Elettrotecnicamente parlando, i nostri motorini a magneti permanenti collegati in serie: meglio lasciare perdere. In ogni caso se dimezzi la tensione di alimentazione si riducono: la corrente, la copia in modo esponenziale, e la velocità in modo quasi lineare. Quei motori così piccoli per girare devono avere un'alta velocità, di fatto difficilmente compatibile con le nostre esigenze, bisogna mettere i due motori in parallelo, quindi alimentarli in PWM, almeno la copia è sempre la massima. Conviene gestire il modello in DCC disabilitando il controllo del motore, in analogico i decoder non usano il PWM.
Conviene utilizzare motori più lenti, sempre a trovarli di quelle dimensioni.
Infine, se quei motori fossero più grandi e con trasmissione non a vite senza fine, in parallelo adeguano la loro velocità a quella del veicolo, cioè: uno accelera e l'altro rallenta, senza nessuna conseguenza, è un comportamento naturale.
Il prolema principale sono i magneti di eccitazione.
Per mettere i motori in serie, dovrebbero essere come al vero: con l'eccitazione in serie e non separata. Sulle macchine elettroniche il discorso è diverso e l'eccitazione, seppur indipendente, ha una sua regolazione: la tensione di eccitazione è in funzione della corrente di armatura tenuto conto della velocità che si vuole ottenere.
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