E allora arrivo io a fagiuolo con il mio bozzetto (definirlo progetto mi pare eccessivo).
Per la descrizione dell'idea, vedi il mio intervento precedente (a meno di qualche cambiamento di idea mentre buttavo giù gli schizzi, la descrizione calza ancora), qui mi dilungo su qualche dettaglio implementativo.
Qui la planimetria complessiva dell'impianto con una prima indicazione paesaggistica (non ci si capisce nulla? avete ragione, ma ho proceduto nei ritagli di tempo, per TTM mi metto anche lì a colorarli, ma sinceramente non avevo tempo)
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Per fare chiarezza, ecco le parti riguardanti i binari a scartamento ordinario, con i due simpatici cappioni di ritorno (e bypass nascosto, sempre utile per risparmiare sul numero di composizioni necessarie) per la linea a scartamento ordinario
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e la più complicata parte nascosta delle linee a scartamento ridotto, che come quelle vere si attorcigliano tra loro. Banalmente, la linea italiana, in azzurro, deve scavalcare la linea a scartamento ordinario per passare dall'altra parte sfruttando il bypass nascosto, e lo fa nel cuore della montagna (dove è posto anche un Posto di Movimento che simula una stazione di incrocio intermedia), dove al contempo la tratta svizzera si arrampica attorcigliandosi.
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Il raggio di curvatura minimo è di 35 mm, la pendenza massima se non ricordo male sul 36 per mille, forse con punte al 40 nella tratta svizzera. Un po' al limite, è vero, però credo di essere stato nei limiti accettabili.
Per quel che riguarda la costruzione, si può senza dubbio partire dalla stazione di Colico e attaccarci subito i cappioni, impostando una stazione nascosta provvisoria per le linee in H0m. Poi si può iniziare a costruire il tracciato della parte un po' più complicata dove le linee si sovrappongono e dove è importante curare bene il dislivello.
Veniamo alla descrizione dell'impianto: la stazione FS è un mero adattamento di quella vera come si presentava negli anni '70-'80 (le foto aeree del 1975 sono nitidissime e sono state di grande aiuto). Ovviamente gli spazi sono compressi (ad esempio lo spazio per il FV si è piuttosto ristretto), ma lo spirito della stazione è rimasto intatto, con gli strettissimi (e non lunghissimi) marciapiedi tra i binari, l'infilata di scambi alla radice sud e il torrentello alla radice nord (sopra al vero non ci sono scambi, che sono dopo, ma senza si sarebbe persa molta funzionalità). Nella parte addossata allo sfondo si trovano la SSE (risalente all'epoca del trifase) e una serie di magazzini e baracche utilizzate dal personale della manutenzione, subito adiacente a uno scalo merci attrezzato per il carico e scarico delle merci a raso (non so se per il servizio commerciale o per il servizio lavori). Sulla parte sinistra dello sfondo, in fondo al terreno in declivio (la stazione è a mezza costa, anche se il pendio è leggero), si riconosce il porticciolo di Colico, separato dalla stazione dai campi: oggi quell'area si è riempita di edifici. Sulla sinistra della stazione, lato rimessa locomotive (che credo assegnata -almeno oggi- alla sezione lavori, dato che è ancora allacciata), si trova l'abitato, con gli edifici più storici. Rispetto al piano largo 1 m constante, ho preferito qui praticare uno scasso per accedere più comodamente alle parti retrostanti, così come dall'altro lato. La parte sotto alla stazione, comunque, è interamente libera.
L'aggiunta più interessante è la stazione RhB/FLC a scartamento ridotto: in pratica si è trattato di inserire due stazioni, dato che ipotizzo che le due amministrazioni utilizzino tensioni di alimentazione differenti... giusto per avere tanto divertimento in più!. Il tutto è evidente nella terza immagine che ho postato: in azzurro la tratta italiana, che immagino alimentata in continua, in rosso quella elvetica, che ipotizzo alimentata in alternata come il resto delle linee RhB tranne il Bernina. La differenza tra le due concessionarie è evidente anche nel tracciato dei binari: mentre le RhB raccordano le curve tra loro e con i tratti rettilinei con sinuosi raccordi parabolici, con inclinazione della rotaia, le FLC, costruite con più economia, fanno a meno di questa utile caratteristica, come molte linee a scartamento ridotto italiane (tipo la FGC).
Le due società si dividono lo stesso piazzale: da un lato i binari RhB, dall'altro i binari FLC. Se per i treni "locali" non ci sono problemi, anche in assenza di materiale reversibile, è possibile svolgere le manovre senza bisogno di invadere i binari altrui, per i merci e i diretti le cose cambiano. I treni diretti arriva sul piazzale di competenza dell'amministrazione che lo ha trainato sino a Colico (lato Italia sul binario 2, lato Svizzera sul binario 3). Un locomotore da manovra (sarebbe carinissimo un piccolo automotore ad accumulatori) prende le carrozze e le sposta sul binario dell'altra amministrazione, che può quindi prendere in carico il convoglio sino a destino. Si evitano le manovre di lancio della locomotiva (che in scala rendono poco), senza perdere in divertimento. Idem per i merci: per i treni italiani i problemi sono pochini, per gli svizzeri si deve far ricorso al piccolo locomotore per portare nello scalo i carri da movimentare. Lato radice di stazione trovano posto le rimesse FLC (in alto) e RhB in basso. Si ipotizza che i depositi principali siano rispettivamente a Como e Chiavenna.
Sul lato destro si assiste alla risalita del Passo del Maloja: i binari, a mezzacosta, sono in ripida e tortuosa ascesa, cercando di assecondare i fianchi della montagna, e si sovrappassano l'un l'altro, contorcendosi in tornanti. La scena può essere arricchita con la riproduzione dei versanti montuosi e del bosco, assieme alla strada statale del passo e dei sentieri per gli escursionisti. Non manca l'ardito ponte, progettato per essere fatto saltare in caso di guerra contro la Svizzera*. Qualche malga e casale isolato potranno di sicuro ravvivare la scena, senza eccedere per lasciare l'idea dello stato naturale del luogo.
Dal lato opposto si costeggeranno le rive tortuose del lago. Un promontorio di roccia verticale nasconde il cappio di ritorno dei binari che sovrappassa la linea da Colico. Qui l'area è di sicuro più antropizzata: la strada statale, la villa di lusso che domina il lago, col suo bravo giardino esotico curatissimo, i cancello con la casa del guardiano, magari un piccolo molo al lago con il sentiero privato di accesso alla villa per i facoltosi ospiti. I binari sono anche qui in ripida ascesa per superare un tratto più elevato della costa (al vero è per riuscire ad essere più alti di è stessi); ad un certo punto attraversano la strada con un passaggio a livello a barriere, ovviamente non automatizzato e gestito dal casellante (almeno fino agli anni '80).
Entrambe le linee a scartamento ridotto si chiudono su cappi di ritorno nascosti, dato che presuppongo l'utilizzo di composizioni non reversibili. Le stazioni nascoste non sono enormi, dato che comunque il numero di treni in servizio sarà ridotto e le corse non così numerose.
Per i rotabili, per la tratta FS si fa riferimento a quelli in uso all'epoca. Non sono un profondo conoscitore della linea e bisognerebbe fare qualche ricerca, ho qualche conoscenza sul materiale leggero, ALe.883 e poi 803 per i servizi su Chiavenna e per i locali Lecco-Sondrio. Per Milano suppongo, prima delle MD, un coacervo di vecchiume assortito (carrozze tradizionali) trainato da boh (help needed). Forse anche qualche convoglio di PR? Per i merci con i 626 vai sul sicuro, anche perchè nelle famose ortofoto del '75 si vede un 626 con un merci minimo in arrivo da Chiavenna.
Per le RhB e le FLC si può essere più liberi, ed in un caso inventare di sana pianta. Delle RhB conoscete più voi di me, e non mi pronuncio, per la FLC io la vedo come una ferrovia piuttosto sfigatella, che rimane aperta grazie al transito di un treno così importante come il Maloja Express. Per i servizi locali quindi saranno in esercizio elettromotrici e carrozze degli anni '20, magari anche ricostruite o recuperate da altre amministrazioni (tipo quello che è successo sulla FGC): qualcuno prima o poi riprodurrà le elettromotrici e le carrozze tipo Carminati e Toselli - TIBB, così comuni a quel tempo. In assenza, si potrebbe pensare all'adattamento di tipi svizzeri alla tensione italiana (patrocinato dalle RhB per pietà nei confronti della alleata FLC), ricolorando modelli esteri nei colori sociali. Il Maloja Express però non può essere trainato da residuati dell'anteguerra più o meno rabberciati: una locomotiva più moderna, di scuola svizzera, sarà sicuramente adeguata. Anche se il vecchio e scalcagnato locomotore FLC della dotazione originale potrebbe fare qualche sortita alla trazione del prestigioso convoglio...
Per la dotazione di linea, le foto aeree non sono così dettagliate da poter stabilire gli impianti al vero in uso a Colico FS al tempo, occorre fare qualche ricerca, sperando che Paolini rimetta presto in piedi la galleria foto. Per lo scartamento ridotto, direi che si possa andare sul "tutto macachi", con impiantistica di tipo italiano (dato che si suppone che la stazione sia gestita dalla FLC). Per il segnalamento, sulla tratta FLC io mi divertirei parecchio a proporne uno inventato, magari ancora a disco o ad ala (o luminoso di tipo non FS), e sulla tratta RhB di tipo svizzero. Per la linea aerea, per un'ambientazione sino alla prima metà degli anni '90, andrei sulle tipologie d'antan, sia per quel che riguarda RhB (i pali moderni sono proprio bruttini, a mio modo di vedere), che per la FLC.
P.S.: se ti servono i progetti originali (anche per avere le quote), non hai che da chiedere!
* Al vero fu una soluzione adottata in Francia nelle linee che si dipartivano da Nizza e vicine al confine italiano: si realizzarono alcuni tornanti su viadotti ancichè in galleria o trincea per rendere più efficace l'interruzione del traffico qualora li si fosse fatti saltare.