canespinone ha scritto:
Una premessa, io ho dubbi, seri, su molti dei progetti proposti non solo su quelli di cui ho proposto una analisi. Come ho scritto chiaramente, ho circoscritto l'ambito di “dibattito accademico” ai primi due solo per non trasformare il confronto in una sorta di “crociata” contro il lavoro che ho acquistato.
Una prima premessa dato che anche io pubblico i miei progetti: chi lo desidera può richiedermi i file originali del software CAD da cui sono stati ricavati i progetti per la rivisita: generalmente questi vengono ricalcati da Benedetto (generalmente in fretta e furia per colpa nostra che ritardiamo a consegnare il lavoro in tempo per la pubblicazione) che quindi in qualche caso può non cogliere una certa finezza inserita nel progetto. Per quel che mi riguarda, salvo dimenticanze e una sbadataggine congenita che mi porta a non accorgermi di cose evidenti per chiunque, controllo bene che non ci siano problemi di quote e simili.
canespinone ha scritto:
Per continuare il confronto e rispondere con chiarezza, bisogna purtroppo tornare alle già evidenziate critiche al testo del manualetto. Dato che come già fatto notare nei disegni non ci sono misure, per ricavarle bisogna andare per deduzione cercando tra le righe.
In che senso? C'è sempre una griglia che di solito è di 50 cm di lato in H0 e 36 in N, in qualche progetto la griglia è di 25 cm. Negli articoli originali questa indicazione c'era, magari è scappata la didascalia nella riedizione dell'articolo; ad ogni modo basta leggere il testo e farsi due conti, anche solo con la dimensione tipica di un deviatoio. Non stiamo parlando di disegni tecnici da rispettare al micron, una minima capacità di adattamento è richiesta e necessaria. Insomma, il disegno deve anche essere oltre che preciso, anche gradevole alla vista del lettore: sappiamo benissimo che difficilmente il progetto verrà riprodotto così come disegnato, ma deve dare uno spunto, un'idea al lettore che possa poi rielaborarla ed inserirla nel suo di progetti, con i suoi vincoli ed i suoi desiderata.
canespinone ha scritto:
Tre pagine dopo Fiorano, parlando di Altavilla spiegate che quel modulo misura 280x50/60. Se ne deduce allora che Fiorano misura 250x60 e a meno di non immaginare un piazzale esterno al FV a gradoni, non credo che la tranvia disponga di 200cm di discesa per sottopassare la linea FS. Questo perchè le due linee sono raccordate tra loro e almeno nella zona dei deviatoi dovranno avere quote simili. Partendo dal fatto che Fiorano dovrebbe essere, come tutte le stazioni, in piano (ma non ci sono quote e il tutto va immaginato), dire che lo spazio a disposizione per la discesa è di 2 metri secondo me NON è molto corretto. Guardando la disposizione del piazzale, considerando la rimessa del tram e il raccordo con il Consorzio, lo spazio a disposizione è di 50 cm o al limite, proprio esagerando, di 100 cm. Con le pendenze dunque non ci siamo a mio avviso. Ma sarei curioso di vedere delle quote....
Beh, non è detto che i deviatoi non possano essere in pendenza: l'unica cosa che importa è che non siano in corrispondenza di un cambio di livelletta. Poi che siano orizzontali o meno, poco importa. Poi nelle tranvie, al vero, sono state da sempre fatte le cose più strane... Probabilmente converrebbe abbassare un po' il piano binari della ferrovia realizzando anche il raccordo tra il fascio FS e il fascio della tranvia in leggera pendenza e mettere poi il raddoppio tramviario a una quota leggermente più bassa del livello stradale (siamo in collina dopotutto); una situazione del genere si verificava a Verona (non mi ricordo se sulle linee per Affi e Garda o se sulle misconosciute linee tranviarie interurbane). Pendenze estreme per una tranvia? Basta pensare alla diramazione tranviaria che raggiungeva Fermo città (nel ciclismo Fermo è nota per le "coste fermane", strade con pendenze ben oltre la doppia cifra percentuale, dei veri e propri muri) sulla ferrovia FAA Porto San Giorgio-Fermo-Amandola: un ramo di 2,31 km al 70 per mille. Oppure la linea per Camerino, che nel tratto finale aveva le medesime caratteristiche, oltre ad avere stazione e deposito dentro ad una chiesa sconsacrata...
canespinone ha scritto:
Parlando del secondo plastico va invece smentita l'affermazione secondo cui lo “scartamento ridotto utilizza pendenze […] ben più severe dello scartamento normale”. Questo poteva essere vero prima dell'illuminazione delle carrozze, ma ora questo assunto va dimenticato, perchè le carrozze in H0e sono “frenate” quanto quelle in H0. Sulle capacità di arrampicata delle Emmine potremmo poi aprire una discussione a parte, ma rimando a quelle già presenti sul forum.
Mah, questa è un'opinione personale. E comunque centra poco con il plastico: quel progetto si basa su un plastico realmente esistente e costruito anni fa, quando le meccaniche dei modelli (specie a scartamento ridotto) erano in genere meno performanti di quelle dei modelli di oggi. Se i modelli salgono su quello, salgono anche sul progetto in esame.
canespinone ha scritto:
Anche tralasciando queste premesse, la risposta mi è sembrata svicolare sibillinamente sul tema proposto che, oltre alle quote generali, ne presentava una specifica. Infatti il plastico di Sabatini, presentato a suo tempo dalla rivista Itreni (nr. 130 ottobre 1991), non ha le aste di manovra e in particolare non ha le due aste lato piattaforma girevole, quelle che mi sembrano particolarmente “basse”. Nel plastico di Sabatini la stazione superiore è molto decentratra dall'elicoide e secondo me il motivo è proprio quello della sagoma.
La questione qui forse potrebbe avere un qualche fondamento, ma basta applicare qualche attenzione e il problema si risolve. Dunque, per prima cosa su un plastico del genere si fanno circolare modelli a trazione termica: quindi dagli 8-9 cm generalmente consigliati in H0 come dislivello minimo tra due binari perchè si possano scavalcare, rosicchiamo qualche cm; in più parliamo di modelli a scartamento ridotto, e anche qui qualche mm prezioso lo guadagniamo. Se poi abbiamo l'accortezza di realizzare la sede delle aste di manovra di uno spessore sufficientemente sottile, anche grazie alla accentuata pendenza dell'elicoidale (ci devono salire treni corti o automotrici che trainano sè stesse, non convogli di 30 carri!) si viene a creare un'adeguata luce per consentire ai due binari di sovrapporsi senza porre particolari limitazioni alla circolazione.
canespinone ha scritto:
Infine, ritornando sulla questione delle norme NEM, proporre nel 2019 (a 28 anni di distanza dal 1991) un progetto che non rispetti tali norme, ha un qualche senso compiuto? Secondo me no, a meno di non specificarlo. Mi piace molto l'idea dell'editore di fare divulgazione (e lo ringrazio anche per questo spazio di approfondimento che ci offre), ma se non è di qualità il valore della divulgazione si perde, temo insieme ai clienti.
Dov'è che non sarebbero state rispettate le norme NEM? Perchè gli unici appunti che vedo sono applicati nel caso di tranvie (che abbiamo visto essere spesso al vero piuttosto naif) o di ferrovie a scartamento ridotto (sulle FCL si registravano tratte al 60, anche più, per mille).
Detto questo, trovate una qualche altra rivista in Italia che pubblichi progetti? Anche solo i piani binari dei plastici pubblicati? no, ben che vada si pubblicano schematici approssimati con ben poche indicazioni. Per deformazione professionale mi sono comperato i libri di Iain Rice: anche in quel caso le dimensioni dei progetti sono specificate nello stesso identico modo, lo stile delle riproduzioni è il medesimo e non si specifica quasi mai la marca dei binari utilizzati (anzi, i disegni sono fatti a mano!). I progetti servono a dare spunti, idee: il lettore deve farsi ispirare dall'articolo a realizzare qualcosa che non sia il solito manuale dei tracciati, che sennò saremmo ancora fermi lì.