Ciao a tutti,
un po' di tempo fa ho rimesso le mani su di una seconda palazzina "Hotel Terminus" della Faller dopo quella che avevo realizzato un paio di anni fa. E' un kit che mi piace perchè può essere trasformato abbastanza facilmente in un edificio adatto ad un'ambientazione italiana. Allora feci il tetto piatto (in sostituzione di quello spiovente originale con tegole di ardesia), stavolta ho deciso di fare un'elaborazione più intensa.
Prima di tutto ho levigato la superficie bugnata originale per fargli una finitura intonacata liscia, poi anziché i marcapiano elaborati e gli angolari in pietroni (che appunto mi diedero un bel po' di filo da torcere, perchè mal si raccordavano con la finitura bugnata del muro) ho optato per semplici listelli di plasticard da mezzo millimetro di spessore. Nell'occasione ho anche alzato un pochino il terzo piano (che era un po' troppo a filo del tetto), in preparazione ad un tetto a 4 falde.
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Le differenze rispetto all'altro hotel terminus sono evidenti: ho anche deciso di non usare le finestre originali, che non si adattavano benissimo allo stile più sobrio. Ciò ha reso le finestre un tantino grandi... un filo troppo, ma ancora nei limiti del credibile. Ho quindi limato gli innesti per le cornici delle finestre e realizzato un semplice davanzale con un listello di plasticard. Poi ho dipinto una cornice dello stesso colore dei marcapiano e degli angolari.
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A differenza dell'originale.... ho deciso stavolta di fare anche un po' di dettaglio interno... realizzando al piano terra un piccolo negozio di alimentari. Per questo ho chiuso il finestrotto a destra della porta e un'altra finestra sul fianco sinistro del palazzo: questo per ragioni di prospettiva..... nel senso che in questo modo l'interno del negozio è visibile solo dalla vetrina frontale e da quella che sarà la porta a vetri a fianco della vetrina, lasciando quindi un po' più di libertà d'azione (cioè non si vede il "retro" di porte e vetrina dal fianco.... cosa che avrebbe complicato la realizzazione).
Questo è il work in progress dell'interno del negozio. Muri e pavimento sono di forex da 2mm, mentre l'arredamento è composto da una semplice struttura in plasticard o forex su cui sono state incollate con il vinavil opportune foto portate alle dimensioni necessarie. Una mano di trasparente opaco darà poi la sigillatura necessaria.
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Ecco la vista frontale attraverso la vetrina.... il "vetro" è ancora provvisorio... avevo inizialmente pensato di fare la scritta sulla fascia bianca... ma questo restringe un po' la visuale sull'interno.... non ho ancora preso una decisione definitiva sulla vetrina....
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Ovviamente nella versione finale, al posto del capostazione (l'ho messo lì perchè avevo quello a portata di mano) ci sarà un commesso e un po' di avventori.... mancano ancora un po' di particolari (la verniciatura del bancone, un registratore di cassa e simili).
Tornando alla struttura.... vanno fatte finestre e persiane (al posto delle tapparelle originali).
Le persiane sono semplici fascette stringicavi tagliate a misura, rifilate e addizionate di due listellini di plasticard sopra e sotto. Le riprodurrò sia in versione chiusa (più facile) sia in versione aperta.
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L'aspetto antipatico di questo sistema è che fascette della giusta larghezza sono anche molto spesse (quasi 2 millimetri, assolutamente irrealistico.... in scala non dovrebbero essere più di un millimetro). Per le persiane chiuse non è un grosso problema, si tratta al limite di rifilare un po' i bordi, per quelle aperte invece.... ho dovuto fresare la fascetta fino ad ottenere uno spessore decente.... un lavoro un po' lunghino....
Altro inconveniente delle finestre grandi è che quando vengono riprodotte le persiane aperte tra due finestre adiacenti, queste quasi si sfiorano... cosa non irrealistica, ma neanche bellissima. Per questo motivo alternerò un po' persiane aperte e persiane chiuse.
Altra cosa, per le persiane aperte.... sono ovviamente le finestre.... anche queste vanno autocostruite... ho quindi usato una tecnica che chiamo "autocostruzione aiutata dal computer". Ho tracciato con il computer il disegno della finestra, l'ho stampato e ho messo delle striscioline di biadesivo in alcuni punti. Poi ho appoggiato i listelli di plasticard da 1x1mm. Non c'è bisogno di indovinare più di tanto la lunghezza (a parte il frame centrale). Andando in sequenza, si può sbordare e rifilare poi. Una goccia di colla ultraliquida (tamiya extra thin cement, la classica tappo verde) nei punti di giunzione sigilla il tutto.
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Per fissare al meglio le finestre (e per evitare fessure visibili), ho inoltre fatto attorno alla cornice della finestra una seconda cornice con listelli di plasticard questa volta di 1x0.5 mm. In questo modo quando si va a piazzare la finestra dall'interno, questo bordino aggiuntivo poggia sull'interno del "muro". Dopo avere verniciato le finestre, le ho incollate dall'interno e ho poi aggiunto i vetri con dell'acrilico trasparente da 0,4mm tagliato a misura. Sia l'incollaggio delle finestre all'edificio, sia del vetro sono fatte con un filo di vinavil. Il "bordino largo" delle finestre aiuta infatti a fare un lavoro pulito e senza sbavature.... ma meglio non rischiare: la colla a solvente infatti rovina la vernice se gli arriva addosso.... mentre la superficie di incollaggio è tale che anche il vinavil ha sufficiente forza per tenere tutto al suo posto.
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Dicevo del tetto..... ho deciso di fare qualcosa di nuovo... un tetto a 4 falde... inizialmente avevo pensato ad un tetto in coppi: avevo sperimentato una tecnica lunghina, ma efficace, per riprodurli... ma su consiglio di un amico ho optato invece per le tegole marsigliesi. Tecnica tra l'altro che mi servirà per un altro edificio che sto riproducendo che ha appunto questo tipo di copertura.
Le marsigliesi sono le classiche tegole a incastro molto usate in particolare dal secondo dopoguerra in poi. In pratica hanno una scanalatura che si sovrappone di fianco alle altre tegole e poi sopra ci va un'altra riga di tegole, generando un sistema "a scalini" con tutte le scanalature in cui l'acqua si incanala fino alle grondaie.... dopo un po' di esperimenti con vari materiali (plasticard, cartoncino ecc.) ho messo a punto una tecnica per riprodurre l'effetto senza diventare scemo più di quanto io sia già..... con semplice carta, visto che mi sembrava la più adatta a riprodurre lo spessore delle tegole.
Ho disegnato un "master" a computer con le singole tegole di 3x5 millimetri, compresa una fascia da un millimetro per la sovrapposizione delle righe di tegole successive. Ho anche tracciato due righe grigie all'interno di ogni tegola, a simulare le scanalature. Poi ho tagliato del nastro adesivo in striscioline larghe un millimetro e le ho piazzate sul disegno delle tegole. A simulare il bordo di incastro tra una tegola e l'altra.
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Dopodichè ho ritagliato le singole righe di tegole e ho iniziato a posizionarle sul tetto in plasticard
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La cosa più complicata è andare dritto tra una striscia e l'altra, perchè nonostante la linea di sovrapposizione disegnata sulle tegole, la carta bagnata tende a deformarsi un po'. Ho usato del vinavil non diluito, in modo da cercare di evitare il più possibile le deformazioni, ma la prossima volta penso disegnerò anche delle linee di allineamento sul tetto in plasticard per aiutarmi con il posizionamento dei pezzi.
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Una volta asciutto, ho dato una mano di vernice ad aerografo.... cercando di darla soprattutto all'inizio il più asciutta possibile. L'effetto è convincente
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Per i coppi angolari ho invece usato degli stuzzicadenti tagliati a metà e sagomati (con una incisione ogni 4mm). Non pienamente soddisfacente... la prossima volta userò una tecnica simile, ma partendo da un tubicino di plasticard, che secondo me è più versatile.
Ho poi fatto un leggero invecchiamento, non con la tecnica solita del "lavaggio ad olio" (non mi fidavo... vabbe' che il tutto dovrebbe essere stato sigillato dalla verniciatura.... ma è pur sempre carta...), bensì con dei pastelli acquerellabili ridotti in polvere e stesi con un pennello. Farò poi invece una leggera lumeggiatura con un dry brush di colore ad olio bianco.
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