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 Oggetto del messaggio: Una Ne 700 di origine inglese in H0.
MessaggioInviato: giovedì 23 maggio 2024, 21:12 
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Avevo deciso poco tempo fa di non imbarcarmi più in costruzioni di modelli ferroviari partendo dal nulla, come ho sempre fatto in passato, per dedicarmi alla costruzione di un impianto ferroviario allo scopo di far circolare finalmente i miei modelli in autonomia. Un plastico, si sa, richiede molte risorse in termini di finanze, di spazio e di tempo, e adesso posso permettermi lo spazio (piccolo a dir il vero), il tempo e poche risorse finanziarie, ma quanto basta per metter su un plastichetto sufficiente per soddisfare le mie esigenze e per lasciare ai miei nipoti qualcosa su cui meditare e/o divertirsi. Posso mettere a frutto le mie esperienze di autocostruttore per cui la finanze basteranno, ma qui mi sono fermato, poiché il pallino ed il desiderio di possedere un altro modello non prodotto dalle ditte note mi ha riportato sul binario (!) del costruttore di rotabili.
Tra tutti i candidati il prescelto è stato proprio quello che mi fa rivisitare la storia della II Guerra Mondiale, allorché gli Inglesi, come gli Americani, lasciarono sul nostro suolo patrio alcune vestigia della loro partecipazione alla liberazione dal conflitto: il prototipo della Ne 700.
Questo modello è stato oggetto dei miei desideri da anni e finalmente, dietro anche l’incoraggiamento di amici sostenitori di questo prototipo, mi sono messo all’opera, progettando la costruzione sulla base di un semplice adattamento al telaio motore di un modello tedesco già esistente, quello di una locomotiva elettrica tedesca con trasmissione a bielle risalente all’epoca quasi contemporanea del nostro modello. Si tratta della Ellok BR 91 (o 191) DB ROCO, art. 04139 secondo la vecchia marcatura decisa dalla casa costruttrice. Avevo acquistato questa locomotiva al solo scopo di riprodurre la mia Ne 700, visto che il rodiggio è simile a quello della nostra locomotiva di manovra. Infatti il passo complessivo del modello tedesco è identico a quello della locomotiva in oggetto e l’unica differenza sta nella distanza tra l’asse cieco ed il secondo asse, la cui posizione reale è leggermente più accostata all’asse cieco nel prototipo inglese rispetto al prototipo tedesco. Accettato questo lieve compromesso, ho proceduto alla progettazione e ai rilievi del caso.


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 Oggetto del messaggio: Re: Una Ne 700 di origine inglese in H0.
MessaggioInviato: giovedì 23 maggio 2024, 21:20 
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Il primo step è stato quello di smontare integralmente il modello tedesco che, come si sa, è composto di due semitelai perfettamente speculari, per cui è possibile ottenere due esemplari del nostro Ne 700, adattando i due treni di assi con bielle a due diverse scocche e telai inglesi. Dopo aver separato gli elementi necessari alla riproduzione del tipo italiano, ho riposto le scocche tedesche insieme ai componenti interni (zavorra, PCB, ecc) in apposito deposito refusi, che bisogna sempre tenere da parte. Avendo disponibile già il telaio con motorizzazione non rimaneva che preparare l’alloggiamento sotto ad un nuovo ripiano che ho riprodotto in plasticard seguendo i disegni presenti nelle riviste del settore o ricavati da Internet. Il piano di calpestio serve fin dall’inizio per poter adattare subito la scocca che andrà a configurarsi, seguendo le misure del piano.


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 Oggetto del messaggio: Re: Una Ne 700 di origine inglese in H0.
MessaggioInviato: giovedì 23 maggio 2024, 21:29 
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Claudio, attento perchè i contrappesi dell'albero del motore sono completamenti differenti uno dall'altro e quello più grosso che accoglie il collettore del motore è raggiato.
Ennio


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 Oggetto del messaggio: Re: Una Ne 700 di origine inglese in H0.
MessaggioInviato: giovedì 23 maggio 2024, 22:36 
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Ciao Ennio. Grazie per il supporto, ma aspetta e vedrai.


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 Oggetto del messaggio: Re: Una Ne 700 di origine inglese in H0.
MessaggioInviato: venerdì 24 maggio 2024, 8:45 
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Ho iniziato a dare forma alla scocca ritagliando spezzoni di plasticard da 1,00 mm di spessore seguendo le misure del trittico e creando delle dime trasverse con le curvature dettate dal disegno frontale. Come da mia abitudine ho incollato insieme tutte le parti ritagliate e ho dato forma ad una bozza di scocca, così come è stato per la cabina di manovra. Devo dire anche che ero in possesso di una locomotiva da manovra in kit della KITMASTER riguardante una tipologia simile a quella che sto per realizzare, ma più vicina a modello prodotto dalla LIMA, perciò inadatta ad essere sfruttata in qualche modo per il nostro modello. Ad ogni modo ho ritenuto utile confrontare questo kit con il modello della Ne 700 per verificare la disposizione dei particolari della cassa. Niente da fare, tutto diverso, tranne il tetto della cabina. Allora ho proceduto nella riproduzione integrale del modello, senza tenere da conto niente di ciò che avevo intorno.


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Commento file: Da questa immagine si intravvede la modifica apportata al volano dell'asse cieco, dove sono state riportate le razze, senza però eliminare il fondo, per non indebolire la struttura.
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 Oggetto del messaggio: Re: Una Ne 700 di origine inglese in H0.
MessaggioInviato: venerdì 24 maggio 2024, 14:18 
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Sulla base dei disegni ho riprodotto la cabina con plasticard da 1,0 mm di spessore, seguendo i contorni dei disegni in scala, utilizzando il tetto come curvatura ideale e incollandolo alle pareti a completamento del tutto. Naturalmente ho cancellato tutti i particolari delle chiodature, che non corrispondevano a quello attuale, ed infine ho rifinito con degli spezzoni di plasticard da 0,30 mm di spessore arricchiti di chiodature e incollati a copertura delle precedenti pareti. Inoltre, visto che il tetto della KITMASTER è troppo abbondante, dopo l’incollaggio ho limato tutto l’eccedente, compreso le chiodature. Le chiodature sono state ottenute tramite punzonatura, con l’aiuto di una griglia fissata su un pezzo di legno levigato e un chiodino a punta molto sottile. L’effetto è piuttosto grossolano, ma non potevo fare di meglio con il materiale disponibile lavorato esclusivamente a mano.
Oltre la cabina, la curvatura della cassa (superiore) è stata costruita come faccio di solito con dei listelli posizionati in orizzontale, seguendo il contorno della sagoma in prospettiva, e poi con l’aiuto dello stucco è stato raggiunto il profilo desiderato. A questo poi sono stati aggiunti i particolari che sono presenti sul prototipo, in ordine: gli sportelli laterali con relative cerniere lunghe, gli aereatori a griglia in numero di sei, tre per lato, un sopralzo lato cabina che avvolge la cassa da un’estremità all’altra, avendo come limite i due bauli alti, un altro sopralzo con modanature a circa ¾ della cassa, su cui svetta un portellone lungo come l’intero sopralzo, la marmitta con canna di scarico alto, l’enorme radiatore anteriore, che proviene da un refuso di una carrozzeria LIMA di D 236 ex V 36 tedesca, le scalette sulle due fiancate anteriori. Ad una estremità ho chiuso la cassa con uno spezzone di plasticard da 1,00 mm che segue i contorni del profilo e su cui ho applicato il radiatore. Dall’altra parte la cassa è chiusa allo stesso modo da una parete in plastica con le stesse misure, pareti che sono servite anche da dima per predisporre gli assi (o perline) orizzontali della scocca grezza. La cabina è stata incollata in un secondo momento, avendo fatto le dovute correzioni perché si potesse incollare perfettamente al cassone appena completato. Fino a questo momento la cabina è stata solo accostata per verificarne le misure e adattabilità.


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 Oggetto del messaggio: Re: Una Ne 700 di origine inglese in H0.
MessaggioInviato: sabato 25 maggio 2024, 9:20 
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Subito dopo ho proceduto a preparare i contenitori laterali che hanno caratteristiche diverse dai modelli esaminati all’inizio, per cui è stato necessario progettarli di sana pianta. Stavolta ho usato dei pezzi di resina che ho sagomato secondo le forme imposte e a cui ho aggiunto i particolari come griglie e cerniere. Infine, dopo aver verificato che le misure fossero adeguate al modello, le ho incollate nelle relative posizioni. Le modanature sul tetto sono dei semplici spezzoni di filo d'ottone tagliati su misura e incollati secondo le immagini del reale. Mi preme precisare anche che le foto a corredo non rappresentano il modello in configurazione definitiva, in quanto io apporto continue modifiche durante la lavorazione, a seconda delle mie sensazioni e percezioni visive, come per esempio le chiodature della cabina che a volte non appaiono realistiche. Per questo motivo elimino o aggiungo particolari più rispettose possibili dell'immagine reale. Le foto comunque fatte in quel momento le memorizzo per come si presentano e dopo mi accorgo di certi difetti.


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 Oggetto del messaggio: Re: Una Ne 700 di origine inglese in H0.
MessaggioInviato: sabato 25 maggio 2024, 22:39 
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Grande lavoro Claudio! Valuta l'uso dei rivetti su decal, dovrebbero ulteriormente migliorare l'insieme!


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 Oggetto del messaggio: Re: Una Ne 700 di origine inglese in H0.
MessaggioInviato: domenica 26 maggio 2024, 11:54 
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Buongiorno Luca. Grazie per la dritta. C'è anche questa possibilità? Non lo sapevo. Chi produce queste decals?
Grazie ancora.
Intanto proseguo con altri step.

Non mi rimaneva altro che preparare quella specie di valvola che nella realtà si trova a mezza altezza sul frontale posteriore del mezzo e che riporta un disegno a stella nel suo interno, incorniciato da un cerchio. Mi sono servito di un anello di tubicino di plastica da 3,00 mm Ø in cui ho immerso un altro spezzone di tondino più piccolo, in modo di colmare lo spazio interno e inserirvi al centro un segmento di filo di ottone da 0,6 mm. Nella realtà dal centro si dipartono sei mini-segmenti che si fermano alla circonferenza della valvola. I segmentini sono stati riprodotti con del filo di plastica in prima battuta e poi con del filo d'ottone da 0,4 mm Ø. Un avolta piazzati al loro posto questi vengono tranciati ulteiormente al limite della circonferenza. Questa poi è stata completata con un sottile anello di ottone a far da cornice (proveniente da una sezione di antenna d’automobile ritagliata alla bisogna). L’effetto sembra positivo. A coronamento del particolare ho riprodotto infine il tubo di connessione che si evidenzia in modo molto pronunciato a partire dalla sommità della valvola e che, con una piegatura ad U, scende in verticale sul traversone porta-respingenti. Il tubo in questione è stato ottenuto con del filo d’ottone da 1,00 mm Ø, sagomato con curva e contro-curva per replicare la forma del reale.
Terminata la cabina con le forature relative alle aperture dei finestrini, non rimaneva che incollarla al resto della cassa, così da rendere la scocca completa.


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 Oggetto del messaggio: Re: Una Ne 700 di origine inglese in H0.
MessaggioInviato: domenica 26 maggio 2024, 17:34 
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claudio50 ha scritto:
Buongiorno Luca. Grazie per la dritta. C'è anche questa possibilità? Non lo sapevo. Chi produce queste decals?
Grazie ancora....


Ciao Claudio, io ho usato le decals di Archer e le Micro-Mark. Trovo migliori le prime, anche se la produzione è discontinua. Ne vendono in fogli A4 di tutte le dimensioni e spaziature per la scala H0. In entrambi i casi, si tratta di decals con riportate le teste dei rivetti in resina. Una volta dato il fondo e la vernice restano visibili solo i rivetti con un bell'effetto.


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 Oggetto del messaggio: Re: Una Ne 700 di origine inglese in H0.
MessaggioInviato: domenica 26 maggio 2024, 19:01 
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Grazie Luca. Ottimo, proverò a farne uso. Sono ancora in tempo visto che quelli presenti sul modello si possono tranquillamente cartegiare, eliminandoli.
:idea: :wink:


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 Oggetto del messaggio: Re: Una Ne 700 di origine inglese in H0.
MessaggioInviato: lunedì 27 maggio 2024, 8:49 
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Sono tornato quindi al telaio che deve essere adattato al treno di ruote già pronte nell’alloggiamento ROCO, con il castello di ingranaggi già “confezionati” e con in cima la vite senza fine, portante l’asse di trasmissione ed il cardano di collegamento. Il piano del telaio, elemento portante di tutto il carro motore, è realizzato con un rettangolo di plasticard da 1,5 mm di spessore che, da solo, non riuscirebbe a sostenere il peso della scocca e della zavorra che dovrà contenere, per questo motivo ho applicato con la colla specifica degli assi di plasticard da 4,00 mm di larghezza e da 2,00 mm di spessore per la lunghezza del telaio base sulla parte superiore, in modo che questi assi servano ad irrobustire il pianale (per evitare piegature sotto sforzo) e a produrre una guida ad incastro interno per le scocca che vi si andrà a posizionare. In realtà questi longheroni, perché di questo si tratta, sono lunghi fino a toccare la base della cabina che invece ha soltanto una traversa limite interna, allo scopo di bloccare in posizione tutta la scocca una volta che sarà terminata. Il lavoro più impegnativo è stato quello di adattare il carro Roco a questo telaio e per questo ho praticato una apertura rettangolare quasi al centro dello stesso per accogliere il castello con il perno di trasmissione agli ingranaggi inferiori. Anche così però il telaio risultava essere troppo alto rispetto al treno di ruote e i traversoni porta-respingenti troppo alti rispetto ad altri mezzi accostati. Allora ho dovuto rastremare per 1,00 mm, o forse più la parte superiore del carro Roco, in modo da deporlo un po' più in basso sulle ruote. Questa operazione mi ha dato soddisfazione e quindi ho continuato l’opera di adattamento, tagliando via i due perni del castello che in origine servivano a trattenere nella sua sede originale tutta la motorizzazione. In altri termini del vecchio castello sono rimasti solo i monconi dei bracci di supporto e la metà dell’asse di trasmissione agli ingranaggi, a cui ho tra l’altro estratto il cardano. Dato che lo spazio che mi rimane a disposizione nella nuova scocca è limitato devo per forza restringere gli elementi all’interno. Nello spazio che mi rimane dovrò sistemare la zavorra, composta da pezzi di stagno-piombo sagomati.
Quando ho ritenuto sufficiente l’altezza del piano-telaio sulle ruote e sul binario, ho aggiunto le traverse porta-respingenti, recuperati dal kit della Kitmaster, ma ridotti di dimensioni dato che i kit in questione adottano la scala inglese molto abbondante. Naturalmente anche i fori per i respingenti sono stati rifatti per adeguarli alla distanza in H0. Il vantaggio è che essi presentano già una serie di bullonature che mi evitano lavoro superfluo.


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MessaggioInviato: martedì 28 maggio 2024, 11:56 
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Tornando al treno di ruote Roco ho praticato delle modifiche all’asse cieco, visto che, a differenza da quello tedesco, questo presenta un volano circolare con delle razze, sul lato sinistro del mezzo, che ruota dentro ad un telaio a sagoma trapezioidale. Ho aggiunto quindi una serie di razze posticce in plasticard sottilissima, previo smontaggio della biella (pezzo unico) reso facile dal fatto che questa è applicata alle ruote con semplice perno di plastica ad incastro. Fatto ciò sono passato al lato destro dell’asse cieco che, invece, si presenta come un volano a “triangolo”, molto diffuso tra i nostri mezzi di manovra. Stranezza inglese, si potrebbe dire, ma tant’è. Per ottenere questo particolare non ho fatto altro che applicare sul volano rotondo una sezione di volano in zinco, ritagliato da una lastrina foto-incisa dei miei rottami preservati, che ha la forma approssimativa di un triangolo e l’ho incollato al centro, curando che il foro del perno di manovella coincidesse perfettamente con quello del volano originale. Dopo questa operazione ho eliminato del tutto i contorni rotondi del volano originale e mi è rimasta la forma che era necessaria. La funzionalità è stata preservata e l’occhio accontentato.
In precedenza avevo però eliminato anche la struttura di supporto in plastica nera, lasciando in sede il piano superiore che, incollato alle pareti del carro, mi fa da appoggio anche al piano di calpestio. Il carro così approntato può ricevere finalmente il pianale-telaio-piano di calpestio. Questo viene calato dall’alto con molti interventi di aggiustaggio, in modo che l’incastro sia perfettamente livellato e le traverse porta-respingenti siano perfettamente in linea con gli altri mezzi posti a confronto. In sintesi, il lavoro svolto in precedenza di rastrematura della superficie superiore del carro deve aver soddisfatto le esigenze di altezza sul piano di rotolamento.


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Commento file: In questa foto non si evidenzia l'ultima aggiunta del contrappeso definitivo che si può notare invece in alcune foto precedenti.
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MessaggioInviato: mercoledì 29 maggio 2024, 11:43 
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A questo punto iniziano le prove di collocazione della scocca sul telaio e nel mio caso tutto è andato a posto, vista la disposizione dei longheroni superiori disposti in fase di progettazione. La scocca, essendo più lunga del telaio, sporge anteriormente per circa 3, 00 mm come nella realtà, per cui ho dovuto aggiungere due cubetti di plastica sul traversone anteriore, in modo che i respingenti possano svettare oltre il profilo orizzontale del mezzo (tale e quale nel reale).
Fatto ciò ho iniziato a collocare il motore ROCO, proveniente dalla scala N il cui diametro si inserisce perfettamente nel vano del cassone e la cui breve lunghezza mi consente di alloggiare anche della zavorra nello spazio rimanente, oltre che nella cabina, che è totalmente libera. Visto che il motore scelto è fornito di un rotore a due perni dì estremità ho deciso di inserire un volano casereccio (in stagno-piombo) che mi assicura una marcia lineare. L’asse di trasmissione originale che porta il cardano risulta troppo lungo per poter manovrare agevolmente all’interno della scocca e così ho estratto il cardano dalla sua sede e ho mozzato di ben 3,00 mm l’asse. Accostando il motore ROCO ho curato che ci fosse complanarità tra i due mozzi, poiché non sarà più necessario usare il cardano visto che il motore è solidale con tutto il carro. La trasmissione del moto è assicurato da un giunto di plastica incastrato fortemente all’asse Roco, mentre dal lato del motore, il cui perno-rotore è più sottile del precedente, è stato fornito di tubicino di rame dello stesso diametro esterno del perno Roco, ma di diametro interno uguale a quello del rotore. La giuntura avviene ad incastro e pressione e l’attrito interno è garantito, ma ciò non toglie che si possa incollare al rotore. Ciò permette di intervenire in caso di smontaggio per verifiche o riparazioni.
All’altro pignone del rotore ho montato un volano che ho prodotto in officina ritagliando un disco di stagno-piombo (derivato da precedenti colate in fusione in forme di ghisa, in uno spessore di circa 4,00 mm). Colare il piombo fuso in casa si può, basta procurarsi una scatoletta vuota di carne o di tonno e mettere a fonderci dentro dei pezzi di piombo, curando di farlo all’esterno e su superfici termo-refrattarie. Se si ha anche un contenitore che possa limitare l’espansione del piombo fuso, si potrà anche determinare lo spessore che si vuole ottenere. Per farla breve ho ritagliato questo dischetto di stagno-piombo in cui ho praticato il foro centrale da 3,00 mm e vi ho inserito una vite di pari diametro con bullone, che infine ho inserito nel mandrino del trapano da banco, cominciando un lento lavoro di limatura con raspa mentre il trapanino è in funzione a basso regime di giri. Il risultato si può rilevare dalle foto a corredo.


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MessaggioInviato: giovedì 30 maggio 2024, 8:01 
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Il motore è fissato poi con una fascetta di plastica che lo avvolge e lo blocca tramite delle sottili viti inserite negli appositi fori di cui esso stesso è fornito. La fascetta è una striscia di plasticard di 0,50 mm di spessore e 5,00 mm di larghezza fissata da un lato con della colla e dall’altro con una vitina. E’ chiaro che io mi ritrovo questi accessori perché raccolgo e metto da parte materiali e minuterie di ogni genere (specialmente le vituzze), provenienti da apparecchiature che generalmente vengono smaltite con i rifiuti. Un modellista dovrebbe avere sempre un “data base” di refusi a portata di mano, che si va formando nel corso degli anni di pratica e passione.


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