Sempre restando in fiduciosa attesa di qualcuno che voglia interagire, proseguiamo, in ordine alfabetico, con le schede dei marchi che hanno fatto la storia del fermodellismo:
BING
Nel 1863 i fratelli Ignaz e Adolf Bing aprono a Norimberga, in Germania, un negozio di giocattoli. Ignaz, che in precedenza ha lavorato come rappresentante, è ben consapevole del potenziale di vendita di questi prodotti e pertanto, dopo un certo tempo, decide di produrli in proprio. Nel 1869 i fratelli aprono una fabbrica in Karolinenstrasse, arrivando ben presto ad impiegare 100 operai ed altri terzisti che lavorano al proprio domicilio. Non è che l’inizio di un percorso che nel giro di alcuni decenni farà della loro ditta, la Gebruder Bing Nurenberg (GBN) una delle maggiori del mondo. Nel 1890 vengono inaugurati ulteriori laboratori ed una nuova fabbrica di giocattoli a Grünhain, in Sassonia, però i magazzini e l'amministrazione rimangono nella sede storica di Norimberga. Nel 1895 l'azienda diventa una società a responsabilità limitata presieduta da Ignaz, ed è tra le prime, in Germania, a riconoscere l'importanza del mantenimento di buoni rapporti con i lavoratori, che in ogni fabbrica hanno i propri rappresentanti sindacali. I fratelli Bing, peraltro, gestiscono solo l'amministrazione e non si occupano affatto dell'ideazione dei giocattoli, che deputano a specifici progettisti e agli operai più creativi. Oltre ad un'ampia gamma di utensili e stoviglie per la casa, attrezzature per ufficio, fonografi etc, agli inizi del Novecento la GBN ha in catalogo praticamente ogni tipologia di giocattolo e li esporta in tutto il globo. Nella sua pubblicità, l’azienda vanta il fatto che i propri prodotti possono essere acquistati in qualsiasi parte del mondo civilizzato, dal Sudafrica all'Alaska, e di poter fornire pezzi di ricambio ed eseguire riparazioni in loco. Per tutto il primo quarto del XX secolo la Gebrüder Bing produce alcuni dei più pregiati giocattoli dell’epoca, rivaleggiando per qualità e ampiezza di cataloghi con l’aristocrazia del ramo attiva a Norimberga, come Marklin, Tippco, Carette e Gunthermann. Nel 1914, all’inizio della prima guerra mondiale, gli stabilimenti Bing arrivano ad impiegare 5.000 dipendenti, in maggioranza donne, impegnati ad assemblare e rifinire una vastissima serie di articoli meccanici - in un primo periodo dipinti a mano e quindi, dagli anni Venti in poi, finemente litografati con fantastici colori - quali ferrovie, veicoli stradali di ogni tipo fra cui molte pregevoli automobili, aerei, imbarcazioni e macchine a vapore, azionati da sofisticati meccanismi ad orologeria, a vapore o, nell’ultimo periodo, ad energia elettrica. Il catalogo generale dei giochi e dei giocattoli istruttivi, meccanici, ottici ed elettrici della GBN edito nel 1923 consta di ben 532 pagine. Di esse, 53 sono dedicate ai treni, una quindicina alle automobili, alcune altre alle navi passeggeri e da guerra (provviste di eliche azionate da motori a vapore o da una carica meccanica a molla). C’è poi una scheda illustrativa dell’aeroplano autoplan, con motore ad aria compressa, una selezione di giocattoli scientifici, con numerose applicazioni dell’energia elettrica, e infine vengono presentati i proiettori per il cinema, sia quelli con perforazione Edison, che hanno lampade a petrolio come fonte d’illuminazione, sia alcuni modelli già provvisti di illuminazione elettrica. Questi proiettori sono accompagnati da un elenco di film. Sono presenti anche alcune lanterne magiche, corredate dalle loro pellicole. Caratteristica della GBN (peraltro comune ad altri marchi dell’epoca, come Doll e Marklin) è la produzione di piccole macchine a vapore: il catalogo del 1923 ne propone ben 26 modelli di vario tipo: verticali, orizzontali, con pistone oscillante e fisso, con il cambio del senso di marcia, con una pompa di alimentazione per la caldaia, con una dinamo incorporata, inoltre, vengono presentati una quantità di accessori che, come nella realtà, possono essere collegati mediante cinghie alle macchine a vapore. A fare la parte del leone sono tuttavia i treni in miniatura a scartamento 0, 1, 2 o 3 (rispettivamente 32, 45, 60 e 75 mm), a vapore, ad orologeria o elettrici, funzionanti questi ultimi con pile galvaniche a 4 Volt di corrente continua o da collegare direttamente alla rete elettrica a 110 Volt (difficile pensare a dei bambini lasciati da soli a giocare con simili potenziali folgoratori). Questi modelli, che si distinguono per la finezza della loro esecuzione e spuntano oggi quotazioni di molte migliaia di euro, appaiono corredati da una vastissima serie di accessori: stazioni, banchine, casette per i casellanti, depositi ferroviari, gallerie, semafori, cartelli segnaletici e ponti. La Bing introduce lo scartamento 0 (scala 1/43) nel 1895 e dal 1924 al 1927 propone anche ferrovie in miniatura in scala 1/90, a scartamento 00, di 16,5 mm. Oltre a produrre col proprio marchio treni in stile tedesco, la Bing commercializza modelli in stile britannico attraverso la Bassett – Lowke e la AW Gamage (degli omonimi grandi magazzini londinesi), ed altri ancora per il mercato nordamericano. Ovviamente, nei cataloghi Bing non mancano le automobili giocattolo, tutte mosse da robusti motorini ad orologeria la cui molla è sostituibile, nel caso eccezionale in cui si rompa, senza dover smontare tutto il meccanismo. Pur costruite rigorosamente in latta, le minuscole vetture riproducono in modo alquanto fedele molti modelli in circolazione nei primi decenni del secolo scorso, come la De Dion Bouton del 1902 o la Ford Model T. Gli anni migliori, per la Bing, sono quelli della Bella Epoque. Dopo la prima guerra mondiale, infatti, la ditta si trova praticamente precluso il ricco mercato degli Stati Uniti. E’ accaduto che due grandi società americane appartenenti alla Toy Manufacturers Association, la Ives e la Gilbert, hanno fatto pressioni sul governo di Washington per ottenere misure protezionistiche a favore dell'industria statunitense del giocattolo. Come risultato, alla fine del conflitto, quando potrebbero riprendere le esportazioni, la tassazione sui giocattoli tedeschi negli USA sale dal 35 al 70 per cento, con grave pregiudizio soprattutto per la Bing. Inoltre, nel periodo successivo i salari in Germania aumentano considerevolmente, come pure i costi di spedizione e ciò rende sempre meno concorrenziali i prodotti della grande azienda di Norimberga. Ignatz Bing muore nel 1918, e nel 1919 suo figlio Stephan diventa direttore generale della società. Alla fine del 1920, a causa della terribile inflazione, il valore del marco tedesco scende drammaticamente. Nel 1929, la crisi di Wall Street innesca poi una generale depressione. Nel 1927 Stephan si dimette ed abbandona la società a causa di gravi divergenze d'opinione con il consiglio d'amministrazione. Nel 1933, la Bing va in liquidazione e ciò che resta del suo impero viene diviso tra un gruppo eterogeneo di imprese rivali. Buona parte degli impianti viene acquisita da Karl Bub, che dal 1936 fino allo scoppio della seconda guerra mondiale riprende a produrre - con il proprio marchio - i treni a molla ed elettrici. Falk e Krauss-Fandor rilevano le attrezzature per la produzione dei modelli a vapore, mentre Fleischmann fa lo stesso con quella delle navi giocattolo. La famiglia Bing, che è ebrea, fugge in Inghilterra per evitare le persecuzioni naziste. Stephan Bing contribuirà ad avviare la parte britannica della Trix, mentre altri dirigenti ex Bing fondano una nuova società dal nome simile: la Trix Express. Lungo tutta la sua esistenza lavorativa, la Bing usa vari logotipi, stampati o litografati su una piastra, che vengono applicati sulla superficie dei giocattoli. Dal 1882 al 1902 compare una statua che sostiene uno scudo con le lettere GBN (Gebrüder Bing Nürnberg); dal 1902 al 1906 il logo è un rombo che incornicia tre anelli intrecciati, e in ciascuno di essi ci sono le iniziali GBN; dal 1906 al 1912 gli anelli vengono eliminati e, sullo sfondo, appaiono alcune linee radiali; dal 1912 al 1923 si aggiunge, nella parte inferiore del logo, la parola Bavaria, e infine dal 1923 al 1932 si utilizza il marchio BW (Bing Werkel).
Allegati: |

BING.jpg [ 286.57 KiB | Osservato 6431 volte ]
|
|