Salve Marco,
avevo gia' affrontato l' argomento in un qualche intervento del passato, che, purtroppo non trovo piu'.
Provo a raccontare nuovamente.
In passato, dal '96 al 2006, ho frequentato spesso per lavoro Fabriano, che e' un importante polo di produzione di elettrodomestici bianchi.
Uno degli stabilimenti, Ariston, a Melano Marischio e' raccordato alla stazione di Fabriano ed ha una piccola rete ferroviaria interna.
Forse con l'aiuto di Google Maps si puo' ricostruirne il tracciato.
Al di la' di questo, basandomi su cio' che ho rilevato a Fabriano ed aggiungendoci un po' di fantasia ( ma con una logica ), un' industria di elettrodomestici bianchi puo' dar luogo ad un traffico estremamente interessante.
In ingresso:
-trasporto coils ( per la realizzazione delle parti in lamiera )
-chiusi di componentistica varia commerciale ( ad es. motori elettrici )
-pianali o addirittura trasporti eccezionali carichi di casse di macchinari industriali ingombranti
-serbatoi di gasolio per la centrale termica ( dai, non facciamo gli ecologici anche sui ns. plastici, mica vorremmo rinunciare ai carri cisterna ed attaccare la ns. fabbrica alla rete del gas...

)
-silos per i pellet di plastica ( per lo stampaggio delle parti in plastica )
In uscita:
-Eaos / Eanos carichi degli sfridi dalla lavorazione dei coils
-chiusi a 2 assi o a carrelli ( Gbs, Gabs e similari ) per il trasporto degli elettrodomestici
-telonati a 2 assi o a carrelli ( Rils o similari ) per il trasporto degli elettrodomestici
-chiusi a grande capacita' a pareti scorrevoli a 2 assi o a carrelli serie H per il trasporto degli elettrodomestici
Faccio notare che di carri serie H a Fabriano ne vidi di tutte le compagnie di trasporto e di tutte le amministrazioni europee possibili ed immaginabili.
Fu proprio allora che mi appassionai a questa tipologia di carri, che, ormai, costituisce una sottocollezione della mia collezione di carri.
Mi pare un discreto traffico merci. Alla fine l' unica tipologia di carri non movimentata e' quella dei frigo. Per cui si potrebbe ragionare di un raccordo ferroviario a parte con relativa industria di trasformazione dell' agroalimentare.
Che ne pensi, Marco ?
Saluti
Stefano.