Grazie Riccardo per le tue impressioni. In effetti tutto ruota sul grado emozionale che questo nostro hobby suscita. Gioia, commozione, ansia per i risultati, ecc. ci influenzano inevitabilmente e guai se non fosse così. Scusate ma non sempre posso essere pronto a rispondere. Adesso propongo un altro step.
La rimorchiata centrale. Questa carrozza è il risultato di una trasformazione e di un adattamento della scocca mostrata in precedenti foto, cioè quella di una ALe 840 che presenta le stesse caratteristiche di una 883 riguardo alla sezione centrale della stessa, in particolare la sezione che va da una porta d'accesso pneumatica all'altra. Le due testate invece sono state rifatte completamente, tagliando via quelle bombate originali. Anche queste scocche mi sono arrivate in comodato da parte di un amico che non ha potuto compiere l'opera di autocostruzione. Dalle foto allegate si evince il procedimento di adattamento e trasformazione che non si discosta dalla metodologia precedentemente descritta. Rifare le nuove testate tronche è stato un po più complicato del previsto dato che ho dovuto allungare di qualche millimetro la superficie dell'imperiale. La conformazione originale prevede infatti una inclinazione anteriore decrescente verso il basso, secondo il profilo caratteristico di queste macchine, ma incompatibile con la nuova configurazione, e per modificare tale particolare ho dovuto far ricorso a degli spezzoni di plastica da 1,00 mm incollati sul tetto, lunghi quel tanto che basta ad aumentare l'altezza prima di giungere al nuovo tratto inclinato tipico delle Le 883 (come d'altronde di tutte le automotrici a testata tronca). La sotto-scocca invece ha una curvatura laterale accettabile in quanto si presenta di giusta altezza dal piano di rotolamento, ma deve essere sottoposta alle stesse modifiche delle testate. Anche qui ho fatto uso della mia pasta plastica là dove era necessario tamponare alcuni vuoti o rinforzare gli angoli. Le foto mostrano come la pasta plastica serva da riempitivo e da rinforzo negli angoli, che poi vengono ispessiti da altri spezzoni di plastica. Le linea piuttosto grezza che ne deriva è sottoposta in seguito a lavori di carteggiatura che riducono gli angoli e ne armonizzano la linea. A questo scopo vorrei aggiungere un espediente che mi è tornato utile in fase di lavorazione. Ho prodotto un utensile che ha accelerato le funzioni di rastremazione degli spessori in plastica, ma può andare bene anche per altri materiali più malleabili. Ho ritagliato un disco di carta vetro, prendendo a modello un disco abrasivo in metallo acquistato presso un normale negozio di modellismo in genere, e ho praticato un foro da 1,5 mm di diametro. Poi ho montato il dischetto così ottenuto sul trapanino da banco ed ho operato di conseguenza. Vi assicuro che l'ampiezza di questo dischetto rende facile la carteggiatura di ampie superfici, specie poi se si lascia il dischetto rigido sotto quello in carta, a mo' di irrigidimento. I dischetti abrasivi in vendita generalmente sono di diametro molto inferiore e non si riesce a raggiungere le superfici più profonde e inoltre si possono produrre dischetti a grana grossa o fine, a piacere. Quelli in commercio in genere sono tutti di misura piuttosto piccola e standard. Naturalmente per gli angoli ho usato delle fresette di diverso calibro e forma. In teoria con questo metodo si potrebbero produrre dischetti di diametro più ampio o più stretto, a grana di ogni tipo, a seconda delle necessità. Questo accessorio si va ad aggiungere agli altri utensili già in uso.
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