Per incidere su periodo e duty cycle occorre agire sui resistori R2 (trimmer) R3 e forse anche R1, e su C3.
Ad ogni modo, scartabellando i Sacri Appunti del prof Cilloni, questo è il circuito che proponeva (con relazioni):
Allegato:
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E questa la descrizione:
FUNZIONAMENTO: I diodi D1 e D2 separano il percorso resistivo della corrente di carica del condensatore, attraverso R1, D1, e la parte sinistra di RP ( RPx ), da quello di scarica del componente, che avviene attraverso la parte destra di RP ( RPy ), R2 e D2.
Col cursore del potenziometro in posizione centrale, le resistenze dei due percorsi coincidono, e si ha un D.C. del 50%. Col cursore tutto a sinistra, la costante di tempo della carica è, in questo caso, 1/1000 di quella di scarica, ed il D.C. è dello 0,1%. Viceversa. Col cursore tutto a destra, tale valore aumenta al 99,9%.
La frequenza di oscillazione rimane comunque sempre costante: il Duty Cycle non influenza il periodo.
L'uscita (pin 3) va poi collegato ad un circuito amplificatore che realizzi il segnale di potenza, ad esempio il transistor coi 2 diodi come nel circuito sopra od altri circuiti più complessi. Insomma, quello che viene fuori è un segnale di pilotaggio, che deve essere attaccato ad un circuito che realizzi l'amplificazione di potenza e la possibilità di invertire il senso di marcia. Ora, in un progetto che ho fatto per l'università dovevo pilotare 2 motori DC ed ho usato un ponte ad H (Chopper a 4 quadranti) realizzato su un integratino grosso come un'unghia che riesce a buttar fuori fino a 28 V e 5 A (c'è sia in versione con un solo ponte ad H (MC 33931) che con 2 ponti ad H sul singolo integrato (MC 33932: in questo caso si possono realizzare, utilizzando 2 NE 555, 2 alimentatori in uno ad esempio per realizzare il sistema twin cab). I collegamenti da fare sono minimi e riesce a gestire tutto. Se interessa posto uno schemino.