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MessaggioInviato: venerdì 20 aprile 2007, 12:04 
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E basta voi due (MArio e Nuccio)che sembrate due ragazzini a discutere di calcio.

Un plastico esposto deve sempre e comunque essere protetto se si vuole che non venga toccato o anche danneggiato,
punto e basta.
Per vostra conoscenza il palco di un teatro è in discesa verso il pubblico esattamente come i
moduli fremo verso il lato anteriore e quindi con prospettiva vantaggiosa e comunque
le gambe possono essere montate di varia altezza.
Se poi un gruppo sceglie di mettere altezze variabili secondo le situazioni
o meno è un problema del gruppo che vuole esporre.

Voi usereste i vostri moduli per farci il plastico in casa o no?


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MessaggioInviato: venerdì 20 aprile 2007, 12:16 
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Voi usereste i vostri moduli per farci il plastico in casa o no?

Con i raggi e le varie misure LOL mi ci vorrebbe una stanza solo per borgo sulserio!
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MessaggioInviato: venerdì 20 aprile 2007, 12:18 
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E vorresti cambiare/migliorare qualcosa dello strandard che usi?


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MessaggioInviato: venerdì 20 aprile 2007, 12:22 
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Credo per quanto mi riguarda che vada proprio bene cosi.


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MessaggioInviato: venerdì 20 aprile 2007, 12:33 
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Sei forte. Proponi il tuo esempio con le transenne perchè a Verona te le danno gli organizzatori e non te le devi portare tu col camion da Torino. Ma senza transenne i bambini come avrebbero potuto vedere? In braccio al papà o alla mamma? Te l'immagini che palle per i genitori portare i figli alle mostre? Dopo un po' non ci vengono più a causa dello stress. Se vogliamo il pubblico per il rilancio del fermodellismo non dobbiamo creare una difficoltà ma agevolare la visita di tutti, anche dei nonni che portano i nipoti e che non riescono a tenerli in braccio per gli ovvi motivi.

La visione deve essere a 360 gradi e non solo dal tuo punto di vista che esponi il plastico. Da espositore devi metterti sempre dall'altra parte.

A Novegro, a Firenze o a Fossano non ti danno le transenne metalliche su cui i bambini si possono arrampicare. Quindi per il mio modo di vedere, 1 mt è adeguatissimo per tutti i visitatori, disabili con carrozzella compresi che, sfortunatamente non possono arrampicarsi sulle transenne.

Comunque i bambini caro il mio Nuccio non sono il problema perchè questi piccoli cuccioli sono più rispettosi degli adulti e fino ad ora non abbiamo mai avuto problemi. Con qualche adulto invece si!

A Verona? Siamo stati contattati e ci stavamo pensando ma abbiamo dovuto rinunciare perchè è troppo vicino a Giornate Fiorentine e poi per altri nostri motivi che non è il caso dire.

Saluti

Mario Bottini


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MessaggioInviato: venerdì 20 aprile 2007, 12:36 
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3 volte lo steso messaggio ? LOL ti ho anche risposto ed invitato non hai visto ;)
http://forum.duegieditrice.it/viewtopic ... sc&start=0


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MessaggioInviato: venerdì 20 aprile 2007, 13:06 
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potreste smettere di pizzicarvi

Mario e656 ha scritto:

La linea secondaria può essere alimentata sia in analogico (dalla centrale) sia in digitale con centralina esterna.

Il sistema che utilizziamo per il funzionamento in digitale è l'Intellibox della Hulenbrock con sviluppo della loconet con comandi palmari lokmaus2 Roco. Per il loro utilizzo Stefano della Essemme ci ha consigliato e fornito gli adattatori della Hulenbrock per l'utilizzo dei lokmaus2. La programmazione e la lettura delle CV ovviamente vengono fatte con la centralina (master) mentre i lokmaus2 sono tutti slave.

Mario Bottini


Potresti spiegare meglio come avete steso la rete loconet

Fremo N Italia ha deciso di usare la rete Expressnet.
In modo da poter usare per la rete materiale di comune uso telefonico e quindi di facile reperibilità e di bassissimo costo, cavi a 4 poli e prese sdoppiatirci telefoniche. Ogni modulo ha almeno due prese expressnet, (che non sono altro che gli sdoppiatori telefonici con la femmina singola verso l'esterno) collegate tra loro e collegate al volo durante il montaggio con quelle dei moduli a fianco con i cavi predisposti (semplice cavo telefonico con innesto a clips). La centralina è lenz o compatibile e gli slave sono gli universali lokmouse.

Le dimensioni massime di questo tipo di rete sono di alcuni centinaia di metri, ma già con 20 metri abbiamo riscontrato problemi con la funzione di protezione contro i corti. Ovvero la centralina non percepisce un corto che avviene troppo distante dalla centralina medesima.

Per la protezione contro i corti in stazione abbiamo deciso di utilizzare il metodo di Joe Fugates ( http://model-trains-video.com/volume3.php ) , interporre tra i cavi di alimentazione ad un lato del bianario e il cavo che porta corrente lungo tutto l'impianto una lampadini di tipo freccia automobilistiche, in caso di corto si accende la lampadina e non si blocca tutto l'impianto. Ovviamente questo ambaradan deve essere fatto su un solo polo.


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MessaggioInviato: venerdì 20 aprile 2007, 13:12 
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Scusatemi ma qui non partiva una mazza, il PC non rispondeva e alla fine invece ha mandato tre messaggi. BOH!!!!

Non intendevo innescare alcuna polemica. Cercavo di esprimere semplicemente la mia filosofia riguardo alle esposizioni.

Cosa cambierei del sistema FIMF?

Separerei intanto i moduli per un utilizzo fieristico/espositivo con pubblico da quello eventualmente fatto per casa.

Fieristico/espositivo - Quello che dovevamo modificare l'abbiamo già fatto e l'ho esposto precedentemente (niente binarietti, eliminazione dei ponticelli elettrici ma cavo più lungo che si innesta direttamente sull'altro modulo, linea secondaria obbligatoria e digitale).

Per uso domestico - E' un discorso campato un po' per aria perchè come si sa occorre dello spazio e non poco. Occorre anche stabilire se i moduli per casa li vuoi/puoi portare anche alle mostre.

In linea generale modificherei il profilo della testata portando la secondaria più indietro rispetto al lato osservatore allontanandola dalla principale e dando ad entrambe una maggiore altezza rispetto al piano del plastico. Introdurrei altre due testate con forme diverse e dare così al plastico un andamento più vario.

Se dovessi fare un plastico modulare per solo uso domestico raccoglierei il meglio del FIMF del FREMO e di quanto altro, progettando un plastico modulare ad hoc. L'esperienza vissuta in questi 5 anni col PDF e quanto visto sugli altri plastici mi hanno insegnato parecchie cose individuando soluzioni positive e negative sia da una parte che dall'altra.

Saluti

Mario Bottini

PS Nuccio, purtroppo mi sarà difficile venire a Verona anche in visita.


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MessaggioInviato: venerdì 20 aprile 2007, 13:23 
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PS Nuccio, purtroppo mi sarà difficile venire a Verona anche in visita.

Bhe sarà per la prossima.


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MessaggioInviato: venerdì 20 aprile 2007, 13:35 
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Le dimensioni massime di questo tipo di rete sono di alcuni centinaia di metri, ma già con 20 metri abbiamo riscontrato problemi con la funzione di protezione contro i corti. Ovvero la centralina non percepisce un corto che avviene troppo distante dalla centralina medesima.

Il problema dei corti non è causato dalla lunghezza della rete xpressnet!


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MessaggioInviato: venerdì 20 aprile 2007, 13:42 
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murdock ha scritto:
Potresti spiegare meglio come avete steso la rete loconet


La cosa è presto detta.

Ci è stata offerta da uno sponsor la centralina intellibox. La centralina ha una uscita della rete loconet a cui collegare cavi di tipo telefonico (però perdonami ma non ricordo se a 4 o 6 fili). La distanza non è un problema perchè viene data fino a duecento metri. Avevamo provato l'uso di prese multiple telefoniche per avere più lokmaus sullo stesso filo di tipo telefonico ma NON VANNO BENE. Uno dei rami perde il segnale.

Poichè nessuno di noi sapeva di DCC tranne Mario PDF di Roma che ha Lenz, abbiamo chiesto a Stefano della Essemme di Milano cosa volevamo fare.

Ci ha fornito 2 dispositivi di derivazione Hulenbrock da collegarsi in serie. I cavi di collegamento assemblati da noi (qui non ci sono problemi), non sono fissati ai moduli per evitare troppi connettori col rischio di perdere il segnale ma stendiamo l'impianto ogni volta (alla fine sono due cavi da venti metri e 2 adattatori). A ciascun dispositivo si possono collegare 3 lokmaus2 con cavo da 5/7/10 metri senza avere problemi.

E' tutto ed è molto semplice e funzionale.

Se vai qui

http://www.pdf-gruppoe656.net/galleria/novegro2005.htm

c'è la planimetria con indicata la rete loconet. Gli adattatori sono identificati con AD.

Se poi ci sei a Giornate Firorentine ti mostro il tutto.

Saluti

Mario Bottini


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MessaggioInviato: venerdì 20 aprile 2007, 14:36 
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Vorrei aggiungere una modifica che abbiamo apportato al sistema FIMF per migliorare l'aspetto realistico delle fermate e delle ripartenze dei convogli al variare dello stato del segnale (verde/rosso).

Per fare in modo che la fermata o la ripartenza di un convoglio fosse realistica, e quindi rallentamento e accelerazione graduali, abbiamo progettato realizzato e introdotto una centralina da aggiungere e collegare alla centralina dei blocchi.

Poichè un solo modulo è troppo corto per far decelerare e accelerare un convoglio, modificando il collegamento dei sezionatori dei due moduli adiacenti e isolando con scarpetta di nylon il blocco di tre moduli dal resto del plastico, si ottiene una sezione di rallentamento e accelerazione pari a 3,60 mt. che permette quindi la frenatura e la ripartenza dolce del convoglio. Anzi, il più delle volte capita che il convoglio rallenti per fermarsi e riparta dolcemente prima di fermarsi.

Saluti

Mario Bottini


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MessaggioInviato: sabato 21 aprile 2007, 18:54 
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Non ho capito chi sono i bambini, se quelli compresi tra i 5 ed i 14 anni che vogliono vedere il plastico o voi due. Bah?
Comunque noi di CV19 andiamo per la nostra strada e basta.


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MessaggioInviato: lunedì 23 aprile 2007, 14:59 
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Mario e656 ha scritto:
...Fieristico/espositivo - Quello che dovevamo modificare l'abbiamo già fatto e l'ho esposto precedentemente (niente binarietti, eliminazione dei ponticelli elettrici ma cavo più lungo che si innesta direttamente sull'altro modulo, linea secondaria obbligatoria e digitale).

Per uso domestico - E' un discorso campato un po' per aria perchè come si sa occorre dello spazio e non poco. Occorre anche stabilire se i moduli per casa li vuoi/puoi portare anche alle mostre.

In linea generale modificherei il profilo della testata portando la secondaria più indietro rispetto al lato osservatore allontanandola dalla principale e dando ad entrambe una maggiore altezza rispetto al piano del plastico. Introdurrei altre due testate con forme diverse e dare così al plastico un andamento più vario.

Se dovessi fare un plastico modulare per solo uso domestico raccoglierei il meglio del FIMF del FREMO e di quanto altro, progettando un plastico modulare ad hoc. L'esperienza vissuta in questi 5 anni col PDF e quanto visto sugli altri plastici mi hanno insegnato parecchie cose individuando soluzioni positive e negative sia da una parte che dall'altra.

...


Questo è molto interessante e da approfondire.

Anche se io la distinzione la farei tra plastici sociali e domestici.
L'esposizione può essere di entrambe le tipologie.

Andrea


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MessaggioInviato: martedì 24 aprile 2007, 8:20 
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L'uso del modulare per un plastico domestico non è assurdo come sembra in primo approccio.
Pensate alle tipologie tipiche: plastico a parete (con penisola quando lo spazio c'è) o plastirama.
Rare le tipologie con tutti i lati a vista ma anche qui se ne può ragionare.
Il profilo collinare fremo si adatta molto bene ad un plastico a parete.
Anche in caso di penisola e di plastici tutto a vista si può adattare tale profilo accostando i moduli
dal lato alto della collina
e il risultato migliora mettendo uno sfondo al centro della penisola (vedi vari progetti su TTM).
Chiaramente certe restrizioni da plastico sociale come i raggi di curvatura larghi e la lunghezza dei binari in stazione
nopn potranno essere totalmente applicabili.
Ciò non toglie che alcuni moduli possano rientrare perfettamente nei requisiti da plastico sociale
e perciò possano essere messi in composizione in tali impianti.

Con le modifiche accennate da Mario anche i FIMF potrebbero avere un uso simile.

"se l'idea o teoria in un primo non è assurda non c'è alcuna possibilità che si realizzi" Albert Einstein


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