: martedì 10 ottobre 2006, 9:13 
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oppure il problema si potrebbe risolvere installando i ganci elettrici
lo svantaggio è che come sistema non è molto economico


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MessaggioInviato: martedì 10 ottobre 2006, 9:20 
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Ciao Gianfranco, non serve uno schema per capire i collegamenti in serie o parallelo, basta un esempio. Hai presente il girotondo? Bene, al posto di ogni bambino metti una lampadina con i relativi terminali (se sono Led devi stare attento alla polarità, + - + - + - ecc.) che sono le braccia e le mani unite. Quando hai il numero di bambini, pardon di lampadine che ti necessita, interrompi il girotondo nel punto che più ti aggrada e avrai un paio di terminali disponibili da alimentare. La somma del voltaggio delle lampadine ti darà il voltaggio totale di alimentazione (es. 10 lampadine da 1,5 Volt andranno alimentate con 15 Volt, ma anche 12 vanno benissimo), mentre l'assorbimento sarà quello di una sola lampadina. Viceversa, il collegamento in parallelo è più semplice: basta unire tutti i positivi e tutti i negativi, nel caso dei led, o delle lampadine (in questo caso non c'è polarità, li puoi unire come ti pare) e avrai due terminali finali da alimentare. In questo caso il voltaggio sarà quello di una singola lampadina o led, mentre l'assorbimento è il totale dei led o lampadine. Tutto chiaro? Spero di sì, dopo tutto 'sto sproloquio.... :lol: :lol:


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MessaggioInviato: martedì 10 ottobre 2006, 9:32 
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Attenzione che se metti condensatori o diodi poi non puoi utilizzare loco digitale che vanno in tilt


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Vi assicuro che la luce è assolutamente fissa anche sui punti critici del plastico, ossia i cuori degli scambi. Non vi dico quanto è bello vedere, a luce spenta nella cantina dove ho il plastico, il transito di questo convoglio di cinque carrozze tutte illuminate e senza tremolii neppure minimi!
Da tutta questa storiella ho immediatamente realizzato che:
1) non capisco cosa ci voleva alla Rivarossi e alla Lima per impiantare analogo sistema di presa di corrente che si rileva vincente in assoluto;


La presa di corrente su tutte e otto le ruote ovviamente garantisce un passo elettrico più ampio e una presa di corrente più uniforme, ma... sulle ultime produuzioni Roco (p.es. le Gran Conforto) tale sistema è stato abbandonato perché costosissimo e sinceramente... orrendo: impone di allargare in modo spaventoso il carrello, già compromesso dallla larghezza dei cerchioni che per motivi di funzionamento debbono essere praticamente raddoppiati rispetto alla scala.
PS: per mettere un condensatore in un impianto luce alimentato in DCC credo che potrebbe essere sufficiente inserirlo a valle di un ponte raddrizzatore


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MessaggioInviato: martedì 10 ottobre 2006, 11:28 
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Cita:
Attenzione che se metti condensatori o diodi poi non puoi utilizzare loco digitale che vanno in tilt

Cita:
PS: per mettere un condensatore in un impianto luce alimentato in DCC credo che potrebbe essere sufficiente inserirlo a valle di un ponte raddrizzatore


Citazioni vere in entrambi i casi .Il nostro amico dice di aver preso un kit già predisposto con i leds: in genere questi kit hanno già sia il ponte raddrizzatore che il condensatore.
In ogni caso dotandolo di ponte e condensatore si ha la doppia possibilità di utilizzare le vetture su entrambi gli impianti.


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MessaggioInviato: martedì 10 ottobre 2006, 11:33 
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Un'immagine è meglio di tante parole.
Questo schema va bene sia in analogico che in digitale.

Immagine

Saluti
Tigre652


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Scusa ,perchè quei due diodi dopo il ponte?


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MessaggioInviato: martedì 10 ottobre 2006, 11:41 
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Per evitare lo sfarfallio, in pratica, quando la carrozza non prende tensione dalle rotaie per varie cause, i diodi impediscono al condensatore di scaricarsi sul ponte ma di continuare ad alimentare l'illuminazione come se fosse una micro batteria tampone. Ovviamente più la capacità è grande più l'autonomia è elevata. Nel caso dello schema, siamo su 1-2 secondi in base all'assorbimento del circuito d'illuminazione.

Saluti
Tigre652


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Località: Ventimiglia
Grazie , nno sapevo di questo "trucco",passami il termine..ciao


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Scusa Tiger ma il ponte raddrizzatore ha un funzionamento assolutamente monodirezionale e il condensatore
non può scaricarsi sul ponte, perciò i due diodi sono di troppo.

Ciao :wink:
Andrea


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