| - State scherzando, vero, Eccellenza?  Rubare un locomotore!  Deh, questa si che è buona!  Bella battuta, Duce: non ho mai riso tanto!
 PAM !  Pella terza volta il manganello cantò … il n. 28 questa volta, quello da viaggio col manico pieghevole ed il fodero di seta.
 
 - Se solo potessimo comprar il macchinista … tentare, Pavanati, non costa nulla … dunque, osiamo!  Ehi, buon uomo, volete guadagnarvi qualche dollaruzzo?
 
 Il macchinista annuì.
 
 - La conoscete bene, codesta strada ferrata?
 
 Ed il macchinista, nuovamente, annuì.
 
 - Potreste prendere verso un porto: quello d’Atlantic City, per esempio?
 
 Altro cenno d’assenso.
 
 - Molto bene – tenete allora questo bel bigliettone verde e menateci laggiù senz'altro indugio!  (Pavanati, c’è sempre un vapore Italiano in quel porto: basta trovare una grue potente, ad il giuoco è fatto!  Osare è volere, volere è potere, potere è conquistare!  Vincere!  A noi!)
 
 - A noi, Duce!  TOC !
 
 Il viaggio proseguì senz’intoppi, in un silenzio carico di passione.  O quasi.
 
 - Udite anche voi come un canto sommesso, Eccellenza?
 
 Ed infatti, non del tutto sommerso dal ronzio de’ motori e dallo sferragliare sulle rotaje, udìvasi una sorta di motivo sussurrato:
 
 Compagni, avanti, il gran Partito
 noi siamo dei lavorator!
 Rosso un fior in petto c'è fiorito,
 una fede ci è nata in cor…
 
 - Boja d’un mond leder!  Ma da dove arriva ‘sta robaccia: sarai mica tu, Pavanati?  O voi, macchinista?
 
 Scosse la testa il suddetto in segno di diniego.
 
 - Non si può certo dir che sia loquace, il conduttore … con quella berretta calata sulla fronte e quegli occhialoni, poi, non se ne vede neppure la ghirba … comunque sia, non mi par certo tipo da indugiare in canzoni … Basta, sarà stato uno scherzo dell’immaginazione.
 
 (continua)
 
 
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