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MessaggioInviato: martedì 24 aprile 2007, 9:21 
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Sono dell'opinione che a questo mondo, con l'uso del cervello e di tanta fantasia, si può fare tutto tranne "non morire" (purtroppo quella fine la dobbiamo fare tutti).

Approvo appieno il pensiero di Andrea. Il concetto di "NORMA" va considerata come una traccia da seguire e con la fantasia realizzare quello che più ci piace.

Anche il discorso delle altezze. Se consideriamo che le gambe sono amovibili, nessuno ci vieta, ad esempio, di avere moduli utilizzabili per casa propria, in sede sociale ed alle mostre con gambe regolabili da 90 cm fino a 1,5 mt. In questo modo ovunque andiamo siamo in grado di soddisfare agevolmente tutte le esigenze.

Per i profili delle testate, posso realizzare 3/4 moduli attigui dove alle estremità ho la testata FIMF mentre in mezzo posso adoperare testate collinari o addirittura a fantasia. Quest'ultima soluzione ovviamente implica che i 3/4 moduli non sono scindibili e vanno considerati un blocco unico da inserire nel plastico.

Alla fine con un po' di fantasia possiamo realizzare moduli di ogni forma dando al plastico un andamento vario e variabile offrendo al visitatore un prodotto originale ed interessante.

Saluti

Mario Bottini


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MessaggioInviato: martedì 24 aprile 2007, 15:17 
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Iscritto il: lunedì 13 marzo 2006, 17:25
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Quoto in pieno l'intevento di Mario ma...
Intervenivo volentieri in questo argomento perchè mi piaceva la scusa dello scambio di opinioni e della discussione su cosa è meglio come pretesto per spiegare a terzi come funzionano le cose, in realtà so abbastanza bene come funziona il modulare di Mario (anche se ora lo so meglio), il modulare CV19, così come loro sanno come funziona Fremo. Lungi da me l'dea di convincere qualcuno di qualcosa.
Quindi anche nella massima libertà di scelta finale (qualcuno aveva dei dubbi?) se andiamo avanti a raccontare diffrente e caratteristiche secondo me male non fà.

A questo fine trovo molto costruttivo l'intervento di GFPentium.


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MessaggioInviato: martedì 24 aprile 2007, 16:22 
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Iscritto il: lunedì 16 gennaio 2006, 10:16
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Località: Castellanza (Varese)
Una cosa a cui non si pensa mai abbastanza con i plastici itineranti è la logistica, ovvero....

come trasportiamo il plastico? dove lo mettiamo? ognuno si tiene il suo modulo o lo depositiamo da qualche parte?

A parole sembra tutto molto facile.

Ognuno si trasporta il proprio modulo, ci si trova al tal posto alle ore XX:XX e si monta il tutto.

Se tutti i partecipanti sono consapevoli e convinti che non si deve mancare all'appuntamento e vengono sempre tutti allora tutto potrebbe andar bene. Purtroppo non sempre è così perchè o per motivi di lavoro o di studio, di salute, di famiglia, economici e altro qualcuno potrebbe mancare e quindi anche il suo modulo essere assente mettendo a rischio l'esatta costituzione del plastico.

Se invece si decide che il plastico deve essere collocato tutti intero in un deposito allora occorre organizzare il trasporto. Occorre quindi gestire gli spazi in modo tale che tutti i moduli possano essere caricati sul mezzo occupando il minor spazio possibile, occorre che vi sia un gruppo di soci che si occupano del trasporto anche dei materiali collaterali (attrezzi, cavi, alimentatori ecc).

E una cosa su cui ci si sbatte il muso sono i grandi progettoni.

Conoscete quelle belle idee del tipo aahh... io faccio un deposito intermodale su 4 moduli a 8 binari ecc ecc oppure ...io faccio una stazione di transito e interscambio con officine riparazioni, deposito loco, scalo merci ..... Poi una volta fatto.... Opss... non so come portarlo, in macchina non ci sta oppure Ahimè stavolta non posso venire... e nel plastico resta un buco enorme che non si sa come riempirlo.

allora..... PANICO!!! :shock:

Il mio consiglio, se si decide di fare un modulo per mostre, è di non fare cattedreli nel deserto ma un modulo semplice, ben fatto e funzionante al 100% che non dia problemi mai, curato nei minimi dettagli per renderlo spettacolare nella sua semplicità.

Saluti

Mario Bottini

PS Nei prossimi giorni non ci sarò perchè il Plastico del Forum sarà a Firenze per Giornate Fiorentine. Ci vediamo là, OK? :wink:


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MessaggioInviato: martedì 24 aprile 2007, 20:26 
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Nome: Fabrizio Ferretti
Iscritto il: sabato 14 gennaio 2006, 16:31
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Mario, su questo punto condivido perfettamente la tua posizione, ribadendo semplicità e cura, volta sempre verso la solidità, il trasporto è una variabile da considerare moltissimo e la robustezza e la rewalizzazione deve volgere con molta attenzione verso questa problematica. Il mio consiglio è, prima di avventurarsi, come detto già da Mario, in opere faraoniche, preparare moduli semplici, di piena linea e curati nei particolari in modo che lo spettatore venga attratto anche da questo e non solo dal passaggio del convoglio.
Ciao, Fabrizio Ferretti.


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MessaggioInviato: giovedì 26 aprile 2007, 9:54 
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Iscritto il: lunedì 13 marzo 2006, 17:25
Messaggi: 35
Mia opinione
Non superare gli 80 cm di lunghezza per non avere problemi di trasportabilità nel bagagliaio della macchina.
E' sempre meglio fare due moduli che uno, per vari motivi, uno su tutti si possono traportare accoppiati e affacciati salvagurdando di molto il paesaggio e senza dover creare scatole per preservare il tutto.

Andrea


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MessaggioInviato: giovedì 26 aprile 2007, 13:45 
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Iscritto il: martedì 7 febbraio 2006, 9:37
Messaggi: 1423
Intervengo in ritardo, complice anche lo scarso tempo a disposizione.
Evitiamo innanzi tutto le contrapposizioni di guelfi contro ghibellini: tutti i sistemi modulari sono a loro modo "corretti" e funzionali, con riferimento agli scopi per i quali sono stati pensati: esercizio realistico, passerella ed esposizione, manovre ecc.
E più difficile che uno stesso sistema possa, contemporaneamente, soddisfare esigenze contrastanti: in tal caso, serve una specializzazione.
Bene, detto questo, è opportuno che tale specializzazione si concili, o tenti almeno di interfacciarsi, con quanto già oggi esistente, ossia i sistemi italiano FIMF e europeo FREMO.
Per come (non correttamente) appare, Fremo sembra dedicato alle sole linee a semplice binario non elettrificate a mezza costa.
In realtà Fremo è prima di tutto una filosofia, che si adatta, con le "specializzazioni" a realtà differenti, come ne sono prova i sottogruppi tedeschi, da quello proto87, a quello avente per tema le secondarie preunitarie o le linee a doppio binario elettrificate, o gli scartamenti ridotti.
In Italia siamo ancora agli inizi, ma l'esperienza dei vari gruppi (CV19, la val venosta, i bresciani ecc) dimostrano la "voglia" di rispondere ciascuno alle proprie aspettative, senza dimenticare però la "madre" del sistema, ossia il fremo europeo.
In quest'ottica è importante riprendere le protonorme messe a punto per fremo italia e, con il contributo di tutti, scrivere le regole fondamentali, non derogabili, perché poi, nei singoli gruppi, possano svilupparsi sottonorme minori per il rispetto specifico del tema (es, elettrificazione, stagione di rappresentazione, ecc ecc).
Ricordo che a Cuneo era stata realizzata, in una esposizione, una combinazione di moduli FIMF e MOROP, simili nell'impostazione ma differenti per dimensioni, interbinario, connessione elettrica.
Al di là dell'utilità dello "scambio" italo francese, è il principio della "fratellanza" modellistica che conta.
Allora, perché non impegnarsi per il prossimo Novegro, affinché dalla linea FIMF del Plastico del froum posa diramarsi una secondaria Fremo?
Certamente, occorrerà adattare l'altezza del plastico, ma realizzare qualche gamba "corta" non sarà un dramma per i fremisti...
Poi, ovviamente quando i moduli Fremo torneranno "fra i prorpi fratelli", riprenderanno l'altezza di 1.3 m!

Saluti a tutti

Antonio


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MessaggioInviato: giovedì 26 aprile 2007, 16:48 
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Nome: Massimiliano Bovaio
Iscritto il: domenica 15 gennaio 2006, 11:42
Messaggi: 3172
Località: Rabat (Malta)
A Federici ha scritto:
Allora, perché non impegnarsi per il prossimo Novegro, affinché dalla linea FIMF del Plastico del froum posa diramarsi una secondaria Fremo? Certamente, occorrerà adattare l'altezza del plastico, ma realizzare qualche gamba "corta" non sarà un dramma per i fremisti...
Poi, ovviamente quando i moduli Fremo torneranno "fra i prorpi fratelli", riprenderanno l'altezza di 1.3 m!

...non so perchè, ma questa idea non mi giunge nuova!!! :D :D :wink:


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MessaggioInviato: venerdì 27 aprile 2007, 9:40 
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Iscritto il: sabato 14 gennaio 2006, 12:01
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Località: Valle Seriana
Come al solito, la verità sta a metà. :wink:
Ciao


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MessaggioInviato: martedì 8 maggio 2007, 10:12 
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Iscritto il: mercoledì 30 agosto 2006, 8:49
Messaggi: 1038
Località: All'ombra del Pratomagno
Quello del trasporto è un altro punto delicato e importantissimo.
Murdock dice che 80cm sono l'ideale e conviene dividere i moduli in sottomoduli per avere questa dimensione.
Soluzione semplice visto che per le testate dei sottomoduli non ci sono regole rigide,
l'unica cosa da seguire è il profilo che si intende dare al paesaggio.
Qualcuno ha provato altre lunghezze?

Inoltre il trasporto richiede una certa robustezza alla struttura del modulo
quali accorgimenti avete usato?

Saluti curiosi

Andrea


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MessaggioInviato: mercoledì 9 maggio 2007, 9:13 
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Iscritto il: lunedì 16 gennaio 2006, 10:16
Messaggi: 212
Località: Castellanza (Varese)
Penso che le dimensioni di un modulo contenute in un massimo di 120 cm siano una misura abbastanza accettabile per essere trasportato in auto ammesso che l'auto sia di media grandezza.

Ciò che più conta è il materiale da usare per realizzare l'ambiente. I moduli da esposizione, che fanno parte di un plastico che io definisco itinerante, devono essere realizzati con materiali resistenti in modo che con l'azione di montaggio e smontaggio non debba danneggiarsi continuamente ed essere costretti ad effettuare ripetute riparazioni. Per esperienza vissuta nel Plastico del Forum, il classico esempio è la vegetazione realizzata con teloxis aristata che, nonostante sia di grande effetto, economica e di facile realizzazione, è estremamente delicata. Basta infatti un lievissimo urto per danneggiare un albero se non addirittura tranciarlo via. Stesso discorso vale per il terreno realizzato in gesso che con un colpo può creparsi o edifici realizzati in cartoncino leggero. Il polipan ad esempio, per la realizzazione del terraform, è preferibile al semplice polistirolo poichè è nettamente più consistente.

Non occorrono accorgimenti particolari per la struttura. E' sufficiente usare legno multistrato con spessore di 15 mm per garantire buona rigidità e forza per l'accoppiamento con altri moduli. Lo spessore di 10 mm è sconsigliato in quanto risulta più flessibile ed i moduli potrebbero non accoppiarsi adeguatamente.

Per il trasporto, punterei di più sul metodo di accoppiamento e stockaggio dei moduli. Questi vanno impacchettati tra loro faccia contro faccia mediante pannelli, fissandoli utilizzando i fori stessi di giunzione tra moduli. I pacchi moduli così realizzati devono essere standard ovvero tutti della stessa misura o multipli di essa e soprattutto impilabili. Questo accorgimento garantisce un riempimento del mezzo di trasporto senza sprechi di spazio.

Al PDF, avendo il cassone del furgone alto 2,10 mt, abbiamo usato una misura standard di 60 e 90 cm di altezza. Coi pannelli da 60 cm vengono accoppiati 2 moduli con paesaggio basso mentre coi pannelli da 90 cm possono essere accoppiati 2 moduli con paesaggio più elevato o 3 moduli con paesaggio basso. Impilando 3 pacchi moduli da 60 o 2 da 90 si arriva in entrambe i casi a 1,80 mt. Lo spazio sovrastante è necessario per manovrare i pacchi moduli ma soprattutto infilare altri materiali più sottili come ad esempio il telo che funge da gonna al plastico.

Utilizzare del tempo per un accurato studio della logistica, evita sicuramente grossi inconvenienti in fase di trasporto. In questo rientra anche il calcolo ed il rispetto da parte di chi realizza un modulo dell'altezza del paesaggio in modo che rientri negli standard previsti.

Saluti

Mario Bottini


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