RECENSIONE
Ho fatto la conoscenza "virtuale" di Edoardo, su internet, qualche anno fa. Di lui mi ha colpito la passione per certi aspetti della ferrovia considerati, dai più, minori. Quegli aspetti che io, come lui, trovo invece irresistibili. Il libro in questione, appena uscito per i tipi di Roberto Chiaramonte Editore, documenta con ricchezza di informazioni testuali e di materiale iconografico un servizio merci del tutto particolare che ha solcato per circa un trentennio alcune vie della Torino un tempo periferica sita tra gli stabilimenti Fiat del Lingotto e di Mirafiori. Oscuri protagonisti di quelle tradotte, ormai solo più nebbia nei recessi della memoria, un ristretto numero di locomotori elettrici recuperati da motrici tramviarie extraurbane: macchine dalle forme austere, intonate allo spirito taciturno e lavoratore della periferia industriale e nebbiosa d'una città ancor più taciturna, ed austera. Macchine strane, anomale, capaci di muoversi con indifferenza sia sui binari del treno (per il lavoro quotidiano) che su quelli del tram (per tornare in deposito, a fine turno). Ricordo, era il 1972 o giù di lì, d'averne visto una correre sui binari oggi del tram n. 4, lungo corso Unione Sovietica. Non capivo che facesse un locomotore FS (ma sarà poi FS? sul catalogo Rivarossi non c'era, ne ero certo) sulla linea del tram ... Sembrava uscito da un piccolo deposito proprio dietro la filiale Fiat, c'era un binario che di lì tagliava il corso innestandosi su quello del 4 ... Osai chiedere: vai in via Vigliani domattina presto, fu la risposta. Non sapevo neppure che esistesse una via Vigliani a Torino, l'indomani ero là con l'inevitabile 500 L e la Rollei di mio padre, spuntò da sototterra la locomotiva strana che strideva e slittava e fischiava disperata sulla rampa eppure ce la faceva a tirar via dalle viscere della fabbrica una fila interminabile di carri carichi d'auto fresche di vernice. La vita è curiosa: oggi, dopo quarant'anni, il mio lavoro è in una palazzina proprio dietro quel muraglione sotto cui passava, in galleria, il binario che portava al Lingotto. Dietro quel muraglione era un fascio di binari. Oggi, di quei binari, non resta neppure il sapore del creosoto: nuove rotaie portano le auto fresche di vernice allo scalo di Orbassano. Ma sul libro di Edoardo c'è tutto, proprio tutto: tutto quello che non sapevo, tutto quello che ricordo, tutto quello che ho dimenticato. Ci sono le risposte ai tanti perchè che si sono accatatastati negli anni, senza che nessuno, in azienda, ne ricordasse le ragioni: il tempo scorre più veloce del solito, quando cancella le cose vecchie. Grazie, Edoardo, per avermi restituito un piccolo pezzo della mia gioventù.
Edoardo Tripodi, "Alla ricerca dei fantasmi delle locomotive elettriche Satti di Torino", Roberto Chiaramonte Editore, in libreria a 25 euro.
|