Ogni cosa è indeterminata.
Una frase che mi ha fatto pensare all'ex forumista Clemente Tortora ed ai molti altri grandi della fisica quando, nei propri testi divulgativi, cercano di far capire alle persone comuni che cosa vuol dire fare Scienza.
Clemente sta ultimando la stesura del suo nuovo volume che si intitolerà "Tra Erlangen e Gottingen" e tratterà della teoria dei gruppi nella fisica moderna e del loro significato.
Ha inoltre l'intenzione preparare un nuovo testo divulgativo ispirato proprio alle lezioni pubblicate nel soppresso OT, che sarà intitolato "La fisica dell'OT" e dedicato a tutti i forumisti che le seguivano con passione.
Nell'attesa di leggerli, consiglio il saggio di Robert Crease (un filosofo) ed Alfred Scharff Goldhaber (un fisico):
"Ogni cosa è indeterminata. La rivoluzione dei quanti dal gatto di Schrödinger a David Foster Wallace".

Un libro che è chiaramente indirizzato a chi è incuriosito dalla Fisica quantistica e non ne sa molto.
L'aspetto che ho più apprezzato è la capacità degli autori di proporre diversi punti di vista.
Chi ha letto molti saggi sa che in genere l'autore espone teorie ed avvenimenti che reputa importanti in quanto tali, argomentandone le finalità scientifiche di alto livello, che a volte però sfuggono alla persona comune.
Crease e Goldhaber invece, hanno fatto un lavoro egregio scendendo dalla cattedra e mettendosi al livello del lettore, a cui si prendono la briga di spiegare qual è stata l'influenza della Fisica quantistica sulla cultura generale.
Il fatto è che tutti nella vita abbiamo sentito parlare di salti quantici, di universi paralleli, ma si tratta di fenomeni di cui è difficile dare un'interpretazione dato che nemmeno gli studiosi concordano su alcuni punti.
Ecco, la chiave di volta del libro è proprio questa: se una volta la meccanica quantistica era "roba da scienziati", da un pezzo è uscita dai laboratori ed in modo del tutto incontrollato è entrata nella vita comune tramite film, racconti di fantascienza, fumetti.
Però resta incompresa ed inarrivabile per molti aspetti, gli autori cercano quindi di chiarirli utilizzando anche e soprattutto numerosi riferimenti ai contesti in cui sono stati inseriti da registi e scrittori.
Per arrivarci passano attraverso la cronistoria della meccanica quantistica a partire dai suoi albori e dai suoi protagonisti: un passaggio che a chi non è al primo libro sull'argomento risulterà forse ridondante, per questo consiglio il testo ai curiosi ed a coloro che hanno pochi rudimenti in merito.
Detto questo, però la lettura è fruibile anche da chi è un pochino più informato, perché, in fin dei conti, se tutto quello che si sa proviene dai saggi di divulgazione scientifica, le lacune da colmare sono parecchie.
Altro aspetto da apprezzare (che non è una costante) è l'introduzione ai concetti filosofici che contemplano l'indeterminazione, il ruolo della probabilità, la non-località, eccetera.
Non a caso Goldhaber è un fisico, ma Crease è un filosofo, e la stesura del libro a quattro mani ha permesso una duplicità d'interpretazione decisamente notevole.
Però non spaventatevi per la materia ostica, perché come ricordava il grande Niels Bohr "quelli che non rimangono scioccati la prima volta che si imbattono nella meccanica quantistica, non possono averla compresa".
Auguri di buon 2017 a tutti i forumisti.