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 Oggetto del messaggio: Re: PLASTICO: Il plastico di Caprazzino
MessaggioInviato: mercoledì 16 novembre 2016, 16:41 
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Iscritto il: venerdì 22 settembre 2006, 18:39
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Località: Casalecchio di Reno (Bo)
Ciao Franco,
grazie dei commenti positivi! Sono felice di poterti essere d'aiuto.

Circa le caviglie, ho utilizzato i prodotti di Weinert, acquistandoli da MSL (link). Non ti preoccupare se non mastichi tedesco: il sito è anche in italiano.

Circa il catalogo di Weinert, è interamente disponibile online, purtroppo solo in tedesco, sul loro sito ufficiale; comunque questo (link) è il link diretto. Trovi il necessario per l'autocostruizione dei deviatoi a pagina 165, oppure cercando "weichen selbstbau". Io ho utilizzato i prodotti con codice da 7250 a 7257: li puoi vedere da vicino su questo forum (link).

Saluti!
Nicola


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 Oggetto del messaggio: Re: PLASTICO: Il plastico di Caprazzino
MessaggioInviato: giovedì 17 novembre 2016, 14:08 
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Iscritto il: sabato 14 gennaio 2006, 14:10
Messaggi: 1373
Località: Ventimiglia
Nicola oltre a rinnovare per l'ennesima volta i complimenti per il metodo ed i risultati del tuo lavoro ,
apprezzo con interesse lo schema della gestione della stazione nascosta ....chissà che lo prenda in considerazione per me...

ciao
Andrea


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 Oggetto del messaggio: Re: PLASTICO: Il plastico di Caprazzino
MessaggioInviato: mercoledì 23 novembre 2016, 0:02 
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Iscritto il: venerdì 22 settembre 2006, 18:39
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Località: Casalecchio di Reno (Bo)
Buona serata agli amici del forum e grazie per i commenti positivi!

Questo weekend ho portato a termine il grosso del lavoro sul primo deviatoio curvo della stazione di Caprazzino. Beninteso, il raggio di curvatura del ramo esterno è 4m, quindi sembra quasi perfettamente rettilineo ad uno sguardo superficiale, ma la curvatura c'è e si sente. Rispetto all'ingresso, i ramo corretto si discosta di oltre 5mm su una distanza di circa 25cm. Inoltre si percepisce molto di più nel momento in cui si lavora sugli aghi.

Immagine

Infatti, mentre l'ago del ramo deviato, quello più in basso nella foto qui sopra, deve essere levigato dal lato della convessità e quindi la lavorazione risulta semplificata, l'ago del remo corretto deve essere lavorato dal lato della concavità. Poiché la levigatrice che uso ha un disco abbastanza ampio, è stato più complesso ottenere una lavorazione uniforme: per ottenere un buon risultato, invece che lavorare sulla parte mediana del disco, ho dovuto lavorare sulla parte esterna. In questo modo sono riuscito a sfruttare quel minimo di convessità che ha compensato la convessità dell'ago. Poiché una immagine vale più di cento parole, qui sotto ho cercato di mostravi cosa voglio dire.

Immagine

Questo che vedete è uno dei due aghi prima della lavorazione. Come potete osservare la curva ha un raggio ampio ma è percepibile. Se si tratta di lavorare sulla parte esterna della curva, quindi dal lato convesso, si può lavorare con tranquillità sulla parte mediana della levigatrice.

Immagine

Se al contrario si tratta di lavorare sulla parte interna della curva, quindi dal lato concavo, non è più possibile lavorare nel modo che vedere qui sopra. Conviene invece lavorare sulla parte più esterna. In questo modo la curva non sarà di intralcio e non si rischierà di deformare l'ago.

Immagine

Archiviato il discorso deviatoi curvi, è ora di passare al mio cruccio più grande: il doppio inglese. Matematicamente parlando la progettazione è semplicissima: stabilito l'interbinario (50mm) e l'angolo di deviata (12°) con le solite formulette trigonometriche ho stabilito la geometria di base, in particolare il raggio di curvatura (637mm), più che sufficiente per non dare problemi alle loco a passo lungo come la Pierina.

Di tutt'altro genere invece è stata la progettazione con Templot. Il doppio inglese infatti è, dal mio punto di vista, l'oggetto più complesso da produrre con questo programma, che è già ostico in partenza. Infatti si compone di ben 8 pezzi, tra grandi e piccoli, come potete vedere dalla foto qui sotto. Oltre ai due pezzi base, che potete vedere con le rotaie in blu, bisogna aggiungere le 4 coppie di aghi ed i due tratti curvi di collegamento, questi ultimi evidenziati in rosso.

Immagine

Per realizzarlo, prima si realizza un deviatoio semplice, poi lo si trasforma in un mezzo incrocio (half-diamond in inglese) cliccando sul menù template > convert turnout to half-diamond. Poi si modificano le traversione cliccando su real > timbering > half-diamond timbering. Il risultato lo potete vedere qui sotto.

Immagine

A questo punto bisogna creare l'altra metà dell'incrocio facendo click su tools > make diamond-crossing. Poi è necessario fissare il riferimento al punto di incrocio del tracciato deviato (TCP) o al punto di incrocio del tracciato corretto (MCP) facendo click sul menù geometry > peg positions. Poi si salvano le due metà dell'incrocio facendo click su program > store & background e premendo continue dal menù che appare. Si ottiene questo risultato.

Immagine

Poiché voglio fare un incrocio inglese doppio, sarà necessario lavorare su tutti e quattro i punti di riferimento, due su ciascuna metà. Partendo dal primo, quello in alto a sinistra, si genera un nuovo template facendo click su template > new template: io solitamente sceglio le opzioni "REA B-6" per la dimensione del deviatoio (turnout size) e "straight" per la curvatura del deviatoio (main road curving). Se il template creato dopo aver premuto il pulsante ok è in una posizione scomoda lo si può spostare premendo il tasto F7 dalla tastiera del pc.

Ora bisogna ritagliare questo nuovo template: prima converto il template in uno compatibile con l'incrocio facendo click su template > switch settings ... e scegliendo l'opzione "BH or FB 1:24 (A) switch for 1:6 slip". Poi taglio la parte oltre il telaio degli aghi facendo click su do > snap to switch heel e la parte prima degli aghi facendo click su do > blank to switch toe. Ora posso allineare il telaio degli aghi all'incrocio selezionando con il tasto sinistro una delle due metà e facendo click su peg/align tools > align current template and snake onto peg > facing-trailing dal menù che compare. Se si lavora sul ramo deviato Templot si lamenta e chiede conferma: in questo caso basta fare click su yes - continue. Se gli aghi si trovano dalla parte sbagliata basta fare click su template > swap end. Il risultato sarà circa questo.

Immagine

A questo punto copio il template degli aghi sugli altri tre punti. Per fare questo, prima faccio click su program > store & background, poi sposto il riferimento su un nuovo punto facendo click su geometry > peg positions, infine riposiziono il telaio facendo click su peg/align tools > align current template and snake onto peg > facing-trailing, come ho fatto poco prima. Dopo aver ripetuto queste operazioni per tutti i punti si ottiene questo risultato.

Immagine

A questo punto è necessario creare i rami curvi. Prima di tutto faccio click ancora una volta su program > store & background, poi creo un nuovo template di curva facendo click su template > new template: il raggio di curvatura non ha importanza, dal momento che dovrà essere corretto manualmente. Poi rimuovo le traversine facendo click su real > timbering > no timbering, seleziono uno dei telai degli aghi facendo click sulla sua etichetta mentre tengo premuto il tasto shift, infine posiziono il riferimento al termine del telaio degli aghi facendo click su peg/align tools > move peg on background template, and notch under > switch heel. Ora, dopo aver selezionato nuovamente il telaio aghi, faccio click su peg/align tools > align current template and snake onto peg > facing-facing per allineare la curva appena creata.

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A questo punto correggo raggio il raggio di curvatura premendo il tasto F6 ed trascinando con il cursore con il mouse fino a che il tratto curvo non si va a sovrapporre al telaio aghi corrispondente sull'altra metà del deviatoio. Poi correggo la lunghezza della curva premendo il tasto F4 e trascinando il cursore con il mouse fino a che il tratto curvo non termina laddove gli aghi si staccano dalla rotaia. Ripetendo questa procedure per l'altra coppia di aghi il risultato che si ottiene è quello desiderato. Ora è possibile sistemare la posizione e la lunghezza delle traverse selezionando una delle due metà dell'incrocio e facendo click su real > shove timbers ...: ora il lavoro è finalmente concluso.

Templot non è certamente il programma più semplice da utilizzare per progettare tracciati. Anzi, a detta dello stesso autore non nasce per progettare tracciati, ma per progettare binari, ovvero per tutti coloro che vogliono cimentarsi nell'autocostruzione dei propri deviatoi. Certo bisogna ammettere che non ha rivali quanto a flessibilità e precisione...

A presto!


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 Oggetto del messaggio: Re: PLASTICO: Il plastico di Caprazzino
MessaggioInviato: mercoledì 23 novembre 2016, 8:47 
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Nome: Dario Materia
Iscritto il: mercoledì 19 gennaio 2011, 10:20
Messaggi: 102
Località: Prov di Messina, Como
complimenti Nicola , lavoro grandioso :shock: :shock:
continua cosi :wink:

Dario


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 Oggetto del messaggio: Re: PLASTICO: Il plastico di Caprazzino
MessaggioInviato: mercoledì 30 novembre 2016, 22:27 
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Iscritto il: venerdì 22 settembre 2006, 18:39
Messaggi: 211
Località: Casalecchio di Reno (Bo)
Buona serata agli amici del forum!

Questo weekend ho iniziato a lavorare seriamente sul doppio inglese. I primi passi come sempre sono lenti, ma con un oggetto come questo sotto mano penso proprio sia meglio così. Devo ammettere infatti che mi sento particolarmente timoroso nel realizzare questo dispositivo, avendone ben presente la complessità. Quindi avanzare a marcia a vista mi fa comodo perché mi da il tempo di riflettere su quale sia la strada migliore per ottenere il risultato voluto.

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Partiamo dalla traversinatura: come potete vedere nell'immagine qui sopra all'apparenza è più semplice di quella di un deviatoio comune per il fatto che tutte le traverse sono parallele. In realtà, per fare un lavoro accurato, è necessario modellare le differenti spaziature delle traverse, considerando anche lo spazio dove dovranno essere inseriti i tiranti degli aghi. Per questo doppio inglese ho riservato uno spazio di 4.5mm, corrispondente ad una distanza al vero tra gli assi delle traverse di 630mm, più che sufficiente per ospitare fino a 4 tiranti.

Immagine

Altra considerazione assolutamente indispensabile per un plastico alimentato in digitale come quello di Caprazzino riguarda la polarizzazione dei vari tratti di rotaia che compongono il doppio inglese. La configurazione che ho scelto è una lieve variazione di quella classica consigliata per il DCC (link), con l'unica differenza riscontrabile nella polarizzazione di tutte le controrotaie, dato che verranno realizzati con profilati metallici come ho fatto per tutti gli altri deviatoi. I punti di separazione tra le quattro zone corrisponderanno ai coppioni, seguendo la procedura ormai consolidata che ho adottato per i deviatoi semplici. Allo stesso modo dovrò sagomare con attenzione gli attacchi speciali delle traverse più vicine al cuore, dal momento che devo garantire la separazione elettrica tra le rotaie in rosso e quelle in verde dello schema qui sopra.

Immagine

Ultima cosa che mi ha dato più di un grattacapo è la realizzazione dei tiranti degli aghi. Volendo evitare di realizzare una traversina mobile, come ho visto fare in altre realizzazioni, perché la ritengo poco modellistica, ho cercato in rete una immagine che illustrasse chiaramente la disposizione al vero di questa parte meccanica. Fortunatamente ho trovato un filmato perfetto (link), uno dei fotogrammi del quale vedete nell'immagine qui sopra. Poiché, nella riproduzione modellistica, i due aghi di sinistra sono connessi alla stessa alimentazione, ma elettricamente isolati da quelli di destra, ho pensato di comportarmi in modo simile a quanto fatto per i deviatoi, realizzando due tiranti paralleli. Con riferimento alle immagini che seguono, il tirante rosso rappresenterà i tiranti degli aghi di sinistra (in arancione nella foto precedente) mentre il tirante verde rappresenterà i tiranti degli aghi di destra (in rosso e blu nella foto precedente).

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Le due aree che ho evidenziato in grigio saranno le superfici di saldatura per collegare i tiranti agli aghi. Particolare cura dovrò riservare all'isolamento elettrico delle parti in cui i tiranti si sovrappongono, onde evitare corto circuiti accidentali: dopo tutto i tiranti sono saldati. Sicuramente un velo di cianoacrilica ed una leggera mano di smalto rosso serviranno allo scopo. Non prevedo una particolare difficoltà nel preparare e nel saldare questi elementi: fino ad ora un paio di pinze da modellismo a punta quadrata sono state più che sufficienti a realizzare i gomiti necessari per il controllo degli aghi dei deviatoi semplici. Il risultato finale dovrebbe essere simile a quanto segue.

Immagine

In conclusione di questo post vorrei rivolgere un ringraziamento speciale ad Enzo Carbone, che con le immagini del suo doppio inglese è stato una costante fonte di ispirazione.

A presto!


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 Oggetto del messaggio: Re: PLASTICO: Il plastico di Caprazzino
MessaggioInviato: venerdì 2 dicembre 2016, 15:30 
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Iscritto il: venerdì 25 novembre 2011, 19:13
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Località: Trieste
Buonasera Nicola, tutti.

Innanzitutto rinnovo i complimenti per quello che fai e ringrazio per quello che mostri. Molto interessante e stimolante.
Poi volevo chiedere una cosa: mi ha incuriosito molto il fatto che hai inserito nel piano binari un deviatoio doppio, curvo. A me questo tipo di deviatoio piace molto e mi piacerebbe proprio tanto poterlo inserire nel mio plastico. Tu l'hai messo su un binario secondario, di manovra? Il mio verrebbe su un binario di corsa, in uscita dalla stazione ,epoca III, proprio fuori dai marciapiedi e mi pare una soluzione un po' tirata per i capelli. Però...magari tu o qualcun'altro ne avete visto uno in quella posizione...


Ti ringrazio
Antonio


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 Oggetto del messaggio: Re: PLASTICO: Il plastico di Caprazzino
MessaggioInviato: venerdì 2 dicembre 2016, 15:47 
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Iscritto il: venerdì 22 settembre 2006, 18:39
Messaggi: 211
Località: Casalecchio di Reno (Bo)
Ciao Antonio,
innanzitutto grazie per i complimenti! Sono contento che il mio lavoro ti piaccia.
Circa il deviatoio doppio curvo: ad essere sinceri, questo deviatoio non c'è mai stato nel piano di stazione di Caprazzino. Avevo pensato di mettere un deviatoio doppio alla radice sinistra, lato Ponte Messa, ma poi l'ho rimosso su consiglio di Davide Bombarda. Mi potresti dire a quale immagine stavi facendo riferimento?

Quanto al posizionamento di un doppio curvo su un binario di corsa, così su due piedi direi che non è una soluzione molto italiana. Forse in un deposito o in qualche binario di scalo secondario, ma non credo proprio che sul binario di corsa sia mai stato usato un tale apparato, anche in epoca III. Poi so bene non essere un esperto e quindi posso sbagliare.

Sono d'accordo con te sul fatto che il doppio curvo sia proprio un bel deviatoio, molto fluente, ma io cercherei di sostituirlo con due semplici curvi, magari con il telaio degli aghi del secondo molto vicino alle zampe di lepre del secondo, così da risparmiare spazio.

Un caro saluto,
Nicola


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 Oggetto del messaggio: Re: PLASTICO: Il plastico di Caprazzino
MessaggioInviato: venerdì 2 dicembre 2016, 16:30 
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Iscritto il: venerdì 25 novembre 2011, 19:13
Messaggi: 2006
Località: Trieste
Grazie Nicola della risposta.
Onestamente due deviatoi consecutivi normali ci stanno, non è un problema di spazio. Volevo solamente qualcosa di più"esotico". Vabbè peccato, mi hai confermato quello che già immaginavo.
Un'altra cosa ti chiedo, gentilmente: nel link al forum tetesco, vengono mostrate delle piastre di hobby ecke Schumacher. Mi incuriosivano anche quelle e mi chiedevo se le avessi provate. Mi piace il fatto che hanno il foro centrale e quindi possono piazzate con precisione ed inoltre, essendo di ottone possono essere saldate alla rotaia.

Grazie ancora
Antonio


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 Oggetto del messaggio: Re: PLASTICO: Il plastico di Caprazzino
MessaggioInviato: venerdì 2 dicembre 2016, 16:36 
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Iscritto il: venerdì 22 settembre 2006, 18:39
Messaggi: 211
Località: Casalecchio di Reno (Bo)
No, non le ho provate: sono molto belle, ma non mi convinceva il fatto del chiodino.
Con gli attacchi a saldare puoi modificare la posizione degli attacchi anche dopo averli saldati, mentre con quelle con il chiodino hai decisamente meno libertà.

Saluti!
Nicola


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 Oggetto del messaggio: Re: PLASTICO: Il plastico di Caprazzino
MessaggioInviato: venerdì 2 dicembre 2016, 17:01 
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Iscritto il: giovedì 21 giugno 2012, 14:23
Messaggi: 3791
Località: Massa Finalese (MO)
Già un deviatoio doppio (triplo asimmetrico) non è così facile da trovare normalmente all'infuori dei binari di scalo, figurarsene uno addirittura curvo e sul ramo di corretto tracciato mi viene difficile. Non nego che possa essere stato installato, magari in casi particolari, ma mi pare una cosa più da concessa progettata da un ingegnere piuttosto originale che da linea FS, sebbene secondaria.
Come hai già capito, soprassederei. In uno scalo, come salvaspazio, ci sta benissimo.

Per tornare in topic, non posso che restare meravigliato dalle capacità di Nicola. Quando uno è bravo, è bravo.


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 Oggetto del messaggio: Re: PLASTICO: Il plastico di Caprazzino
MessaggioInviato: martedì 6 dicembre 2016, 22:04 
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Iscritto il: venerdì 22 settembre 2006, 18:39
Messaggi: 211
Località: Casalecchio di Reno (Bo)
Buona serata ai miei lettori!

Proprio oggi sono arrivati tutti i pezzi necessari per costruire la mia nuova centrale di controllo DCC. Non vedo l'ora di metterla in funzione e mandare in pensione il vecchio ed ingombrante PC. Ci vorrà però un bel po' di lavoro prima di vedere una loco muoversi, ma vi terrò aggiornati!

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Il post di questa settimana potrebbe tranquillamente chiamarsi "Traversine 2.0": infatti, dopo molto pen(s)are, sono riuscito a trovare un modo leggermente più veloce, ma decisamente più versatile e meno faticoso per realizzare le traversine. In giro in rete e sui forum si trovano spesso realizzazioni di traverse in PCB lavorate dal pieno con frese a controllo numerico (CNC).

Immagine
Immagine tratta dal sito http://vikaschander.com/trackwork/

Sebbene mi farebbe molto piacere possederne una -ne ho assemblata una per il mio lavoro in facoltà, ma è un po' fuori budget...- ne sono decisamente sprovvisto e quindi fino ad ora mi sono arrangiato con la carta vetrata. Il sistema ha funzionato decisamente bene ma ha sempre sofferto di un grosso svantaggio: non posso incidere le traverse in diagonale come nella foto qui sopra. Mentre ho potuto osservare che in un deviatoio semplice questa non è tutto sommato una grave perdita, per il deviatoio inglese invece le cose sono decisamente diverse.

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Come potete vedere da questa foto scattata al termine del lavoro sulle traverse, le zone da sagomare al centro del deviatoio sono un po' più complesse, complice l'aumento del numero di profilati che compongono questo apparato. La soluzione al mio problema -come talvolta capita- si è presentata da sola quando ho scheggiato una dei dischetti da taglio del Dremel, ottenendo come risultato qualcosa di simile ad un noto marchio di prodotti elettronici.

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A parte questo "sbecco" il dischetto è rimasto perfettamente intatto e continua a fare il suo dovere. In più, come era prevedibile, ha acquistato una proprietà decisamente desiderabile: una volta messo in rotazione a 5000 giri/minuto la corona esterna appare semitrasparente, un po' come l'otturatore di una macchina da presa. L'effetto risulta particolarmente pronunciato in presenza di contrasti elevati, per questo nella foto qui sotto si riesce a vedere il riflesso della pinzetta che continua per un paio di millimetri e si sovrappone al dischetto.

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Questo effetto è decisamente desiderabile per lavorare le traversine. Infatti lo spessore di rame che riveste le traverse è circa 1/30 di millimetro (34.3µm per gli amici) quindi bisogna essere abbastanza delicati per non incidere troppo a fondo il materiale della traversa. Ora, con la parte semitrasparente, sono riuscito a vedere perfettamente bene il punto esatto in cui il dischetto abrade il rame, così sono riuscito a controllare bene la lavorazione ed asportare circa metà dello spessore del rame, come potete vedere qui sotto.

Immagine

La foto in realtà riassume tutte le fasi della nuova lavorazione. Come sempre inizio riportando la posizione degli attacchi con un pennarello da lucidi; poi aiutandomi con il righello ho esteso il punto riportato a tutta la larghezza della traversa, così da avere una guida per i tagli. A questo punto ho inciso tutto lo spessore del rame con il Dremel così da avere una zona di guardia per le successive operazioni. Terminata questa fase ho iniziato a rimuovere le parti di rame dal centro della traversa: ho proceduto rimuovendo prima un sottile strato di rame, come potete vedere al centro della foto, poi ho terminando il lavoro con una seconda passata, in modo da mettere a nudo il materiale sottostante. Certo, il lavoro non è così preciso e regolare come quello ottenuto con una macchina a controllo numerico, ma sono ugualmente soddisfatto, anche considerando che non ho mai visto due traverse di legno -come dovranno apparire al termine dei lavori- uguali fra loro. Quindi ben venga qualche lieve imperfezione.

A presto!


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 Oggetto del messaggio: Re: PLASTICO: Il plastico di Caprazzino
MessaggioInviato: mercoledì 7 dicembre 2016, 9:15 
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Iscritto il: venerdì 25 novembre 2011, 19:13
Messaggi: 2006
Località: Trieste
Ciao Nicola.
Perché non prendi il pennarello da PCB, colori sulle traverse le parti ramate che devono rimanere e butti tutte le traverse nel persolfato di sodio? Così il resto del rame se ne va via senza abradere niente.

Ciao
Antonio


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 Oggetto del messaggio: Re: PLASTICO: Il plastico di Caprazzino
MessaggioInviato: mercoledì 7 dicembre 2016, 10:31 
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Iscritto il: mercoledì 19 aprile 2006, 23:10
Messaggi: 534
Località: C.mare
nanniag ha scritto:
Ciao Nicola.
Perché non prendi il pennarello da PCB, colori sulle traverse le parti ramate che devono rimanere e butti tutte le traverse nel persolfato di sodio? Così il resto del rame se ne va via senza abradere niente.

Ciao
Antonio

(ottimo suggerimento)

...e sopratutto non respiri la polevere di vetronite. Anche dello scotch dovrebbe andar bene al posto del pennarello

Comuqnue è sempre un piacere vedere i tuoi lavori. Questo post èuna lezione di modellismo!


Ultima modifica di antogar il mercoledì 7 dicembre 2016, 19:44, modificato 1 volta in totale.

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 Oggetto del messaggio: Re: PLASTICO: Il plastico di Caprazzino
MessaggioInviato: mercoledì 7 dicembre 2016, 12:28 
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Iscritto il: venerdì 22 settembre 2006, 18:39
Messaggi: 211
Località: Casalecchio di Reno (Bo)
Mille grazie per i commenti e gli apprezzamenti!

Sì, ammetto che ci ho pensato, anche per altre applicazioni (mi piacerebbe cimentarmi nella fotoincisione).
Ma, correggetemi se sbaglio, il persolfato di sodio non è una di quelle sostanze che tinge irremediabilmente?
Suggerimenti su dove possa trovare questa sostanza?

Circa la polvere di vetronite, normalmente lavoro con addosso una mascherina naso/bocca. :-)

Saluti,
Nicola


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 Oggetto del messaggio: Re: PLASTICO: Il plastico di Caprazzino
MessaggioInviato: mercoledì 7 dicembre 2016, 12:57 
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Nome: Benedict Littlesaturday
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Messaggi: 1198
Località: Sutri (VT)
No Nicola, il persolfato di sodio non macchia, è inodore e trasparente, certo è meglio non inspirare i vapori, ma questo vale per tutti gli acidi per fotoincisione.
Quello che macchia è il cloruro ferrico.
Io lo prendo su Ebay, 13 euro un kg che basta per 4 litri di soluzione.


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