Le prime applicazioni del calcestruzzo nelle opere ferroviarie agli inizi del secolo scorso erano limitate a strutture soggette interamente a compressione, rendendo inutile l'uso delle armature, prevalentemente nei ponti ad arco di tipo tradizionale e nelle gallerie.
In pratica, come già menzionato, il calcestruzzo è una pietra artificiale e pertanto si comporta come quelle naturali, con una grande resistenza a compressione.
Successivamente, con l'evoluzione della tecnica e delle conoscenze venne adottato il calcestruzzo armato, di cui ricordo la prima applicazione in campo ferroviario nei ponti ad arco della Ferrovia della Val Brembana, opera del Santarella (... NON la Santarelli...

), autore del famoso "Prontuario del cemento armato" su cui hanno studiato generazioni di geometri ed ingegneri.
Ritornando alle strutture non armate, qui sulla FGC i ponti e le gallerie sono costruiti con questa tecnica, adottando solo l'arco in calcestruzzo non armato, con le restanti parti in pietre squadrate.
Dall'analisi visiva e da carotaggi eseguiti su queste strutture è emerso che il calcestruzzo è di qualità piuttusto scadente, con inerti grossolani e prevalentemente ciottoli di fiume, quindi con caratteristiche più vicine ad un magrone piuttosto che ad un calcestruzzo di tipo strutturale al giorno d'oggi richiesto dalle normative.
E comunque stanno su da 80 anni...
Attualmente si tende in ogni caso a mettere un minimo di armatura, anche una semplice rete elettrosaldata.