Ritornato a lavoro, oggi ho la possibilità di mettere un pò di foto. Ho proseguito con il posizionamento della massicciata sul modulo centrale lato finestra:





Questo il risultato dopo la rimozione dello scotch tra facce frontali dei moduli. Assolutamente buono, ma necessita di ulteriore lavoro per nascondere meglio la giunzione guardando da sopra.






Avendo il curvone lato finestra praticamente smontato ne ho approfittato per lavorare le parti estetiche delle strutture del terzo modulo curva e del primo rettilineo sopra al monitor con i due rispettivi piloni di sostegno. Il secondo pilone che poggiava sopra al davanzale della finestra, risultava esteticamente brutto in quanto più largo del davanzale stesso, quindi per renderlo a mio avviso più gradevole ha subito un taglio diagonale di sfinamento verso la base.
A questo punto le superfici che necessitavano sono state bordate con il solito sistema del ferro da stiro, carteggiate, una mano di tura pori una nuova carteggiata con grana più fina e due passate di vernice.

Il primo rettilineo sul monitor in rifinitura per quanto riguarda la verniciatura delle parti. In questo caso siamo alla scartavetrata dopo la passata di tura pori.





Verniciato per bene, sul pilone centrale dei due pezzi smontabili della curva lato finestra, ho rimontato i ferma porta e fatto i collegamenti elettrici.






Di seguito alcune foto del rimontaggio di parte del curvone allo stato definitivo per quanto riguarda l´accostamento con i mobili della stanza.

È ora di dedicarsi un pochino al piano binari dei due moduli fissi lato porta, dove dovrebbe trovare posto in sequenza un magazzino merci sul terzo binario tronco, una piccola stazione sempre sul terzo binario in curva e una rimessa locomotive. Di seguito qualche foto dei lavori eseguiti.
Nelle prime due foto l`inquadratura e dal modulo del ponte verso i moduli fissi lato porta:








Inquadratura dal primo modulo lato porta , verso la finestra:

Dato che ormai avevo preparato abbondanti quantità di colla Vinilica diluita e una discreta quantità di sassolini per massicciata, avendoci preso la mano, mi sono dedicato a finire totalmente la posa della massicciata sul modulo fisso e sul centrale smontabile lato finestra. Lavoro lunghissimo e noiosissimo, ma alla fine credo di aver portato a casa il risultato. Nelle foto si riesce a percepire anche una bella inclinazione delle rotaie.

Modulo fisso:












La giunzione tra il modulo fisso e il primo staccabile centrale della finestra dopo la lavorazione definitiva. Per fare ciò sono quasi arrivato a mettere un sassolino alla volta con le pinzette!!!!








Nella prima foto inquadratura dal modulo fisso verso il monitor e nella seconda viceversa.

Ormai ero lanciato e determinato a finire la posa della massicciata anche sul secondo modulo staccabile lato finestra, il terzo e ultimo del curvone, anche perchè sul lato opposto, il curvone lato porta, non c`erano le idee chiare su come posizionare le varie cose, non ero maturo per poter affrontare il lavoro, meglio rimandare ad altri momenti. Con la posa della massicciata il plastico cominciava a prendere forma e anche se per solo 3/4 di giro, veder salire e scendere qualche locomotiva con qualche carretto, cominciava a darmi soddisfazione.
Un giorno però leggendo sul forum incappo in una discussione il cui titolo mi aveva incuriosito: "Tigri sugli elicoidali".
Inizio a leggere e comincia a gelarmi il sangue, dato che man mano che leggevo le esperienze degli altri mi tornavano in mente i problemi che avevo avuto anche io sul plastico che era a casa di mio padre. Errori e orrori di gioventù, le salite e le discese erano sempre in curva e piuttosto brusche. Il carrello centrale che deragliava quando prendeva la salita e il modello che slittava in prossimità della fine della stessa e inizio delle parte in piano. All´epoca avevo una sola Tigre e risolsi il problema aumentando i giochi del carrello centrale, cioè facendo in modo che l´escursione verticale aumentasse appesantendolo anche.
Quindi prendo una delle mie Tigri Rivarossi e una Acme e le metto su quei 3/4 di giro possibile facendogli trascinare un paio di carri pulisci binari di Roco.
Imboccano la salita e al minimo entrambe salgono tranquillamente con il loro carico in attrito.
arrivate alla sommità della salita l´inevitabile arresto. Modelli che slittano e non scollinano.
Amarezza, avevo lavorato male. Il Frecciarossa 1000 non aveva dato alcun problema, diversi modelli in ottone andavano benissimo, 428, 626, 656,646, Elettrotreni, Ale varie, tutto andava su e giù alla grande. Mi erano scappate le Tigri!!!!
Ero però ancora in tempo perchè i binari sul modulo di fine salita erano bloccati con le sole puntine.
Purtroppo delle fasi successive non ho fatto foto, ma cercherò di fare una descrizione migliore possibile.
Innanzi tutto o lavorato un binario alla volta. Prima quello più esterno. Chiaramente i miei due punti fissi erano l`inizio e la fine del binario sul modulo, che non poteva chiaramente cambiare altezza. Sughero già incollato sulla tavola. Dovevo cercare di aumentare la salita nella parte iniziale del binario per arrivare ad avere poi una curva dolcissima nella parte in uscita tendente all´appiattimento più completo. Prendo foglio A4 seguendo il lato corto comincio a tagliare triscioline della larghezza come le traversine e inizio a ripiegarlo su se stesso fino ad ottenere spessori adeguati. Ne ho fatti tantissimi, di spessori diversi, infilati tra le rotaie e il sughero. Li bloccavo con le solite puntine ben schiacciati. Il peso dei modelli in transito non doveva schiacciare ulteriormente la carta, altrimenti incollata la massicciata avrei rischiato di non ottenere il risultato desiderato. Quindi un milione di prove con il modello in transito, aumentando o diminuendo gli spessori, spostandoli di posizione e ribloccando il tutto di nuovo con le puntine.
Alla fine ho quadrato il cerchio, le Tigri hanno smesso di dare problemi sullo scollinamento. Avevo il binario in posizione perfetta. Nel punto centrale alla tavola sono arrivato ad avere anche 2 mm di spessori. Delle voragini tra le traversine e il sughero, ma i modelli salivano.
Non me la sono sentita comunque di iniziare la posa della massicciata e ho iniziato a bagnare tutti questi spessori di carta di colla vinilica. Seccati ed induriti ultima prova di salita. Ottimo risultato.
A questo punto ho dovuto riempire le voragini con altra carta per non consumare tonnellate di sassolini, bagnare di nuovo il tutto con la colla e una volta asciutta e cominciata la posa dei sassolini, sempre sul solo binario esterno.
Il sistema funzionava quindi ho ripetuto il tutto anche sul binario interno.

Alla fine del lavoro precedentemente descritto, anche per il terzo modulo in curva lato finestra, la massicciata è stata terminata.









La giunzione tra l´ultimo modulo in curva lato finestra e il primo modulo rettilineo sopra al monitor del pc. In questa foto si vedono alcuni degli spessori che mi sono trovato ad inserire anche sotto il binario rettilineo per compensare il problema precedentemente descritto avuto con le Tigri.





Approntamento dei collegamenti elettrici tra il terzo modulo smontabile in curva e il primo fisso in rettilineo sopra al monitor. In questa foto si può anche notare la bella resa della verniciatura.

Dopo tutto questo lavoro di sassolini, mi ero un pò stufato. Dal lato curvone porta, le continue idee mi portavano a rivedere in continuazione il progetto. Non era ancora chiaro come si sarebbe evoluto. Poi la visita del mio grande amico Luca, plasticista e modellista di grande esperienza e valore, che si è trattenuto qualche giorno a casa. Ovviamente ci siamo messi a lavorare di testa. Gli ho spiegato quali erano le mie idee, me ne ha bocciate alcune mentre altre si sono evolute fino ad una fase definitiva.
Si è parlato molto della fase naturalistica, che avevo preso in considerazione molto poco in quanto non molto ferrato in materia. Non sono mai stato bravo nel disegno artistico e con i colori, ho sempre preferito le cose più tecniche. Mi ha mostrato prodotti per alberi, foglie e cespugli. Mi ha dato informazioni sul come fare e come sistemare.
Andato via lui mi ha lasciato una gran voglia di provare, ma in casa non avevo assolutamente nulla, completamente disorganizzato a riguardo avevo solo qualche bustina di erba della Heki. Un pò poco per fare qualche cosa.
Avevo però delle rocce, una "tavoletta" di un materiale a me ancora sconosciuto, ma piuttosto facile da tagliare e lavorare, lo stesso con cui sono fatti anche i muri della Noch già posizionati.
Una tavoletta di Noch 58470 parete rocciosa di granito. Ho pensato quindi di cominciare a dedicarmi alle rocce che avrei dovuto costruire ai margine del mio fiume.
Questo il punto dove sistemarne una:









Dopo aver studiato un pò la mia tavoletta di granito, girata e rigirata ho deciso quale poteva essere il pezzo migliore da utilizzare per creare la roccia in quel punto. Ho iniziato a tagliare con il taglierino adattando i pezzi a ciò che avevo deciso di fare. Per incollare i vari pezzi ho utilizzato la colla vinilica e lo stucco stesso, uno stucco da muro e legno.
Cercando di essere il più preciso possibile, comunque fessure e aggiustamenti vari si dovevano lavorare. Quindi con il mio stucco, ho cercato di ricostruire la roccia seguendo l`andamento dei vari pezzi e cercando comunque di farla sembrare una roccia unica. Lo scotch di carta mi ha aiutato nei serraggi durante l´essiccazione dello stucco.









Nella parte destra la mia roccia si doveva incastrare con il muro di sostegno precedentemente realizzato. Sono stati necessari degli aggiustamenti al muro e successivamente delle stuccature che riempissero gli spazi tra muro e roccia. Sia il muro che la roccia dovevano ancora rimanere delle parti smontabili, per via delle fasi successive di lavorazione quindi è stato necessario fare una mascheratura sul muro per impedire che lo stucco seccando bloccasse la roccia al muro. In questo caso le stuccature sono state fatte come se in parte la roccia fosse stata tagliata per agevolare il posizionamento del muro di sostegno.

Per proseguire, sono stati tagliati altri pezzi, sagomati, incastrati, incollati e stuccati finchè la mia roccia non "è cresciuta".











Potenzialmente un lavoro semplice ora cominciava un lavoro nuovo che non ho mai affrontato. A conoscenza di qualche tecnica, ho cercato di metterle in pratica.
Dapprima una bella passata su tutta la roccia di colore nero.





Poi sempre abbastanza pesantemente, ma senza coprire totalmente il nero, altrimenti sarebbe stato totalmente inutile passarlo, ho verniciato la roccia di un marrone piuttosto scuro.






Poi picchettando con le sole punte, sufficientemente imbevute, di un pennello piuttosto rigido e di adeguate dimensioni, ho dato un marrone più chiaro tendente al giallino. Questa operazione è stata eseguita a più riprese stando attento a non coprire totalmente i colori precedentemente passati e eventualmente ripassando dove invece il colore non si era schiarito sufficientemente. Ovviamente questo tipo di operazione è piuttosto soggettiva con la consapevolezza però di sapere a cosa si vuole arrivare.

Ora la parte più difficile. La verniciatura finale, lo schiarimento delle rocce fino ad arrivare più o meno al colore dei sassolini veri utilizzati per il mio fiume, un beige.
Utilizzando la tecnica sopra descritta, che è come quella del pennello asciutto, ma che differisce nel movimento di esecuzione, per lo schiarimento ho utilizzato di nuovo il marrone chiaro tendente al giallino, ma mischiandolo tutte le volte con punte di bianco. Questo mi ha dato possibilità di avere una vastità di colorazioni similari, ma mai uguali.
A questo punto sempre a mio gusto e cercando di rappresentare la realtà ho iniziato a verniciare la mia roccia, anche a più riprese, sempre stando attendo a non inondare il tutto.
Di seguito una foto della mia roccia parzialmente verniciata. Il fazzolettino sporco di vernice testimonia quanto il pennello fosse " asciutto ".





Alla fine ho dato dei colpi di bianco puro su quelle parti che "come consigliato", dovevano prendere luce e il risultato finale è stato il seguente.

Ciao Stefano ,
gran bel lavoro davvero ….. a proposito , sto succhiando sacchetti di mentine , ... di quelle forti

ciao Giancarlo

Giancarlo, intanto grazie, meno male che qualcuno dice qualche cosa!!!!
Per proseguire, una foto dei colori utilizzati e dei pastrocchi fatti nei tappi, per fare la pittura finale della roccia.





Visto il risultato, ho iniziato a fare la roccia anche sul lato opposto del ponte. Sempre dopo aver studiato gli avanzi della mia tavoletta di roccia Nuch, ho iniziato modificando il taglio del muro di sostegno.






La roccia definitiva ottenuta con la stessa tecnica utilizzata precedentemente, già incollata e stuccata.








Senza mettere le foto delle vari fasi di verniciatura che tendenzialmente sono uguali a quelle utilizzate per realizzare la roccia precedente, ecco la roccia definitiva.

Alla fine queste sono alcune viste.

E meno male che non avevi mai praticato...sono molto realistiche come tonalità considerando che manca ancora pa vegetazione....un ottimo lavoro...

Buongiorno a tutti, oggi vorrei sottoporvi il mio dilemma. Dunque la produzione di rocce si è più o meno arrestata per mancanza di materia prima, in attesa di riassortimento. Realizzate le rocce alla destra del ponte ho fatto questa foto:




Guardo la foto e mi sono chiesto: ma le rocce solo dove sta il fiume? Non so se riesco a spiegarmi in maniera corretta. In natura non esiste una logica, ma possibile un agglomerato di rocce solo nel punto del fiume? Si, bhè, si potrebbe considerare che le altre rocce erano più piccole e che il muro di sostegno sia stato fatto davanti!! Però....... non sono molto convinto, quindi ho preparato un paio di rocce con gli avanzi di lavorazione, di spessore massimo di 8mm circa. Sarebbero da applicare davanti al muro, in posizioni imprecisate.
Quindi vi chiedo: ce le metto o no? Forse potrebbero essere di più?





Grazie a chi vorrà rispondermi!

Io ne metterei solo alla base del primo muraglione ma nemmeno tanti, lo spezzone che spunta a fianco del binario nella parte di sopra mi sembra fuori posto
all'epoca della costruzione si usava da tempo la dinamite per far saltare eventuali avanzi di pareti rocciose

alb