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MessaggioInviato: mercoledì 30 luglio 2008, 9:06 
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facchino ha scritto:
Un'altra cosa: per lo stesso motivo, non è consigliabile ...orinare sui fili della catenaria mentre si è su di un cavalcavia ferroviario... :wink:

Ci vorrebbe una bella mira... :shock:
Io avevo letto la storia dell'innalzamento manuale della presa di corrente da un'altra parte, ma si riferiva a Torino (o forse Bussoleno) ai tempi del trifase. In quel caso la struttura delle prese era isolata, dato che solo i due striscianti erano in tensione, quindi penso la versione originale e vera fosse questa.


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MessaggioInviato: mercoledì 30 luglio 2008, 16:27 
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Esatto. Pensate ai passerotti o altri volatili appollaiati sui fili delle linee elettriche: non gli succede nulla perchè ne toccano uno solo. Qualora ne toccassero 2 ( o altra fase o neutro), folgorazione istantanea.
E qui Facchino fai sorgere un lecito dubbio:
se uno la fa su una gamba sola come l'architetto Meladri, l'è a rischio?
UA :?


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MessaggioInviato: mercoledì 30 luglio 2008, 22:32 
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Non lo so, penso non valga la pena approfondire il discorso.
Farla contro il muro è prassi consolidata e funzionale. :lol:

Con tutti e due i piedi per terra, la resistenza ohmica di attraversamento piedi :arrow: p.....o dovrebbe ridursi della metà, assicurando una migliore conduzione elettrica.. :mrgreen:
Ohibò, sarà il caldo...
saluti e..non provate !!


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MessaggioInviato: giovedì 31 luglio 2008, 0:09 
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evil_weevil ha scritto:
Azz...così regge si! Resta solo da chiedersi se quella persona fosse particolarmente muscolosa ed avesse uno strano colorito...VERDE!!


Scusate l'intromissione ma questa affermazione mi sembra un po' esagerata... per alzare un pantografo scarico non serve poi moltissima forza.

il problema per cui la storia è un po' inverosimile è un'altro: come faceva il tizio a salire sul telaio del pantografo se questo era abbassato?
Per alzarlo nella maniera descritta bisognerebbe posizionarsi all'interno del rombo e questo è fattibile solo a pantografo alzato; inoltre sarebbe utile tenere in considerazione la possibilità che si inneschi un arco voltaico il quale "potrebbe compromettere in maniera lieve la salute del malcapitato".

Si contano su una mano coloro che hanno raccontato di aver preso la 3000...

ciaociao
:shock: :shock: :shock:


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MessaggioInviato: giovedì 31 luglio 2008, 2:36 
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Iscritto il: giovedì 13 marzo 2008, 19:06
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Altra considerazione: ammesso che il macchinista resti in vita, e credo di si altrimenti non lo farebbe, il pantografo alzato a mano poi come fa a restare in posizione e seguire l'andamento della linea?

Di norma se all'interno della condotta non vi è aria in pressione non dovrebbe riuscire a restare alzato. :roll:

Ciao.
Ale


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MessaggioInviato: giovedì 31 luglio 2008, 10:43 
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infine:
Cita:
c'era qualcuno a firenze che quando non c'era aria per alzare i pantografi montava sul tetto della locomotiva, poi sul pantografo tirandolo su a mano fino a quando i compressori non avevano accumulato un pò d'aria compressa. allora riabbassava il pantografo, scendeva da esso e poi dal tetto della locomotiva.
Non capisco bene la storia!
I compressori servono proprio per alzare i pantografi a locomotiva spenta,
questo cosa fa? Sale sulla loco, alza il pantografo finchè i compressori
accumulavano aria e poi riabbassava il pantografo?
Questa storia mi pare tutta un controsenso!
Cosa azz è salito a fare sulla motrice, allora?
UA :?


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MessaggioInviato: giovedì 31 luglio 2008, 12:01 
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ale656 ha scritto:
Altra considerazione: ammesso che il macchinista resti in vita, e credo di si altrimenti non lo farebbe, il pantografo alzato a mano poi come fa a restare in posizione e seguire l'andamento della linea?

Di norma se all'interno della condotta non vi è aria in pressione non dovrebbe riuscire a restare alzato. :roll:

Ciao.
Ale


Non deve seguire nessuna linea. Non serve corrente per far andare la macchina ma solo per caricare il compressore, una volta carico ci pensa lui a sostenerlo alzato

CORTIANTONIO-UTENTEACIDO ha scritto:
infine:
Cita:
c'era qualcuno a firenze che quando non c'era aria per alzare i pantografi montava sul tetto della locomotiva, poi sul pantografo tirandolo su a mano fino a quando i compressori non avevano accumulato un pò d'aria compressa. allora riabbassava il pantografo, scendeva da esso e poi dal tetto della locomotiva.
Non capisco bene la storia!
I compressori servono proprio per alzare i pantografi a locomotiva spenta,
questo cosa fa? Sale sulla loco, alza il pantografo finchè i compressori
accumulavano aria e poi riabbassava il pantografo?
Questa storia mi pare tutta un controsenso!
Cosa azz è salito a fare sulla motrice, allora?
UA :?


Non è assolutamente un controsenso: capita a volte che il compressore sia scarico. Il regolamento impone di aggianciare una seconda loco che fornisca aria per alzare il pantografo della prima facendo si che, come dicevo prima, il compressore scarico si carichi.

Girano anche storie che hanno per protagonista l'utilizzo di un filo di ferro che faccia da ponte tra pantografo (tenuto basso) e linea aerea... il filo di ferro riesce a reggere la bassa tensione utile a caricare il compressore (24 V se non vado errato).
Una volta carico il compressore, siccome la detta pratica è illegale, si avvia il locomotore alimentando i motori di trazione; in questo modo il filo di ferro si trova a dover sostenere delle correnti troppo elevate (3000 V o più e almeno 400A, correggetemi se sbaglio), ovviamente la sezione è troppo piccola e il filo si scalda fino a fondere.
Dopodichè, visto che ora c'è aria nel compressore, si alza il pantrografo e si inizia la giornata...

ciaociao
:shock: :shock: :shock:


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MessaggioInviato: giovedì 31 luglio 2008, 12:18 
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Non è assolutamente un controsenso: capita a volte che il compressore sia scarico. Il regolamento impone di aggianciare una seconda loco che fornisca aria per alzare il pantografo della prima facendo si che, come dicevo prima, il compressore scarico si carichi.
Ma se non ricordo male i compressori funzionano con le batterie!!
Una volta caricati di aria con le stesse, si spengono i compressori e con
l'aria ottenuta si alzano i pantografi!
Se dovessi aver detto una castroneria, corregetemi pure!! :P
UA :?


Ultima modifica di CORTIANTONIO-UTENTEACIDO il giovedì 31 luglio 2008, 12:19, modificato 1 volta in totale.

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MessaggioInviato: giovedì 31 luglio 2008, 12:19 
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Su tutte le loco c'è il compressore di primo alzamento alimentato dalle batterie quando non c'è aria sufficiente per alzare il pantografo.
Altra cosa sono i compressori principali che servono per la condotta del treno


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MessaggioInviato: giovedì 31 luglio 2008, 12:46 
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E se le batterie fossero scariche ?
Non esiste qualche accrocchio manuale che consenta di caricare il compressore di primo alzamento o alzare direttamente il pantografo ?

Una volta feci questa domanda ad un tecnico delle officine di Novate che mi disse che in questo caso la loco e' immobilizzata, a meno di avere delle batterie di riserva o un caricabatterie alimentato dalla rete (220/380)

Forse le vecchie loco E428, E626 avevano qualche dispositivo di emergenza ?


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MessaggioInviato: giovedì 31 luglio 2008, 13:19 
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oh babba bia.. :shock:

Non c'è bisogno di andar sui testi sacri, ma come consigliato testè sopra, basta qualche pagina della treccani o al limite di wikipedia per documentarsi un minimo per padroneggiare un linguaggio appropriato visto che, appunto, si tratta di tecnica e non di comprare l'insalata al mercato orientale..

leggere frasi tipo ".. scorre tensione.. " o robe del genere fa veramente rizzare i capelli.. :roll:


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MessaggioInviato: giovedì 31 luglio 2008, 16:17 
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Nome: Fabrizio Baroni
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in effetti l'obiezione di tito fa pensare... può darsi, ma questo lo suppongo io e appena vedo chi me lo ha raccontato glielo chiedo, che la persona si mettesse in piedi su un lato del telaio del pantografo attento a non toccare il filo aereo e poi alzasse il pantografo fino a far toccare l'archetto. così continuerebbe a reggere....
non so quanto sia la distanza minima di sicurezza a cui ci si possa avvicinare ad un conduttore a 3000 volt, ma non penso che sia molto grande. penso che entro 10 cm si possa andar tranquilli.
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MessaggioInviato: giovedì 31 luglio 2008, 16:37 
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Cita:
leggere frasi tipo ".. scorre tensione.. " o robe del genere fa veramente rizzare i capelli..
Allora, sua Maestà Gran Dott. Ing.
visto che le si rizzano i capelli, diremo che in un circuito scorre shampoo,
scegli te la marca o se preferisci, con balsamo antiarrizzamento! :mrgreen:
UA :?


PS
i maestri, specie se vogliono spiegare qualcosa ''al volo'', sono sempre
i benvenuti, non mi stancherò mai di ripeterlo.....


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MessaggioInviato: giovedì 31 luglio 2008, 20:34 
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Iscritto il: venerdì 13 gennaio 2006, 18:15
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Località: 1640 Riverside Drive, Hill Valley
3 KV/mm è la rigidità dielettrica dell'aria secca..
vuol dire che IN TEORIA basterebbe stare a 1 mm dalla catenaria...

In pratica il limite è molto più alto (e le normative prevedono comunque il funzionamento nella situazione peggiore possibile).

Allora.. (dopo avervi smarmellato i maroni, qualcosa devo pur dire, no?)

caso 3000 V continui:

la corrente arriva (usualmente ad alta tensione) alla Sottostazione, dalla condotta enel (ma potrebbe pure essere una linea proprietaria delle ferrovie.. nulla lo vieta.. anzi, soprattutto in passato, era una cosa tuttosommato normale) in corrente alternata.
Corrente alternata vuol dire che il valore di tensione tra i due conduttori varia sinusoidalmente tra -v e +v.
La 220v (corrente alternata monofase) a 50 Hz che abbiamo in casa è un'onda sinusoidale che varia continuamente il la differenza di potenziale (il voltaggio) tra i due conduttori (detti fase e neutro), alla velocità di 50 volte al secondo, tra -220 e + 220 volt.
In sottostazione viene raddrizzata (non m'addentro in dettagli che non conosco) e resa continua e immessa sulla linea ferroviaria.
Semplificando (senza considerare i circuiti di binario ed eventuale ripetizione dei segnali) il + è attaccato alla catenaria e il - è collegato alla terra (per definizione a potenziale = 0). Per cui si dice che tra la catenaria e il binario che è messo a terra, vengono stabiliti all'incirca 3000V.
Se non v'è nessuna locomotiva in linea, a meno di perdite, la Corrente che attraversa la catenaria (e quindi i binari) è zero Ampere.
Nel momento in cui viene utilizzata una locomotiva, essa "assorbe" corrente (più correttamente fa scorrere corrente nel circuito).

Nel caso dei 25 kV corrente alternata,
la sottostazione è, per lo meno da un punto di vista teorico, molto più semplice di una a corrente continua: non serve il raddrizzatore, ma solo un trasformatore che in uscita mantenga la tensione opportuna.

Perchè 25 kV e non 3?
perchè W = I x V.. la potenza "utilizzata" da un aggeggio elettrico è il prodotto della corrente che vi scorre dentro per la tensione applicata..

Va da se che se più alta è la tensione, a parità di potenza, più bassa è la corrente..
corrente bassa = conduttori di sezione più piccola, minor dissipazione per effetto Ohm (un qualunque conduttore non ideale, se attraversato da corrente, si scalda.. e butta via dell'energia..) e un sacco di effetti più o meno collaterali.. pantografi più piccoli e leggeri, minori probabilità di flash alla catenaria... ecc ecc ecc..
Per contro un'elevata tensione è più difficile da gestire (gallerie a sagoma più ampia.. bla bla bla..)

vabbè.. ci saranno una marea di imprecisioni.. ma sono già stufo di scrivere..


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MessaggioInviato: giovedì 31 luglio 2008, 20:48 
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ebbravo Michele!


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