Poichè non parliamo di un plastico di 6x2 mt ma bensì di 10x17 mt e di ben 50 moduli, pensare di portare alle mostre anche pedane e sgabelli da sistemare tutt'intorno è da vero suicidio. Invece di un furgone ci vorrebbe un Camion con rimorchio!
Nella vita occorre sempre raggiungere un compromesso e, tenendo presente che il PDF nasce per il nostro divertimento personale, per invogliare i "fermodellisti dormienti" a risvegliarsi e proporre ai giovani nonchè ai bambini di dedicarsi al fermodellismo (hobby sano e formativo), la scelta di 1 mt mi sembra una misura più che giusta per permettere ai bambini di avvicinarsi (preso anche nel vero senso della parola ovvero col naso appiccicato al bordo del plastico e con gli occhi ad altezza treno) e vedere veramente da vicino i treni che circolano sul plastico. Per me i bambini sono anche quelli che hanno 7/8 anni e questi non credo siano più alti di 1 mt.
Forse Nuccio non ha figli e quindi non sa cosa vuol dire prendere in braccio un bambino che pesa circa 30/40 kg se va bene e non è cicciottello (e chi ne ha due?) e portarselo in giro per il plastico per una 50ina di metri e magari rifare il giro perchè il figlio vuole rivedere questo o quel pezzo di plastico. Inoltre i bambini amano seguire il treno per diversi metri e questo è un particolare che in esposizione va considerato se teniamo a che i bambini diventino un giorno fermodellisti. Quando siamo in esposizione occorre pensare soprattutto ai visitatori e non solo a noi stessi anche se tutto sommato non dobbiamo vendere alcun prodotto.
Vorrei citare un esempio che ci è capitato a Carnate 2006. Alessandro, un ragazzino di 12/13 anni circa alto circa 1,40 mt che ci segue a tutte le mostre, sta giocando col nostro plastico insieme a noi grandi. (vedere
http://www.pdf-gruppoe656.net/galleria/carnate2006.htm prima foto)
Se il plastico fosse alto 1,30 mt avrebbe o no un po' più di difficoltà ad effettuare le manovre in stazione come sta facendo? Per me indubbiamente si tenendo presente che per la sua età è abbastanza alto. Sempre come esempio, a Carnate 2005 c'era l'esordiente plastico Merklin e poichè era alto 1.30mt intorno non c'era nemmeno un bambino che invece erano tutti intorno agli altri plastici.
Torniamo al metodo di realizzazione del plastico. Per il posizionamento dei binari in testa a ciascun modulo usiamo esclusivamente una dima realizzata da noi che tiene in considerazione la misura dell'interasse del binario e l'altezza del piano del ferro. La dima ha le mascherature per la posa contemporanea dei tre binari. Mediante un riscontro metallico e limetta portiamo le rotaie a filo modulo. Null'altro.
L'accorgimento di togliendo tre/quattro caviglie, è stato fatto solo coi moduli realizzati prima dell'introduzione della dima. La rotaia non si snerva perchè l'aggiustamento deve essere di qualche decimo di mm. Se superiore vuol dire che il binario era da togliere e riposizionare. I moduli fatti con la dima non hanno questa necessità.
Per l'alimentazione abbiamo realizzato una centrale di comando con trasformatori toroidali di grande potenza (se non erro 120/140 VA circa). La centrale è mobile, nel senso che è possibile collegarla su qualunque modulo. Normalmente la posizioniamo al centro, equidistante dai due cappi di ritorno. Inoltre per assicurare un bilanciamento perfetto della tensione tra i due estremi, colleghiamo i circuiti tra cappio e cappio come se alla fine fosse un anello.
La linea secondaria può essere alimentata sia in analogico (dalla centrale) sia in digitale con centralina esterna.
Il sistema che utilizziamo per il funzionamento in digitale è l'Intellibox della Hulenbrock con sviluppo della loconet con comandi palmari lokmaus2 Roco. Per il loro utilizzo Stefano della Essemme ci ha consigliato e fornito gli adattatori della Hulenbrock per l'utilizzo dei lokmaus2. La programmazione e la lettura delle CV ovviamente vengono fatte con la centralina (master) mentre i lokmaus2 sono tutti slave.
Poichè risulta troppo complicato far funzionare la linea come macchinisti, abbiamo deciso di essere tutti capi stazione (metodo all'americana così mi dicono) e con traffico ferroviario sequenziale. Ciascun capo stazione ha in mano la tabella dei convogli con i numeri di codice. Imposta il codice sul palmare, cattura il convoglio che gestirà nella sua stazione. Una volta rilasciato attenderà l'arrivo dell'altro convoglio inserito nella sequenza. A volte (quando siamo in tanti) utilizziamo un orario ferroviario creato appositamente per la nostra linea.
Il metodo dei capi stazione forse per qualcuno non è il massimo ma quando siamo in esposizione, occorrono tanti occhi per controllare (ed è capitato) che nessuno allunghi le mani per far sparire qualcosa (mai successo ma preferiremmo non suceda mai). Il fatto di avere sette capi stazione che presenziano il plastico in posizioni fisse lungo tutto il plastico, oltre agli altri amici dedicati all'analogico, è un buon deterrente e uno stimolo per il pubblico a formulare domande, chiedere informazioni e scambiare le proprie esperienze.
I vari depositi collegati alla linea digitale (esempio il deposito locomotive a vapore di Massimo e Fiorenzo Bonalumi) sono alimentati con un sistema digitale aggiuntivo. Occorre naturalmente creare una zona "franca" per l'interfacciamento tra un sistema e l'altro onde evitare casini vari.
Saluti
Mario Bottini