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MessaggioInviato: domenica 22 marzo 2009, 16:45 
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Quanto rumore per nulla!


Perché per nulla? Ricordare il lavoro di Milan e l'innovazione che c'era dietro è importante. Lo scaldarsi ancora oggi per quell'impianto è indice evidente di quanto ha segnato la "carriera" fermodellistica di tante persone.
Onore e gloria a chi lo pensò e a chi ha risvegliato l'interesse sul quel plastico.


Ultima modifica di Benedetto.Sabatini il domenica 22 marzo 2009, 21:38, modificato 1 volta in totale.

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MessaggioInviato: domenica 22 marzo 2009, 16:55 
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Iscritto il: martedì 17 gennaio 2006, 16:29
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Offro anch'io il mio pensiero a questo pezzo di storia modellistica.
I primi anni del mio interesse verso il fermodellismo furono proprio segnati dalla pubblicità della nuova catenaria Sommerfeldt, e quelle belle immagini, insieme alle pubblicità fatte della ALe 601 Lima su quel pezzo di storia di diorama accesero in me la passione.


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MessaggioInviato: domenica 22 marzo 2009, 18:46 
Condivido pienamente Bendetto.
Infatti l'obiettivo di parlare ancora di Enrico e del suo lavoro, che da tempo mi ero riproposto, è stato pienamente centrato.
Saluti :D


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MessaggioInviato: domenica 22 marzo 2009, 22:04 
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Iscritto il: venerdì 13 aprile 2007, 10:51
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MessaggioInviato: lunedì 23 marzo 2009, 9:19 
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Iscritto il: giovedì 26 gennaio 2006, 15:02
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Onore e gloria a chi lo pensò e a chi ha risvegliato l'interesse sul quel plastico.

Beh, immodestamente, il merito di aver aperto la discussione su Vignano su questo forum è tutto mio... :wink:
(vedere link: viewtopic.php?t=20487&highlight=vignano).
Per quanto riguarda la scenetta del Fiorino, mi spiace contrastare quanto detto da pugio ed essere perfettamente d'accordo con il Masselli:
la scenetta è sul diorama "Sommerfeldt", basta vedere sullo sfondo il casello, con il terrazzo retrostante e la vegetazione.


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MessaggioInviato: lunedì 23 marzo 2009, 10:47 
E' vero Diego e di questo bisogna dartene pubblicamente atto. Anche io infatti ho partecipato a quella discussione parlando prorio di Vignano. Per quanto riguarda il fiorino, chiedo scusa al Masselli, ma io parlavo di quello che è installato sul nostro diorama modulare davanti ad una officina. Quello riportato sul diorama Sommerfeldt invece ce lo siamo trovato così quando Scardova ce l'ha consegnato durante il Model Expo di Verona (tra l'altro la scenetta è stata "celata" agli osservatori da un cartoncino verde). Eventuali chiarimenti sulla eventuale paternità e sulla sua datazione vanno rivolti a lui.
Cordiali saluti :D


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MessaggioInviato: lunedì 23 marzo 2009, 11:10 
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Iscritto il: giovedì 26 gennaio 2006, 15:02
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Località: Genova
Grazie per la pronta ed esauriente risposta!
Comunque vedere tali foto e sapere che le opere di Milan esistono tuttora mi riempie di gioia.
E quanto espresso dal buon Benedetto è la pura verità:
Cita:
Vignano era ed è straordinario perché totalmente innovativo.
Insieme a Pambiano e pochi altri impianti mi ha "rovinato" la gioventù.

1) faceva vedere agli italiani che fermodellismo è riprodurre la ferrovia in scala, intesa anche come esercizio. A Vignano i treni.... facevano i treni, non le modelle. Niente treni che girano in tondo.

2) Si affrancava dall'ambientazione paesaggio alpino, con tre stazioni e cinque tunnel per una montagna alta 15 cm, dai tracciati del manuale Rivarossi, dal balocco natalizio.

3) Dimostrava che la Padana non è piatta. La pianura non è piatta. La ferrovia non è piatta. Il mondo non è piatto.

4) Nonostante il soggetto fosse la ferrovia, non dimenticava ne sottovalutava l'estetica. I treni sono gli attori, ma la scenografia è importante. E sebbene all'epoca ci fosse DAVVERO POCO, e quel poco che c'era costasse molto più di oggi, Vignano aveva un aspetto tanto italiano quanto originale.

5) era talmente completo che ognuno ci trovava qualcosa da apprezzare, persino quella iena rompiballe del Masselli.

Oggi, a distanza di 30 anni, Vignano è ancora attuale.
E' un plastico speciale perché è stato pensato, amato, studiato. E ancora oggi ne parliamo, e non perché era il più grande, il più pieno di binari, il più ricco di scenette animate coi pompieri e le case che bruciano, o il luna park illuminato. Nel parliamo perché Vignano aveva cuore, cervello e passione per la ferrovia.

E noi con TTM ancora arranchiamo dietro a quel concetto, anche se spesso non veniamo capiti, anche se ce ne dicono di tutti i colori, anche se non riusciamo ad essere all'altezza...

PS: Vignano I merita un restauro conservativo, nulla di altro.


Però io proporrei l'eliminazione della scena del Fiorino per il semplice motivo che è un qualcosa aggiunto successivamente e che non c'entra nulla con il diorama originale: come detto prima, è una pennellata su un quadro di Gaugin...


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MessaggioInviato: lunedì 23 marzo 2009, 22:25 
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Iscritto il: venerdì 13 gennaio 2006, 14:02
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Località: Grosseto
Benedetto.Sabatini ha scritto:
Cita:
imitato un pò da quello apparso su TTM 35


beh, diciamo pesantemente ispirato. Se oggi qualcuno si ispirasse pensantemente a Vignano (intendo come concetto) farebbe ancora un plastico moderno. Ovvio, ci vuole molto tempo, e non sarebbe probabilmente un plastico da fiera, dove la gente vuole, purtroppo, i treni che corrono...

Mi permetto di ricordare Roccastrada, su TTM. Dove i treni si comportano da treni.


Troppo buono, Benedetto.
Anche per me Vignano è stata grandissima fonte di ispirazione, insieme a quel Cosio-Traona degli amici Parodi e Beverini (pubblicato anni fa su Treni e Plastici): sono i due plastici fondamentali che modificarono radicalmente i miei gusti fermodellistici, facendomi abbandonare il free style in favore delle stazioni secondarie con la possibilità di riprodurre in scala il reale movimento dei treni.


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