La classe non è acqua... Franco (fao45) ha sintetizzato magistralmemte i termini fisici della questione.
A mio personalissimo sentire (passatemi il gioco di parole

) l'obiettivo è la riduzione di quel rimbombo - tipo cassa armonica - che ben poco ha di simile al rumore dei treni veri.
Il suono del rotolamento e l'inevitabile ronzìo di motori e ruote dentate non mi dispiace affatto e condivido la sensazione di chi prova sicurezza nell'avvertirlo dalle parti "nascoste".
La mia pur limitata esperienza mi ha portato a preferire le strutture "aperte", ovvero i reticoli di travi e listelli non coperti da piani continui.
A Villa Capelletti abbiamo in costruzione un plastico con struttura all'americana (doppio trave ad L rovescio) in cui l'unica struttura continua è il nastro di multistrato (sede stradale) che sostiene i binari di corsa.
Nel plastico abbiamo integrato una stazione di transito donataci da un amico, stazione realizzata su un piano di multistrato ricoperto di polistirolo.
Ebbene, quando i convogli corrono in piena linea il suono mi pare quasi realistico.... ma quando transitano per la stazione è tutto un altro registro: il rimbombo si avverte dal locale accanto!
Sempre sulla base dei miei empirismi (ma confortato nientemeno che dalla lettura del Le Plat...) per ridurre la trasmissione delle vibrazioni è meglio evitare la colla vinilica (diventa troppo rigida) e ricorrere ad adesivi diversi come il neoprenico (tipo il Bostik) per fissare il sughero alla sede stradale e l'acrilico in pasta (ce n'è in siringhe - come il silicone che però è inadatto) per fissare la graniglia al sughero. Per inciso, ll sigillante acrilico sta diventando il metodo di elezione in USA.
Mi fermo, ma il discorso potrebbe farsi lungo ed interessante....
Assonnati saluti,
Andrea Chiapponi