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Saldatrice a resistenza & more! https://forum.duegieditrice.it/viewtopic.php?f=21&t=90554 |
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Autore: | nanniag [ martedì 22 novembre 2016, 12:01 ] |
Oggetto del messaggio: | Saldatrice a resistenza & more! |
Solleticato da varie notizie sparse, di Riccardo Olivero, friulbahn e altri, e dal libro di Ian Rice, tempo fa ho messo il naso nella questione saldatrice elettrica a resistenza. Ho trovato la questione interessante inizialmente per questi motivi: 1. Velocità della saldatura 2. Possibilità di avere il calore concentrato. Mi sono poi chiesto se era possibile avere altri benefit dall'utilizzo di questa attezzatura. Credo che altri punti di vista possano essere interessanti e vorrei condividerli, anche per sentire le vostre opinioni. Innanzitutto ho recuperato un trasformatore con un secondario a meno di 12 volt. L'ho trovato tramite un annuncio privato su un mercatino on line. Credo sia lo scoglio principale, ma con un po' di pazienza si trova. Eccolo qui. È da 200 VA, pagato 20 euri, giusto per dare un'idea. Il secondario è da 8 volt. Al primario ho collegato un pedalino per avviare e terminare la saldatura più comodamente. ![]() Bene ma gli elettrodi? Memore della soluzione di Olivero, il mio elettrodo è un portamine dotato di isolamento termico high tech. L'altro elettrodo è un coccodrillo. La mina è una 2H, poiché quelle più morbide, durante la saldatura diventano morbide come la maionese. ![]() Questi due elettrodi li ho collegati al trasformatore usando una comune spina, in modo che siano facilmente collegabili e scollegabili. La spina pare resistere bene alle correnti in gioco. ![]() Però mi son detto: se devo saldare per esempio una condotta della generale alla testata di un carro, bisogna collegare il coccodrillo alla testata, tenere ferma la condotta con una pinzetta e poi applicare l'elettrodo. E questo è uno solo degli esempi che scaturiscono da un fatto basilare: come ci si organizza manualmente per mantenere i pezzi in posizione e fare la saldatura. Ho cercato di dare una soluzione migliorativa al problema (quante parolacce avete detto mentre un pezzo si muoveva durante la saldatura? Io tante...) Come prima soluzione ho costruito la pinzetta elettrica. Prima di tutto mi son mangiato due gelati, poi ho sfasciato una presa e alla fine ho costruito la pinza. ![]() Gli elettrodi in questo caso sono due tondini pieni di alluminio, tenuti in posizione e collegati ai cavi di adduzione della corrente tramite appunto due terminali in ottone, presenti dentro una comune presa elettrica da 10 A. Anche la pinza è stata equipaggiata di spina per il collegamento al trafo. ![]() Una ulteriore soluzione per aumentare la maneggevolezza e la comodità della saldatura, viene proprio dal fatto che la saldatura è elettrica, quindi un piano di appoggio conduttore e anche magnetico aiuta a condurre la corrente di saldatura e a mantenere in posizione i pezzi. Una piastra di acciaio comune ci viene in aiuto e risolve il problema. L'immagine parla da sola e secondo me è un grosso vantaggio rispetto alla saldatura classica. ![]() Chi ha già provato potrà confermare: una piastra metallica a contatto con i pezzi da saldare, assorbe calore destinato alla saldatura quando detto calore è generato da un saldatore classico o da un cannello. Con la saldatrice invece la presenza di un corpo metallico è praticamente ininfluente. Ecco per il momento è tutto, anche se i punti interessanti secondo me non sono finiti e spero di scrivere qualcos'altro di interessante a breve. Ad ogni modo, sarei contento di sentire le vostre opinioni. Ciao Antonio |
Autore: | friulbahn [ martedì 22 novembre 2016, 12:54 ] |
Oggetto del messaggio: | Re: Saldatrice a resistenza |
Bravo Antonio, io la uso da anni e non potrei farne più a meno...... Ennio |
Autore: | max5726 [ martedì 22 novembre 2016, 12:59 ] |
Oggetto del messaggio: | Re: Saldatrice a resistenza |
ciao Antonio, intanto ti faccio i miei complimenti per aver provato ad affrontare questo argomento, e mi pare con successo! tempo fa avevo provato ad affrontare la questione, e mi ero arenato sia perchè distratto da altre attività , sia perchè non avevo trovato la soluzione ad alcuni dubbi.... da quello che dici, riesci a saldare piccole lamiere senza che il tuo apparecchio abbia regolazioni, se non quella del tempo di saldatura, che regoli con la durata della pressione del pedale: hai fatto qualche prova con materiali e spessori diversi? quanto dura la saldatura vera e propria? penso che la temperatura ottenuta sul punto di saldatura dipenda, oltre che dalla corrente, dall'area del punto di contatto: vedendo i tuoi attrezzi, mi pare che le pinze e la 'matita' abbiano aree di contatto differenti, per cui, se così fosse, ti chiederei se noti differenze sul risultato..... Io mi ero attrezzato con una cella LIFEPO4 da 60Ah avanzata dalla trasformazione delle batterie del mio scooter elettrico da Pb a Litio, ma poi.... ho lasciato tutto lì! però penso che se mi faccio anche io qualcosa del genere, possa funzionare anche alimentato con questa saluti Max |
Autore: | nanniag [ martedì 22 novembre 2016, 13:25 ] |
Oggetto del messaggio: | Re: Saldatrice a resistenza |
@Ennio: sono proprio queste precise parole che hai scritto proprio tu tempo fa al riguardo della RSU che mi hanno fatto scattare la curiosità . Quindi, grazie a te. @max: ho fatto un po' di prove si, non molte. Ho saldato lamierini di ottone e alpacca tra loro e lamierini e profili e tubi vari fino ad un massimo di 1,5 mm di diametro. Cominciando a contare quando premi il pedale, una saldatura puntuale comincia all'1 e termina al 3. Ho fatto anche le seguenti considerazioni: quando saldo profilati grandi? Poche volte su un modello a parer mio. Piuttosto, il problema nasce con grandi superfici (che disperdono subito il calore e non fanno salire la temperatura nel punto della saldatura) tipo una cassa in ottone, per la quale forse è meglio puntare col saldatore elettrico e poi terminare a cannello.Voglio dire: non credo che la RSU sia la panacea di tutti mali, ma almeno semplifica e migliora il 90% delle saldature. Io onestamente credo che la superficie di contatto di matita e pinza sia circa la stessa. Più piccola è meglio è. Questo perché essendo la saldatrice a resistenza, diminuendo la sezione, aumenta la resistenza quindi aumenta il calore generato e quindi la temperatura. Al momento non vedo la superficie di contatto una criticità importante. Credo si possa fare la RSU anche con una batteria (se regge) ma attenzione alla tensione. Per questo processo bastano 6 volt, ma chi li genera li deve sopportare. Adesso cerco un articolo interessante... |
Autore: | nanniag [ martedì 22 novembre 2016, 14:26 ] |
Oggetto del messaggio: | Re: Saldatrice a resistenza |
Ecco qui l'articolo. Anzi, gli articoli. Il primo è questo: http://www.girr.org/girr/tips/tips1/solderer.pdf Il secondo invece è questo http://technitoys.com/diy-resistance-soldering-outfit/ È interessante perché dà una soluzione a chi non trova il trasformatore neanche a cercarlo con la lampada a carburo. Dò una traduzione sommaria. Se non si trova un trafo con secondario a 6 volt si prende un trafo (sempre sui 150 - 200 VA) con secondario a 12 v. Si taglia una delle estremità del secondario, in prossimità della connessione alla morsettiera. Si iniziano a sfilare le spire, contandole. Una volta contate tutte si divide la tensione del secondario per il numero delle spire: si calcola cioè il volt-spira. Questo è il valore di tensione generato ad ogni spira. Se poi si divide il valore di tensione che si vuole ottenere per il volt-spira si ottengono quante spire dovrà avere il nuovo secondario. Esempio: abbiamo un trafo da 12 volt. Smontandolo troviamo che ha 10 spire. Quindi 12/10=1.2 vspira. Vogliamo ottenere 8 volt, quindi 8/1.2=6,66 Spire. Facciamo 7 e non se ne parli più. A chi non piace questo conto, può fare anche una proporzione: 12:100=8:X Per il cavo, non serve diventar matti (il trafo funziona lo stesso, i puristi portino pazienza...) basta prendere un bel cavo da 4 mmq, con l'isolante il più sottile possibile e avvolgerlo sul trasformatore, bello stretto, compatto e ordinato, facendo un solo strato. C'è spazio per usare un cavo da 6 mmq, facendo un solo strato? Meglio ancora! Nell'articolo è anche menzionato un aggeggio per regolare la tensione (e quindi la potenza) erogata dal trafo. Utile, ma non viene via per due lire. Non avendolo trovato al momento faccio senza. Però se si ha a disposizione un trafo con più ingressi, per esempio 380/220 si può collegare la linea di alimentazione a 220v alla presa dei 380: in questo modo si riduce la tensione al secondario di un fattore 1.732. Grezzo, certo, ma meglio che una pedata sul popò. |
Autore: | carmaxspe [ giovedì 24 novembre 2016, 10:50 ] |
Oggetto del messaggio: | Re: Saldatrice a resistenza |
Non avendo voglia di farselo, avete idea di dove si possa acquistare? Grazie. |
Autore: | nanniag [ giovedì 24 novembre 2016, 12:43 ] |
Oggetto del messaggio: | Re: Saldatrice a resistenza |
Ciao Si, è acquistabile http://www.alp2m.fr/index.php?nofrm=1&idp=27 https://m.americanbeautytools.com/ http://www.micromark.com/microlux-resis ... 10952.html e non so se ce ne sono ancora Ciao Antonio |
Autore: | claudio.mussinatto [ giovedì 24 novembre 2016, 13:44 ] |
Oggetto del messaggio: | Re: Saldatrice a resistenza |
Ma , se m ricordo bene gli esempi o gli articoli, non era sufficiente usare un caricabatterie, senza ulteriori avvolgimneti? saluti |
Autore: | nanniag [ giovedì 24 novembre 2016, 14:03 ] |
Oggetto del messaggio: | Re: Saldatrice a resistenza |
Si Claudio. Hai ragione, va bene anche un carica batterie, perché credo che il carica batterie sia in grado di erogare una corrente alta (le batterie, quando sono scariche, hanno poca tensione opposta e bassa resistenza, quindi la corrente di carica è alta all'inizio della ricarica). In questo forum, di cui principalmente ho visto le immagini e cercato di capire le discussioni, vengono mostrati addirittura alimentatori per RSU fatti con trasformatori. http://forum.e-train.fr/viewtopic.php?f=20&t=12424 Molto manipoli utilizzano gli elettrodi di american beauty che non costano uno sproposito. Uno soprattutto, interessante, è mantenuto in posizione con un portafusibile da scheda elettronica. Il messaggio che vorrei che passasse è che è meno difficile di quello che sembra, e si aprono nuove possibilità di divertimento. Dite la vostra! Ciao Antonio |
Autore: | claudio.mussinatto [ giovedì 24 novembre 2016, 16:35 ] |
Oggetto del messaggio: | Re: Saldatrice a resistenza |
Conosco personalmente Ennio e mi ha detto solo una cosa...quando inizi a saldare a resistenza, abbandoni o quasi il resto. Tra l'altro , una cosa da non sottovalutare e che si abbandonano o quasi gli acidi , epr cui è anche più salubre e nello stesso tempo più facile da pulire il pezzo dai residui di flussante. saluti |
Autore: | nanniag [ martedì 29 novembre 2016, 9:18 ] |
Oggetto del messaggio: | Re: Saldatrice a resistenza |
Bonjour a tout le monde. Ho sperimentato ancora con con la saldatrice, montando dei pali per linea aerea. La prima cosa interessante che mi viene da scrivere riguarda però l'"igiene della saldatura". Cioè la pulizia della giunzione saldata dopo la saldatura. Ho usato la matita in fibra di vetro. Mi viene da dire ottima! Qui un esempio del prima e dopo. ![]() ![]() Ovviamente per togliere spessori maggiori di stagno bisogna ricorrere ad una limetta, ma ad ogni modo, l'ho trovato uno strumento di pulizia veramente interessante. Precedentemente usavo le spazzoline di acciaio, che però, a causa delle dimensioni e della aggressività propria dello strumento, possono presentare il problema di rovinare le parti. Ho poi dovuto risolvere una altro problema. Mi serviva un buon utensile per mantenere in posizione i tubi da saldare, garantendo una buona conduzione elettrica. Il tubo di ottone appoggiato sulla piastra di acciaio non conduce bene, e quindi la saldatura non veniva. Allora ho usato una morsa alla quale ho applicato due profili a L di alluminio. ![]() Ed infine, dopo aver detto parolacce e parolacce all'elettrodo-matita perché si rifiutava di saldare, ho scoperto che la punta dell'elettrodo va rinnovata di tanto in tanto probabilmente per togliere una parte ossidata che non conduce. Alla fine il risultato è questo ![]() ![]() Ciao Antonio |
Autore: | FRECCIA [ martedì 29 novembre 2016, 23:05 ] |
Oggetto del messaggio: | Re: Saldatrice a resistenza |
Scusa nanniag (antonio) potresti disegnare (anche brutalmente su un foglio di carta e postarlo con foto) il pur semplice schema del tuo saldatore fantastico? Per evitare incertezze in chi vorrebbe seguirti...... scusa ma io quando mi viene posto un link ad un sito inglese-tedesco-francese-cinese (anche se ci sono i traduttori on-line) mi rifiuto di provare a leggere ed è già tanto se guardo le foto. Ciao grazie e complimenti. |
Autore: | nanniag [ mercoledì 30 novembre 2016, 8:47 ] |
Oggetto del messaggio: | Re: Saldatrice a resistenza |
Ciao FRECCIA, tutti. Ecco qui lo schema. ![]() Ciao Antonio |
Autore: | FRECCIA [ mercoledì 30 novembre 2016, 12:16 ] |
Oggetto del messaggio: | Re: Saldatrice a resistenza |
Ottimo grazie mille.... ![]() |
Autore: | Paolo.Bontempi [ martedì 24 gennaio 2017, 14:12 ] | ||
Oggetto del messaggio: | Re: Saldatrice a resistenza | ||
nanniag ha scritto: Solleticato da varie notizie sparse, di Riccardo Olivero, friulbahn e altri, e dal libro di Ian Rice, tempo fa ho messo il naso nella questione saldatrice elettrica a resistenza. . . Innanzitutto ho recuperato un trasformatore con un secondario a meno di 12 volt. L'ho trovato tramite un annuncio privato su un mercatino on line. Credo sia lo scoglio principale, ma con un po' di pazienza si trova. È da 200 VA, pagato 20 euri, giusto per dare un'idea. Il secondario è da 8 volt. Al primario ho collegato un pedalino per avviare e terminare la saldatura più comodamente. Bene ma gli elettrodi? Memore della soluzione di Olivero, il mio elettrodo è un portamine dotato di isolamento termico high tech. L'altro elettrodo è un coccodrillo. La mina è una 2H, poiché quelle più morbide, durante la saldatura diventano morbide come la maionese. Questi due elettrodi li ho collegati al trasformatore usando una comune spina, in modo che siano facilmente collegabili e scollegabili. La spina pare resistere bene alle correnti in gioco.e le vostre opinioni. . . Ciao Antonio Qualche domanda. Per il trasformatore avrei trovato sulla baia un toroidale con uscita a 6V (doppia) in AC (16,67A ciascuna). Allego il pdf zippato con le caratteristiche. Pensate vada bene? Mi interesserebbe un consiglio per il pedale: deve reggere i 230V, per l'amperaggio quanto serve ? Basta uno così ? http://it.rs-online.com/web/p/interrutt ... e/0116906/ Saluti
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