Oggi è martedì 21 ottobre 2025, 22:09

Tutti gli orari sono UTC + 1 ora [ ora legale ]




Apri un nuovo argomento Rispondi all’argomento  [ 150 messaggi ]  Vai alla pagina Precedente  1, 2, 3, 4, 5, 6, 7 ... 10  Prossimo
Autore Messaggio
 Oggetto del messaggio:
MessaggioInviato: venerdì 1 agosto 2008, 7:24 
Non connesso

Iscritto il: mercoledì 16 maggio 2007, 16:25
Messaggi: 1703
Località: Giarre-Riposto sulla CT-ME
CORTIANTONIO-UTENTEACIDO ha scritto:
ebbravo Michele!
quasi da "supercazzolarasaconscappelamentoelicotorsoretrodiscale a destra" :shock: :shock:
Marcello


Top
 Profilo  
 
 Oggetto del messaggio:
MessaggioInviato: sabato 2 agosto 2008, 11:52 
Non connesso

Iscritto il: giovedì 9 marzo 2006, 12:22
Messaggi: 225
Località: Lecce
Tito ha scritto:
Girano anche storie che hanno per protagonista l'utilizzo di un filo di ferro che faccia da ponte tra pantografo (tenuto basso) e linea aerea... il filo di ferro riesce a reggere la bassa tensione utile a caricare il compressore (24 V se non vado errato).
Una volta carico il compressore, siccome la detta pratica è illegale, si avvia il locomotore alimentando i motori di trazione; in questo modo il filo di ferro si trova a dover sostenere delle correnti troppo elevate (3000 V o più e almeno 400A, correggetemi se sbaglio), ovviamente la sezione è troppo piccola e il filo si scalda fino a fondere.


Ci sono diversi errori:
1) Non sono i compressori a scaricarsi, ma i serbatoi di aria compressa. Quando non c'è aria nei serbatoi si attivano i compressori che li ricaricano.

2) La differenza di potenziale (volgarmente della tensione) tra linea aerea e binario è sempre 3000V, sia che con essa si alimentino i compressori o i motori. Quindi non ha senso parlare di 24V. In alcuni casi i servizi ausiliari sono alimentati a 24V, ottenuti da un circuito con batterie e caricabatterie, statico o elettromeccanico. Per quanto ricordo su molte macchine antiche i compressori erano alimentati direttamente a 3000V.

3) Quella che cambia è la corrente assorbita: un compressore assorbe poca corrente e un filo di ferro è sufficiente a condurla, i motori di trazione ne assorbono di più e il filo di ferro si surriscalda e fonde.

Suggerisco di aprire un vecchio libro di osservazioni scientifiche della scuola media inferiore e studiare il capitolo della legge di ohm.


Top
 Profilo  
 
 Oggetto del messaggio:
MessaggioInviato: sabato 2 agosto 2008, 12:14 
Non connesso

Iscritto il: mercoledì 11 gennaio 2006, 21:48
Messaggi: 870
Località: Regno di Trevi (PG)
La tensione in linea non è sempre 3000V costanti.
Sulle linee di valico (da me ce ne sono due) si può arrivare anche a 3500V mentre nei punti più lontani dalle sottostazioni si scende ben al di sotto del valore nominale di linea (su un tratto della foligno Terontola non si va oltre i 2700V).

Nel punto tre hai detto le stesse cose che ho detto (magari meglio di me) ma sostanzialmente il discorso è quello: finchè serve poca corrente (non tensione) il filo di ferro regge, quando si avviano i motori il passagio di corrente diventa troppo elevato ed il filo fonde.

Ammesso che il circuito dei servizi ausiliari a 24V è alimentato tramite batterie, se le batterie sono scariche e il circuiti pneumatici sono vuoti (serbatoi e compressori compresi) come lo alzi il pantografo??? Il discorso fatto da me era da intendersi per i casi estremi come questo; è logico che se ho un serbatoio carico che mi permette di alzare il pantografo non vado certo sull'imeriale della macchina ad alzarlo a mano o faccio giochetti strani... di regolamento andrebbe aggianciata una macchina carica)

ciaociao
:shock: :shock: :shock:

PS: comunque c'hai ragione... i miei rudimenti in materia hanno preso un po' di umido e stanno faceno ruggine.
PPS: la legge di Hom alle medie non la insegnavano (almeno ai miei tempi); forse qualcosa di fisica ma nulla a che fare con i calcoli delle relazioni fra resistenza, tensione e corrente


Top
 Profilo  
 
 Oggetto del messaggio:
MessaggioInviato: domenica 3 agosto 2008, 16:31 
Non connesso

Nome: Fabrizio Baroni
Iscritto il: mercoledì 25 gennaio 2006, 13:46
Messaggi: 714
Località: Pianeta Venere - Firenze Nova
c'è un dubbio che mi rimane su queste cose: come si chiude il circuito tra la centrale elttrica (poniamo che sia una per semplicità) e i treni che assorbono la corrente? il binario con tutto quello a cui è collegato è una massa da cui si assorbono (o si gettano) elettroni come in un mare grandissimo. ma dalla parte della centrale da dove viene ripresa (o rigettata) la stessa quantità di elettroni? il famoso mito del ritorno attraverso le rotaie intese come circuito penso che sia solo un mito che non regge, come quello che le ruote sono coniche per compensare la diversa percorrenza nelle curve.... mah, vediamo un pò le risposte.
saluti
fb


Top
 Profilo  
 
 Oggetto del messaggio:
MessaggioInviato: domenica 3 agosto 2008, 17:08 
Non connesso

Iscritto il: lunedì 2 aprile 2007, 9:26
Messaggi: 457
Località: TRINO VERCELLESE (dalle parti di Alexgaia)
Cita:
l famoso mito del ritorno attraverso le rotaie intese come circuito penso che sia solo un mito che non regge

Come non regge?
Il filo di alimentazione è il positivo,
la loco passando fa chiudere il circuito tra filo (+) e rotaia (-)
un pò come farebbe l'interruttore della luce, chiudendo il
circuito e alimentando la lampadina!


Top
 Profilo  
 
 Oggetto del messaggio:
MessaggioInviato: domenica 3 agosto 2008, 18:38 
Non connesso

Iscritto il: mercoledì 11 gennaio 2006, 21:48
Messaggi: 870
Località: Regno di Trevi (PG)
Apro un piccolo OT:

baroni ha scritto:
... sia solo un mito che non regge, come quello che le ruote sono coniche per compensare la diversa percorrenza nelle curve....
saluti
fb


Che intendi dire???

ciaociao
:shock: :shock: :shock:


Top
 Profilo  
 
 Oggetto del messaggio:
MessaggioInviato: domenica 3 agosto 2008, 19:57 
Non connesso

Nome: Fabrizio Baroni
Iscritto il: mercoledì 25 gennaio 2006, 13:46
Messaggi: 714
Località: Pianeta Venere - Firenze Nova
nel senso che gli elettroni che fluiscono attraverso le locomotive si disperdono nella massa a potenziale zero costituita dal complesso delle rotaie con tutto il resto di parti metalliche collegate ad esse. avete presenti come ogni oggetto metallico, pali compresi, viene raggiunto da un tondino di rame collegato alle rotaie? serve a ridurre la resistenza del circuito di ritorno. un elettrone che passa attraverso la locomotiva si diperde molto prima nella massa di poter ritornare alla centrale, in questo senso le rotaie non possono costituire un circuito che collega le locomotive alla centrale.
la domanda è quindi: come è realizzata la massa dalla parte della centrale elettrica? c'è per caso un enorme palo metallico conficcato nel terreno?!
fb


Top
 Profilo  
 
 Oggetto del messaggio:
MessaggioInviato: domenica 3 agosto 2008, 20:04 
Non connesso

Nome: Fabrizio Baroni
Iscritto il: mercoledì 25 gennaio 2006, 13:46
Messaggi: 714
Località: Pianeta Venere - Firenze Nova
P.S. ho trovato scritto anche su corsi universitari che la conicità delle ruote serve a compensare la differenza di percorrenza delle stesse in curva, in realtà serve a centrare il moto di un asse in rettilineo rispetto all'asse del binario, altrimenti sbatterebbe con i bordini a destra e a sinistra. chi glielo farebbe fare di andare esattamente dritto? in realtà questo avviene lo stesso oltre una certa velocità detta critica e non a caso per andare veloci si mettono gli smorzatori ai carrelli.
fb


Top
 Profilo  
 
 Oggetto del messaggio:
MessaggioInviato: domenica 3 agosto 2008, 20:29 
Non connesso

Iscritto il: domenica 15 luglio 2007, 9:46
Messaggi: 6752
Località: Regione FVG
Ho letto che in taluni casi, pressochè tutti in monofase (ma anche in continua penso di vantaggi ne porterebbe) si usa un conduttore separato per il ritorno della corrente, collegato alle rotaie circa ogni qualche centinaio di metri. Data l'irrisoria tensione rispetto al suolo, è sospeso ai pali con isolatori piuttosto piccoli, tipo quelli civili. Questo metodo era stato messo a punto in Svezia.
Questo scherzetto limita dispersioni, corrosioni e interferenze.
Lo si usa anche nel monofase della nostra AV?
Su una rivista concorrente avevo letto di sì, altrove di no... :?


Top
 Profilo  
 
 Oggetto del messaggio:
MessaggioInviato: lunedì 4 agosto 2008, 7:35 
Non connesso

Iscritto il: giovedì 15 febbraio 2007, 15:24
Messaggi: 50
Località: Erba (CO)
Non sono un esperto in campo ferroviario ma immagino che nelle varie sottostazioni di alimentazione il negativo all'uscita del raddrizzatore sia messo a terra mentre il positivo vada, tramite cavi aerei direttamente alla catenaria (atrraverso dei sezionatori immagino)
Visto poi che le sottostazioni sono vicine alla linea sarebbe anche plausibile che ci sia anche un collegamento tramite cavi anche tra negativo e una delle 2 rotaie per evitare quella minima resistenza tra diversi punti di terra.

Per la CA monofase credo che lo stesso discorso valga mettendo a terra il centrostella o 1 delle fasi.

P.S. Visto che il negativo e' a terra gli elettroni fluiscono da terra verso la linea di contatto :)

Ciao !


Top
 Profilo  
 
 Oggetto del messaggio:
MessaggioInviato: venerdì 8 agosto 2008, 18:51 
Non connesso

Iscritto il: giovedì 20 dicembre 2007, 10:36
Messaggi: 1995
Località: ponte santa venere
in realtà le rotaie non sono proprio a "zero"!

per rallentare il più possibile l'innescarsi di fenomeni corrosivi, queste vengono collegate, con un passaggio di corrente molto bassa, con delle masse ferrose depositate nel sottosuolo (rottami) che costituiscono l'anodo (quindi si riducono) di un vero e proprio processo di elettrolisi, mentre le rotaie che debbono essere preservate costituiscono il catodo (quindi si ossidano) generando quella polvere di ruggine che vediamo sulla superficie dei profilati.

ricordo di aver letto tale aneddoto sul SILVESTRONI, bibbia della chimica!


Top
 Profilo  
 
 Oggetto del messaggio:
MessaggioInviato: venerdì 8 agosto 2008, 19:02 
Non connesso

Iscritto il: lunedì 2 aprile 2007, 9:26
Messaggi: 457
Località: TRINO VERCELLESE (dalle parti di Alexgaia)
best ha scritto:
in realtà le rotaie non sono proprio a "zero"!

per rallentare il più possibile l'innescarsi di fenomeni corrosivi, queste vengono collegate, con un passaggio di corrente molto bassa, con delle masse ferrose depositate nel sottosuolo (rottami) che costituiscono l'anodo (quindi si riducono) di un vero e proprio processo di elettrolisi, mentre le rotaie che debbono essere preservate costituiscono il catodo (quindi si ossidano) generando quella polvere di ruggine che vediamo sulla superficie dei profilati.

ricordo di aver letto tale aneddoto sul SILVESTRONI, bibbia della chimica!
Strano, forse questo poteva valere tanti anni fa.
Ora quando vedo scavare il piano ferroviario, vedo solo pietre
e traversine in cemento (ahimè sigh, mai più le romantiche traversine di legno!)
UA :?


Top
 Profilo  
 
 Oggetto del messaggio: Re: distribuzione tensione linea
MessaggioInviato: venerdì 8 agosto 2008, 20:19 
Non connesso

Iscritto il: mercoledì 6 agosto 2008, 23:49
Messaggi: 80
Ciao Giuseppe, cercherò di essere chiaro e semplice così potrai capirmi. Sei nel giusto, quando affermi che i treni vengono alimentati dalla linea aerea, e il conduttore di ritorno, è la rotaia. In elettrotecnica, i circuiti di ritorno, (in corrente continua si chiama negativo, in corrente alternata, si chiama neutro)) assumono lo stesso potenziale di terra; ecco perchè non rimani folgorato se tocchi le rotaie. La tensione alternata trifase della rete ENEL, viene trasformata da 130.000 volt a 3.000 volt, poi viene inviata ai raddrizzatori al silicio (un tempo erano diffusissimi quelli a vapori mercurio), per essere "raddrizzata" in corrente continua idonea alla trazione ferroviaria. Se invece l'energia per la trazione, deve servire una linea per alta velocità, non necessita il raddrizzamento, ma solo la trasformazione per mezzo d speciali trasformatori di sottostazione, per esempio a 25 Kilovolt ( leggi 25000 volt). Il passaggio di trasformazione , per quanto riguarda la corrente continua, prima di essere inviata ai gruppi raddrizzatori, è necessario, in quanto il trasformatore , non può funzionare in corrente continua a causa di una ben precisa legge fisica chiamata "induzione elettromagnetica". Voglio ricordarti infine che in un circuito elettrico per avere passaggio di corrente, è necessario che tra i conduttori della linea, ci sia diverso potenziale( differenza di potenziale meglio conosciuta come tensione); se il potenziale assume valore uguale, si dice che i conduttori sono "equipotenziali". Cerca di non confondere mai le due grandezze "tensione e corrente"; in un circuito può esistere tensione ma senza passaggio di corrente, basta pensare ad un pantografo in presa; esso è sotto tensione di 3000 Volt, ma se il macchinista non inserisce i vari carichi o la trazione, non può esserci passaggio di corrente.
Se hai bisogno di altre informazioni contattami! ciao a presto.


Top
 Profilo  
 
 Oggetto del messaggio:
MessaggioInviato: venerdì 8 agosto 2008, 21:30 
Non connesso

Iscritto il: giovedì 15 febbraio 2007, 15:24
Messaggi: 50
Località: Erba (CO)
best ha scritto:
ricordo di aver letto tale aneddoto sul SILVESTRONI, bibbia della chimica!

Quanto sangue ho versato su questo tomo !
Chi ha fatto ingegneria al poli di milano mi capira'


Top
 Profilo  
 
 Oggetto del messaggio:
MessaggioInviato: venerdì 8 agosto 2008, 21:46 
Non connesso

Iscritto il: mercoledì 6 agosto 2008, 23:49
Messaggi: 80
Hai proprio fatto centro!!!!!
Nelle centrali elettriche, stazioni elettriche, cabine primarie, il centro stella dei trasformatori primari, è messo a terra, tramite una grosso palo conduttore chiamato "neutro a terra".


Top
 Profilo  
 
Visualizza ultimi messaggi:  Ordina per  
Apri un nuovo argomento Rispondi all’argomento  [ 150 messaggi ]  Vai alla pagina Precedente  1, 2, 3, 4, 5, 6, 7 ... 10  Prossimo

Tutti gli orari sono UTC + 1 ora [ ora legale ]


Chi c’è in linea

Visitano il forum: Nessuno e 2 ospiti


Non puoi aprire nuovi argomenti
Non puoi rispondere negli argomenti
Non puoi modificare i tuoi messaggi
Non puoi cancellare i tuoi messaggi
Non puoi inviare allegati

Cerca per:
Vai a:  
banner_piko

Duegi Editrice - Via Stazione 10, 35031 Abano Terme (PD). Italy - Tel. 049.711.363 - Fax 049.862.60.77 - duegi@duegieditrice.it - shop@duegieditrice.it
Direttore editoriale: Luigi Cantamessa - Amministratore unico: Federico Mogioni - Direttore responsabile: Pietro Fattori.
Registro Operatori della Comunicazione n° 37957. Partita iva IT 05448560283 Tutti i diritti riservati Duegi Editrice Srl