A mente fredda smorzerei un po' gli entusiasmi iniziali, specialmente se andiamo a rivedere le produzioni del passato, che nel seguito mi accingo a ricordare:
Negli anni '80 l'unico modello in ridotto italiano era il convoglio della Parenzana di Liliput, che ebbe un discreto successo e unico caso di ridotto italiano (diciamo italianizzato) prodotto commercialmente.
Nel 1989-90 la Elfer produsse l'elettromotrice e rimorchiata della Domodossola Locarno, di non eccelsa fattura e ovviamente cara, a cui fece seguito la due assi del Renon.
Poi si lanciò nel ridotto la CLM, presentando tutta la serie dei tram di Genova e tutti i rotabili della FGC: di questo ambizioso progetto, visto il limitato interesse, solo il tram 600 venne prodotto e solo il locomotore D1 (elaborazione su base Bemo) e una coppia di carrozze della FGC, in serie limitatissima a prezzi... da artigiano.
A Napoli l'artigiano Bowinkel produsse l'elettromotrice della Vesuviana, penso in numero ultra limitato (l'ho vista solo in foto).
Dalle ceneri della Elfer nacque nel 1994 circa la Bayard che presentò diversi modelli della Sardegna e di altre concesse (San Marino, Dolomiti, Alto Pistoiese), ripresi poi dal marchio Fa.Sa, anch'essi introvabili e con i soliti prezzi...
Poi anche Sardegna Express realizzò i modelli della Sardegna (ricordo la splendida 400 e la Bauchiero), contemporaneamente a Piranese che presentò materiale delle Dolomiti e della Trento Malè (oops... Marilleva

).
Al quadro delle concesse si è aggiunto il materiale FS siciliano, realizzato da Tecnotren (R.301 e 302) e G&G Rail (RD.142, RAln.60 e carri).
Non pretendo che il mio elenco sia completo, sicuramente ho dimenticato qualche rotabile.
In sintesi queste produzioni rappresentano effettivamente l'interesse esistente sul ridotto, ossia limitato a qualche sparuto appassionato più vicino al collezionista che al plasticista, snaturando il concetto iniziale dello scartamento ridotto modellistico, ovvero quello di avere rotabili in scala H0, ma che come ingombri e caratteristiche d'armamento sono più vicini alla scala N e con maggiori possibilità di esercizio rispetto all'ordinario.
D'altronde la pubblicità della Bemo che appariva sulla concorrenza una ventina di anni fa decantava proprio queste caratteristiche, che sono il cavallo di battaglia dello scartamento ridotto.
A gia, dimenticavo: la Bemo, a fine anni '90 o giù di lì, aveva annunciato le elettromotrici articolate della Domodossola, poi sondato il mercato ha preferito lasciar perdere...
Il mio desiderio attuale, per invogliare ad avvicinarsi al ridotto, è quello che vengano messi in produzione non dei capolavori di alta orologeria, dai prezzi... adeguati, ma qualcosa di più economico, anche meno dettagliato, una sorta di Hobby Line della Piko, o meglio ancora dei kit da adattare a motorizzazioni di tipo commerciale in H0m o TT per il 12 mm e in H0e o N per il 9 mm.
Un valido modello, riprendendo un articolo di Federici, potrebbe essere l'automotrice "unificata" derivata dalle Aln 663, in dotazione alle FAL, alle FC, alle FdS: sarebbe sufficiente metter in vendita un kit sullo stile dei TTMkit, da montare su un telaio a scelta del modellista (in 12 mm o in 9 mm) e il gioco è fatto.
Verniciatura e abbellimenti a piacere del modellista, con possibilità di realizzare le livree delle linee di cui sopra oppure freelance, eventuali rimorchiate (tre automotrici posso essere già rappresentare un discreto parco per una secondaria).
Mi sono dilungato troppo, concludo augurando buona fortuna a questa nuova ditta, sperando che quanto fatto negli anni precedenti possa servirle da aiuto.
Buon scartamento ridotto a tutti!