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 Oggetto del messaggio: Re: PLASTICO: Il plastico di Caprazzino
MessaggioInviato: sabato 17 settembre 2016, 6:13 
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Iscritto il: venerdì 4 luglio 2008, 6:53
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Noto solo ora il tuo splendido lavoro. Complimenti!
In attesa di avere il tempo di leggere tutte le 12 pagine, per gli scambi hai usato le dime fast track?
Ciao
Mario


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 Oggetto del messaggio: Re: PLASTICO: Il plastico di Caprazzino
MessaggioInviato: domenica 18 settembre 2016, 19:45 
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Iscritto il: venerdì 22 settembre 2006, 18:39
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Ciao Mario! Benvenuto!
E' un piacere accogliere nuovi lettori ed amici.

Circa i deviatoi, non ho usato le dime fast track, bensì mi sono appoggiato al programma Templot [link].
E' decisamente ostico al primo uso, ma con un poco di pazienza si possono ottenere risultati soddisfacenti.
In giro su internet si trovano anche un certo numero di utilissimi tutorial d'uso prodotti dall'autore.
Vale la pena provarlo almeno una volta, secondo me.

Saluti!
Nicola


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 Oggetto del messaggio: Re: PLASTICO: Il plastico di Caprazzino
MessaggioInviato: martedì 20 settembre 2016, 20:33 
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Iscritto il: venerdì 22 settembre 2006, 18:39
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Località: Casalecchio di Reno (Bo)
Buona serata agli amici del forum!

Un altro dei lavoretti svolti durante l'estate ha riguardato la motorizzazione dei deviatoi del raccordo industriale. Avevo già deciso di posizionare i due micro servo HK15168 uno sopra ed uno sotto il piano per ragioni di conflitto con la struttura dei moduli ma, complice il lavoro sugli altri deviatoi e sulla posa del binario, avevo soprasseduto sull'installazione.

Immagine

Il lavoro sul servo inferiore è stato quello più complicato fra i due, ma il risultato finale mi soddisfa. L'altezza complessiva dell'insieme motore/leva non supera i 2 cm, pienamente compatibile con lo spessore dei listelli che formano la cornice dei telai dei moduli, anche se lievemente superiore a quella delle cornici dei tasselli. Per garantire un corretto allineamento tra motore e deviatoio ho semplicemente praticato un secondo foro, più sottile, a circa un centimetro di distanza dal foro per la movimentazione degli aghi. Ho poi tracciato una riga passante per i due fori ed una perpendicolare per avere un riferimento sull'angolo di montaggio del motore. i diametri dei fori sono rispettivamente 1mm e 2x3mm.

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Come potete vedere nella foto qui sopra, l'asta di comando si innesta su un pezzetto di vetronite posta non al centro del deviatoio ma a lato, in modo da poter essere più facilmente camuffata con la riproduzione modellistica dei macachi che spero di riuscire a procurarmi fra poco a Novegro. Ho realizzato l'asta di comando con uno spezzone di filo in acciaio armonico di diametro 0.8mm: per questo motivo ho dovuto leggermente allargare i fori della leva del servo. Ho scelto di non bloccare l'asta alla leva per rendere più semplici le operazioni di manutenzione: la leva infatti è fissata al motore con una vitina che sarebbe impossibile rimuovere se l'asta fosse bloccata in posizione. Ultima operazione, prima di sistemare il servo in posizione, è stato il taglio a misura dell'asta di controllo e una lieve passata con un dischetto abrasivo per arrotondarne la punta, così che si potesse inserire meglio nella sua sede.

Immagine

Quanto al deviatoio in superficie, ho scelto una soluzione più flessibile per l'asta di controllo: in questo caso ho usato in filo in acciaio armonico di diametro 0.6mm. La piega a forma di N è quella già vista per i deviatoi della stazione nascosta, mentre differentemente dalla soluzione adottata per quella zona ho scelto di installare due piccole guide in legno al posto del tubo in alluminio perché ritengo che si possano camuffare più facilmente.

Immagine

Per realizzarle ho impiegato degli scarti di lavorazione delle traversine in cui ho praticato tre fori da 0.7mm di diametro: due sul lato dal 2mm per i chiodini di fissaggio ed uno sul lato da 3mm per l'asta di controllo. Le guide sono fissate anche con un poco di colla vinilica. Tutto l'insieme dovrà poi essere nascosto dagli edifici della Saltarelli e Migiani.

A presto!


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 Oggetto del messaggio: Re: PLASTICO: Il plastico di Caprazzino
MessaggioInviato: giovedì 22 settembre 2016, 9:23 
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Iscritto il: venerdì 4 luglio 2008, 6:53
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Nicola.Testoni ha scritto:
Ciao Mario! Benvenuto!
E' un piacere accogliere nuovi lettori ed amici.

Circa i deviatoi, non ho usato le dime fast track, bensì mi sono appoggiato al programma Templot [link].
...
Saluti!
Nicola


Grazie per l'accoglienza.
Peccato che Templot sia solo per Win e sul mio Mac non posso girare nativamente. Proverò il simulatore consigliato dallo stesso autore del programma.
Ciao
Mario


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 Oggetto del messaggio: Re: PLASTICO: Il plastico di Caprazzino
MessaggioInviato: martedì 27 settembre 2016, 21:50 
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Iscritto il: venerdì 22 settembre 2006, 18:39
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Località: Casalecchio di Reno (Bo)
Buona serata agli amici del forum!

Quest'ultimo weekend è stato particolare ricco di soddisfazioni, grazie soprattutto agli acquisti fatti a Novegro, dove sono andato sabato con mio padre. Uno degli acquisti è stato un set da sei colori acrilici -più il rispettivo diluente- per l'invecchiamento ad aerografo delle traverse in legno.

Immagine

Appena arrivato a casa ho subito controllato con i colori che avevo ricavato dalle foto: oltre al colore UA 714 -Warm Base Color-, perfetto per le traversa in legno, sono stato molto contento nell'osservare che l'UA 713 -Warm Dark Shade- è praticamente identico al quello che utilizzo per l'invecchiamento delle rotaie, mentre l'UA 717 -Cold Base Color- è molto simile come tonalità a quella usata per le traverse in CAP. Sono curioso di vedere che effetto faranno una volta applicati ai binari.

Immagine

Sempre dal lato accessori, ho comprato una piccola campionatura di macachi in microfusione per confrontare sul plastico -e con calma- cosa il mercato ha da offrire e capire se sarà necessario o meno procedere all'autocostruzione. La maggiore differenza tra i due è il fatto che quello di sinistra (Struttura Ferroviaria, art.006M) presenta il contrappeso già dipinto, mentre quello di destra (Modelplanet, art.MP109) ha una migliore incisione dei bulloni di fissaggio. E poi, il prezzo: quello di destra cosa decisamente meno di quello di sinistra, quasi il 30% in meno. Per il resto sono assolutamente identici.

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Provati sul plastico, utilizzando un paio di rimasugli di compensato per compensare l'altezza del supporto in sughero, sono stato assai contento nel vedere che combaciano perfettamente sia con la dimensione che con la posizione delle traverse. Inoltre, fortunatamente, sembrano non interferire con i tiranti dei deviatoi, quindi buona la prima!

Immagine

Ho anche acquistato qualche campione di cassa di manovra elettrica, Come potete vedere qui sopra, mentre le proporzioni sono simili, ma la resa estetica è decisamente diversa: sebbene quello di sinistra (Struttura Ferroviaria, art.001M) presenti già i bordi colorati di bianco, preferisco senza dubbio quello di destra (Modelplanet, art.MP110), decisamente più raffinato e definito, secondo me. E nuovamente anche il più economico dei due, oltre il 25% in meno.

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Una volta avvicinati al deviatoio mi sono accorto che, sebbene perfettamente compatibili con la spaziatura delle traverse, dovrò lavorare un poco di fresa per ricavare lo spazio necessario per muovere i tiranti degli aghi. In alternativa penso sia possibile autocostruire questo pezzo con poca spesa ed un poco di plasticard, come descritto qui [link].

Immagine

Infine questo è lo stato dei lavori: ho completato il lavoro sui deviatoi in codice 60 e li ho messi nella loro posizione definitiva, e resta poco meno di un metro di binario in codice 60. E' stato un lavoro particolarmente lento, ma ormai è fatta!

A presto!

@Mario "mdp": io personalmente utilizzo VirtualBox quando ho necessità di creare una macchina con un sistema operativo diverso da quello del mio PC: è gratuito e mi trovo molto bene. Ho anche avuto occasione di usarlo per lavoro ed ha sempre funzionato a dovere.


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 Oggetto del messaggio: PLASTICO: Il plastico di Caprazzino
MessaggioInviato: mercoledì 28 settembre 2016, 7:30 
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Una volta che hai finito gli adattamenti della cassa di manovra, puoi provare a clonarla in resina o in gesso alabastrino. Costa una sciocchezza ed è adattissimo a questo genere di riproduzioni avendo una capacità formidabile di restituire i dettagli .
Le mie casse di manovra sono tutte replicate da un master che avevo adattato, un po' come hai fatto tu.
È un lavoro veloce e pulito ed una volta dipinto il tutto, non riuscirai a distinguere il materiale.


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 Oggetto del messaggio: Re: PLASTICO: Il plastico di Caprazzino
MessaggioInviato: mercoledì 28 settembre 2016, 7:38 
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Località: Casalecchio di Reno (Bo)
Sì, avevo pensato anche io alla stessa soluzione. :mrgreen:
A Novegro ho trovato una gamma di prodotti utili allo scopo.
Mi sai dire che durata ha nel tempo il gesso alabastrino?

Nicola


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 Oggetto del messaggio: Re: PLASTICO: Il plastico di Caprazzino
MessaggioInviato: mercoledì 28 settembre 2016, 8:02 
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Località: Bracciano (Roma)
Sul mio plastico sono posati da un decina di anni e non mostrano segni di cedimento. Una volta verniciati sono piuttosto resistenti; oltrettutto considera che non sono assolutamente sottoposti ad alcuno sforzo meccanico


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 Oggetto del messaggio: Re: PLASTICO: Il plastico di Caprazzino
MessaggioInviato: mercoledì 28 settembre 2016, 8:09 
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Perfetto!
Speravo proprio in una risposta del genere.

Mille grazie,
Nicola


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 Oggetto del messaggio: Re: PLASTICO: Il plastico di Caprazzino
MessaggioInviato: martedì 4 ottobre 2016, 21:58 
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Località: Casalecchio di Reno (Bo)
Buona serata agli amici del forum!

Il lavoro sul plastico procede in modo stabile: ho finalmente completato e messo nella sua posizione definitiva anche il terzo deviatoio della radice destra della stazione. L'angolo di deviata di quest'ultimo è di 12° contro i 15° usati per i binari di scalo, come si può apprezzare in questa foto.

Immagine

Ormai sono a metà dei 16 deviatoi che devo realizzare per completare il piano binari di Caprazzino. Poiché temo particolarmente il momento in cui dovrò cimentarmi con il doppio inglese, per il momento ho deciso di completare prima i due deviatoi della radice sinistra che collegano il binario 3 al resto dell'impianto, di cui potete vedere i template già in posizione in questa foto panoramica.

Immagine

Ho già iniziato la lavorazione del primo dei due deviatoi, seguendo il procedimento ormai standard che prevede, dopo il taglio, la carteggiatura delle traverse. Questa parte è una delle più lunghe e già dopo la prima dozzina di traverse le dita cominciano a protestare: per questo motivo ho iniziato ad utilizzare una gomma per bloccare in posizione la traversa in lavorazione, come potete vedere qui sotto. Ora il procedimento è decisamente più rilassante.

Immagine

Essendo arrivato ormai al nono pezzo, posso fare una stima abbastanza accurata del tempo necessario per realizzare un deviatoio semplice. Più o meno i numeri sono questi:

  • 1 ora per il taglio e carteggiatura a misura delle 30 traversine in FR4 (circa 2'/traversa);
  • 3 ore per la rimozione del rame tramite carteggiatura (circa 6'/traversa);
  • 2 ore per il taglio e carteggiatura dei 102 attacchi in rame (circa 1'/attacco);
  • 1 ora per la saldatura degli attacchi (circa 30"/attacco);
  • 1 ore per il taglio e carteggiatura delle rotaie;
  • 2 ore per la saldature delle rotaie.

Totale: circa 10 ore di lavoro, minuto più, minuto meno... Sicuramente, riguardando questo elenco, si può risparmiare molto tempo riducendo il numero di traverse a saldare, sostituendole con traverse in legno, come ho visto fare su molti dei plastici presenti a Novegro, ad esempio il modulare del Gruppo Fermodellistico Binari d'Italia che vedete qui sotto.

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A circa un metro di distanza la differenza non è molto sensibile ed anzi trovo la resa estetica proprio valida. Però guardando più da vicino e con un poco di attenzione qualche differenza sono riuscito a coglierla e, visto che non ho fretta, preferisco seguire un approccio zen per i deviatoi di Caprazzino.

Concludo questo post con un paio di immagini del piano di stazione di Caprazzino allo stato attuale dei lavori. Tutto sommato, sono soddisfatto e non vedo l'ora di vedere transitare il primo convoglio di prova.

A presto!

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 Oggetto del messaggio: Re: PLASTICO: Il plastico di Caprazzino
MessaggioInviato: mercoledì 5 ottobre 2016, 8:04 
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Iscritto il: sabato 14 gennaio 2006, 14:10
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Località: Ventimiglia
Ciao Nicola
continuo a seguire con interesse il tuo lavoro ed ammirazione per le scelte di lavorazione .

Grande !!!

Andrea


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 Oggetto del messaggio: Re: PLASTICO: Il plastico di Caprazzino
MessaggioInviato: martedì 11 ottobre 2016, 22:26 
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Iscritto il: venerdì 22 settembre 2006, 18:39
Messaggi: 211
Località: Casalecchio di Reno (Bo)
Buona serata agli amici del forum!

Il lavoro sul nono deviatoio continua: come potete vedere dalla foro qui sotto, tutte le traverse sono state sagomate, le piazzole stagnate e saldati tutti gli attacchi speciali nella zona del telaio degli aghi. Dal primo deviatoio a questo ho un poco affinato la pratica di saldatura di questi pezzetti e spero di farvi cosa gradita nello scrivere due righe su quale sia secondo me il metodo che ha dato i risultati migliori.

Immagine

La prima cosa che si deve considerare sono le dimensioni: si tratta di saldare pezzetti di rame fotoincisi da 1.5x4.5mm, gli attacchi normali, o da 1.5x7mm, gli attacchi speciali, a delle piazzole larghe 2.75mm e lunghe rispettivamente 5.5mm o 8mm. Le dimensioni dunque non sono proibitive (per lavoro ho saldato componenti decisamente più piccoli) e paradossalmente il pezzo più difficile da saldare è quello più grande.

Infatti non ci sono problemi se scappa un po' di stagno mentre si saldano gli attacchi normali: quando si salda la rotaia, lo stagno in eccesso viene richiamato per capillarità sotto il piede del profilato e contribuisce a rafforzare la saldatura. Tutto il contrario accade quando si ha a che fare con gli attacchi speciali: in questo caso la superficie deve essere assolutamente in piano e liscia per consentire un adeguato movimento degli aghi, come nella foto qui sotto.

Immagine

Dopo aver provato vari metodi, trovo che la soluzione migliore per ottenere sistematicamente questo risultato sia il seguente. Dopo avere leggermente carteggiato la superficie delle piazzole con carta vetrata grana 800 o più fine, comincio depositando un velo di stagno su ciascuna piazzola. La quantità di stagno per ogni piazzola dipende dalla lunghezza della piazzola. Personalmente utilizzo un tratto di stagno senza piombo, diametro 0.7mm, con flussante, lungo quanto la piazzola. Come potete vedere dalla foto, questa quantità di stagno è sufficiente a saldare l'attacco ma non a ricoprire l'intera piazzola: questo aiuta ad evitare che lo stagno "contamini" la superficie dell'attacco.

Immagine

Stagnata la piazzola è ora il momento di saldare l'attacco. La prima saldatura è solo provvisoria e non faccio uso di flussante: avendo avuto cura di carteggiare leggermente la superficie inferiore dell'attacco, lo stagno riesce a fare presa senza problemi. Per fondere lo stagno senza muovere l'attacco faccio uso contemporaneamente delle pinzette e della punta del saldatore. Appoggio quest'ultima alla zona delle chiavarde, esercitando una lieve pressione, mentre con la punta delle pinzette cerco di correggere eventuali difetti di posizionamento dell'attacco. In questo modo, anche se la punta del saldatore è sporca di stagno, la parte che tocca non è quella coinvolta nello scorrimento degli aghi.

Immagine

A questo punto passo a rifinire i bordi: sposto il punto di applicazione delle pinzette al centro dell'attacco e con delicatezza percorro tutto il bordo dell'attacco, facendo in modo di distribuire in modo il più possibile uniforme lo stagno.

Immagine

Infine passo una leggera pennellata di flussante e ripasso tutti i bordi. Per essere sicuro che l'attacco non si muova e per correggere eventuali pendenze indesiderate, uso l'impugnatura delle pinzette cercando di rimanere il più possibile perpendicolare alla traversa. Il flussante, favorendo la bagnatura delle superfici da parte della lega saldante, fa sì che il bordo dell'attacco appaia più marcato e contemporaneamente permette una migliore e più uniforme distribuzione dello stagno.

Dopo quasi ottocento saldature (non ci credevo, ma ho già consumato più di 5 lastrine da 156 attacchi!) vi posso assicurare che è possibile fare tutto questo in circa mezzo minuto, ma le prime volte ci vuole decisamente più tempo.

A presto!

@andreachef
Grazie Andrea!
Sono contento che trovi interessante il mio lavoro.
Buona lettura!


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 Oggetto del messaggio: Re: PLASTICO: Il plastico di Caprazzino
MessaggioInviato: mercoledì 12 ottobre 2016, 19:30 
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Iscritto il: giovedì 21 giugno 2012, 14:23
Messaggi: 3791
Località: Massa Finalese (MO)
Ammappa che lavoro :shock: !


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 Oggetto del messaggio: Re: PLASTICO: Il plastico di Caprazzino
MessaggioInviato: mercoledì 12 ottobre 2016, 21:29 
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Iscritto il: mercoledì 28 agosto 2013, 14:28
Messaggi: 1212
Località: Bologna
Vedendo queste autocostruzioni mi vien sempre voglia di prendere una sega e disfare il mio vecchio plastico.....
Poi desisto : purtroppo non ho più tempo , sia libero che per età...sigh !
Complimenti e seguirò con attenzione gli sviluppi futuri.
Andrea


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 Oggetto del messaggio: Re: PLASTICO: Il plastico di Caprazzino
MessaggioInviato: giovedì 13 ottobre 2016, 18:35 
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Nome: Giuseppe Randazzo
Iscritto il: venerdì 14 giugno 2013, 16:53
Messaggi: 1588
Località: Milano
A parte la maestria riguardo la costruzione dei deviatoi... è davvero degna di nota l'armonia della geometria del tracciato! Complimenti per ques'opera che si preannuncia davvero interessantissima.


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